Recensione

Dragon Ball Xenoverse 2

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a cura di erik369

Informazioni sul prodotto

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Dragon Ball Xenoverse 2
  • Sviluppatore: Dimps
  • Produttore: Bandai Namco
  • Distributore: Namco Bandai
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE , SWITCH , STADIA
  • Generi: Azione , Picchiaduro
  • Data di uscita: 28 ottobre 2016 - 21 settembre 2017 (Switch) - 18 dicembre 2019 Stadia - 2024 (PS5, XSX)

In ambito videoludico quella dei tie-in è una realtà controversa, fatta di luci e (molte) ombre. La qualità generale delle trasposizioni di opere appartenenti a differenti media è, ed è stata, decisamente altalenante, con titoli di indiscussa qualità che costituiscono di fatto nient’altro che poche gocce in un mare di mediocrità, dove le prospettive di guadagno si basano non sulla validità del prodotto, ma sulla capacità di richiamo del marchio stesso. Anche l’immortale Dragon Ball è andato incontro ad un simile destino, testimoniato dal vistoso declino che i titoli ispirati all’opera di Akira Toriyama hanno subito dopo l’età d’oro dei Budokai Tenkaichi. Tale declino sembra tuttavia aver subito un significativo cambio di rotta con l’arrivo di Xenoverse, il quale è riuscito a suscitare l’interesse dei fan grazie ad un considerevole cambio di formula, portando una ventata d’aria fresca in un ambiente da fin troppo tempo ristagnante. A ulteriore testimonianza della riuscita del suo esperimento, lo sviluppatore Dimps si è immediatamente messo a lavoro sul seguito, giuntoci a neanche un anno di distanza dal suo predecessore. Dragon Ball Xenoverse 2 promette di offrire un’esperienza ancora più ricca e gratificante, mantenendo la medesima struttura del primo capitolo ma risolvendo alcuni fra i problemi più gravi che lo affiggevano. La domanda a questo è indubbiamente lecita: le novità introdotte e le correzioni apportate saranno bastevoli a giustificarne l’acquisto?

Fratture temporaliNarrativamente Dragon Ball Xenoverse 2 si colloca come un seguito diretto del precedente capitolo. Nonostante Demigra sia oramai solo un lontano ricordo, l’operato della Pattuglia Temporale è ben lungi dall’essersi concluso. La fragile timeline è infatti nuovamente minacciata dall’intromissione di una nuova forza malvagia, i cui scopi sembrano ancora una volta quelli di alterare il canonico corso degli eventi, tentando così di sovvertire la pacifica realtà costruita dopo innumerevoli sacrifici e battaglie memorabili. Gli antagonisti non si limitano a seminare il caos nella storia, ma si prodigano nel reclutamento attivo di celebri personalità malvagie, protagoniste di alcuni lungometraggi della serie, come il pirata spaziale Turles e il Super Namecciano Slug. Nei panni di un membro della Pattuglia Temporale alle prime armi inizieremo un lungo viaggio attraverso le ere, che ci porterà a rivivere in prima persona gli eventi più memorabili della saga.Quella di Xenoverse 2 è una trama non semplice da inquadrare. Scritta in collaborazione con lo stesso Toriyama, essa condivide il medesimo espediente narrativo del precedente capitolo (tant’è che gli eventi della prima parte della storia sono estremamente simili), dove una singola ma significativa variazione rischia di degenerare in una linea temporale del tutto differente da quella che ben conosciamo. Questo tipo di escamotage ha permesso agli sviluppatori di creare una storia inedita, ma che allo stesso tempo rendesse omaggio a Dragon Ball, facendo rivivere al giocatore gli eventi più significativi dell’opera. Tutto ciò da un lato contribuisce a creare un’esperienza capace di intrattenere i nostalgici e di conservare al tempo stesso una propria identità, ma dall’altro genera una serie di incongruenze narrative che lo sviluppatore ha volutamente deciso di ignorare, o, nel migliore dei casi, di trattare con superficialità. Del resto l’improvviso arrivo di uno sconosciuto tramite un portale che, senza dire una parola, si unisce alla battaglia, dovrebbe quantomeno generare nei presenti delle perplessità, per voler usare un eufemismo, tuttavia ciò non accade nella stragrande maggioranza dei casi, in cui tutti personaggi sembrano aderire ad un tacito accordo che giustifica la presenza dell’estraneo, alleato o nemico che sia. Il risultato finale non potrà che farvi storcere il naso, almeno le prime volte, tuttavia non ci sentiamo di accanirci eccessivamente su questo particolare aspetto, in quanto risultato della volontà di offrire qualcosa di nuovo che non sconvolgesse le avventure ormai scolpite nei nostri ricordi. Altri difetti più o meno gravi del comparto narrativo sono da riscontrare nei numerosi dialoghi durante gli scontri, che per quanto interessanti sono davvero difficili da seguire, e la velocità con cui gli eventi ci vengono proposti. Xenoverse 2 si limita a mostrare solo gli episodi davvero salienti dell’epopea di Dragon Ball, compiendo balzi in avanti ad incredibile velocità, evitando così eccessivi approfondimenti.La trama in generale non rappresenta nulla di troppo complesso, preferendo una semplicità connaturata dal lasciare che sia l’azione a parlare nella maggior parte dei casi. Solo nelle fasi più avanzate della storia si intravedono le potenzialità che una narrativa basata sui viaggi temporali può offrire, in quanto raddrizzare il corso della storia non sempre significa migliorarla. Cosa faremmo se potessimo modificare gli eventi che hanno condotto ad un esito catastrofico, pur sapendo che fare ciò altererebbe il corso della storia, con tutte le imprevedibili conseguenze del caso? In una tale prospettiva il confine tra giusto e sbagliato tende a sfumare, offrendo di fatto una scelta morale tutto fuorché scontata, e, di conseguenza, funzionale. Tutto questo potenziale emerge soltanto nei capitoli finali (in particolare nell’episodio nascosto), ma si tratta purtroppo di un caso isolato, di una semplice scintilla che presto scompare, lasciandoci ricadere in un’avventura estremamente lineare. In un ipotetico seguito la nostra speranza è quella di vedere questo aspetto enfatizzato in maniera preponderante, ponendolo persino come focus principale dell’intreccio. Apriamo una piccola parentesi sull’eroe di Toki Toki, che può essere importato dal primo Xenoverse e che apparirà diverse volte nel corso dell’avventura, sebbene rivestendo quasi sempre il ruolo di semplice comparsa.

L’arte del combattereIl nuovo protagonista, così come quello del capitolo precedente, controbilancia una personalità praticamente inesistente e un ostinato mutismo con una possibilità di personalizzazione particolarmente ampia, che fin dai primi minuti di gioco è possibile riscontrare nella creazione del personaggio. Ancora una volta potremo scegliere fra cinque razze differenti, tra terrestri, Saiyan, Majin, Namecciani e membri del clan Frieza. Ogni razza possiede punti di forza specifici, come una spiccata resistenza per i Majin, o una velocità maggiorata per il clan Frieza. Tali fattori devono essere tenuti in seria considerazione nell’ottica della creazione di una build precisa e funzionale. L’editor del personaggio rimane piuttosto simile a quello visto nel primo Xenoverse, arricchendosi solo di poche aggiunte. Una volta creato il proprio avatar si verrà catapultati in una realtà dal grado di personalizzazione enorme, tale da offrire al giocatore la possibilità di costruire il proprio alter ego fin nei minimi particolari, moveset compreso.Anche nel gameplay Dragon Ball Xenoverse 2 prosegue sul percorso tracciato dal suo predecessore, costituendo di fatto tanto un picchiaduro quanto un gioco di ruolo. Solitamente l’ibridazione di generi diversi porta ad una semplificazione generale di una o di più delle componenti che lo costituiscono, tuttavia lo sviluppatore Dimps è riuscito a realizzare un sistema di gioco profondo e complesso, che amalgama entrambi i generi con un bilanciamento sorprendentemente funzionale e riuscito, sebbene non sempre impeccabile. Il combat system, per quanto intuitivo possa inizialmente sembrare, è ricco di finezze e tecnicismi, il cui utilizzo diventa indispensabile contro i giocatori più esperti o l’IA più avanzata. Parate perfette, spezzaguardie, schivate istantanee, prese, manovre evasive, combo più o meno complesse; questi sono solo alcuni degli elementi che rendono Xenoverse 2 non troppo dissimile da un picchiaduro tecnico, sebbene non possa decisamente definirsi tale per ragioni che analizzeremo in seguito. Chiunque abbia giocato  solo superficialmente il titolo potrebbe lamentare un combat system troppo immediato e semplice, ma basta farsi un giro nelle partite classificate contro giocatori esperti per rendersi conto di quanto complesso e tattico possa essere uno scontro. Premere continuamente il tasto d’attacco, che porta all’effettivo concatenamento di lunghe e potenti combo, si rivelerà svantaggioso contro un avversario esperto, che non solo sfuggirà facilmente ai vostri colpi, ma vi attaccherà senz’altro alle spalle. La strategia vincente ruota interamente sull’uso corretto del vigore, barra che permette di rimanere in guardia, scattare in qualunque direzione e sottrarsi alle combo del nemico apparendo alle sue spalle. Abusare di esso, e di conseguenza esaurirlo, porterà a cadere in una situazione di enorme svantaggio, dove si è praticamente alla mercé dell’avversario. La maggior parte delle mosse speciali e delle tecniche supreme richiedono inoltre diversi secondi di preparazione per poter essere utilizzate, tempo in cui l’avversario potrebbe facilmente spostarsi, o, ancor peggio, effettuare uno spezzaguardia per azzerarvi il vigore, con conseguente interruzione ed estrema vulnerabilità.  Tutto ciò contribuisce a rendere le battaglie più impegnative dei veri e propri scontri strategici, dove la gestione attenta delle proprie risorse diventa fondamentale per ottenere la vittoria.Nonostante ciò non mancano tuttavia alcuni difetti, in particolare nel bilanciamento. Le mosse speciali, che vanno a costituire il moveset del personaggio, sono presenti in quantità enorme, cosa che rende effettivamente impossibile un bilanciamento completo. Il risultato è che alcune tecniche sono semplicemente più efficaci di altre, le quali possono persino rivelarsi inutili o controproducenti, in quanto composte da sequenze di colpi che nella maggior parte dei casi tendono a non concatenarsi correttamente, colpendo ad esempio l’avversario con la prima sequenza, ma non con la successiva. Ciò non costituisce tuttavia un problema davvero rilevante proprio in virtù del numero di mosse presenti, che renderanno entusiasti anche i fan più sfegatati di Dragon Ball. La responsività dei comandi, che era stata criticata più volte nel primo capitolo, ha subito un netto miglioramento, sebbene sia ancora ben lungi dall’essere perfetta. Non è raro che il personaggio esegua mosse differenti da quelle che gli si voleva far utilizzare, soprattutto nel caso di azioni ove è necessario premere più tasti contemporaneamente. Nonostante ciò, un frame rate ancorato ai 60 fps anche per la versione console, assicura un ritmo d’azione estremamente fluido, che permette di affrontare combattimenti rapidi ed esaltanti, nonostante qualche sbavatura.Fin qui abbiamo ritratto il profilo di un combat system non sempre accuratissimo, ma esaltante e complesso, vario e divertente. Tuttavia le piccole sbavature che abbiamo descritto sono accompagnate da difetti decisamente più gravi, il cui impatto negativo è fortunatamente situazionale, ma non per questo meno evidente. Il primo, ed indubbiamente il più grave, si riscontra in alcuni combattimenti con molteplici avversari. L’intelligenza artificiale di Xenoverse 2 è costruita in modo tale da far mantenere agli avversari non “lockati” un atteggiamento generalmente passivo, limitandoli all’esecuzione di poche e deboli offensive. Ciò accade perché tutte le manovre difensive che il sistema di combattimento offre non sono utilizzabili per schermarsi da attacchi provenienti da avversari non selezionati. La guardia infatti è solo frontale, mentre la schivata istantanea non è semplicemente eseguibile. Esistono tuttavia casi (come alcune sfide e nel multiplayer 3vs3) in cui questa regola non si applica, rendendo gli scontri un vero e proprio delirio, dove ci si ritrova ad essere interrotti di continuo e venir scagliati a destra e a sinistra sotto una moltitudine di colpi provenienti da ogni direzione. In questi casi l’unica soluzione è quella di allontanarsi e riposizionare continuamente il lock-on, ma anche adottando tali accorgimenti il sistema semplicemente non funziona, cosa che ci ha lasciato non poco con l’amaro in bocca. Uno scenario del tutto simile accade con la CPU avversaria nel caso questa si ritrovi ad essere circondata da numerosi alleati, e, sebbene in questo frangente risulti conveniente, non fa altro che testimoniare di quanto poco riusciti siano gli scontri multipli.  La seconda problematica riguarda gli scenari, e, in generale, la telecamera stessa. Le arene sono abbastanza numerose e varie, ma appaiono fin troppo spoglie e prive di reali elementi che possano renderle parte integrante del gameplay, senza contare una fattore di distruttibilità quasi del tutto assente. Tutto ciò non fa altro che suscitare nel giocatore la sensazione di trovarsi in grandi ambienti vuoti e statici. L’unico scenario al chiuso, e di conseguenza poco ampio, è quello della navicella di Frieza, luogo in cui la telecamera mostra tutti i sintomi della propria debolezza. In realtà la telecamera di Xenoverse 2 è migliorata sensibilmente rispetto a quella del primo capitolo, e nonostante possa capitare che assuma angolazioni poco funzionali, per la maggior parte del tempo tende a comportarsi correttamente, evitando di infastidire eccessivamente il giocatore e seguendo l’azione con sufficiente precisione. Il problema si manifesta a ridosso di ostacoli come pareti o montagne, in cui la telecamera tende ad incastrarsi o assumere angolazioni estremamente ravvicinate e confusionarie. Tale problematica trova la sua massima espressione proprio all’interno degli stretti corridoi della navicella di Frieza, dove il combattimento si trasforma in un delirio caotico e confusionario, in cui persino il concatenamento stesso delle combo è  probabile che fallisca. Fortunatamente si tratta di una singola arena, cosa che rende il problema circoscritto quasi esclusivamente ad essa.

La vastità del tempoIl sistema di combattimento appena descritto viene affiancato da una solida infrastruttura da gioco di ruolo, che non si limita, come spesso accade, a pochi e banali elementi aggiunti per offrire un minimo di varietà, ma dona al giocatore la possibilità di adottare approcci differenti, creando personaggi specializzati in un determinato campo, ma magari inefficaci in un altro. In Dragon Ball Xenoverse 2 ritorna un sistema di crescita basato sui livelli e sull’esperienza, la cui ricompensa si concretizza con l’ottenimento di un numero variabile di punti da spendere per aumentare le diverse caratteristiche presenti. In questo modo la scelta iniziale della razza diventa nient’altro che il primo tassello utile per la costruzione di un personaggio stratificato, che deve la propria efficacia in combattimento alle scelte effettuate dal giocatore. Tra le migliorie apportate da questo seguito una delle più rilevanti è indubbiamente la riduzione del divario che vi era fra alcune combinazioni di razze e build rispetto ad altre. Adesso ognuna delle cinque razze presenti dispone di una propria forma di potenziamento, che aumenta alcune caratteristiche a discapito di altre. I Saiyan ad esempio, che nel primo Xenoverse disponevano di un quantitativo d’aura illimitato per un determinato periodo di tempo, adesso ricevono un sostanziale potenziamento all’attacco, sacrificando però la velocità di rigenerazione dell’aura a seconda del grado di trasformazione. Ovviamente esistono ancora combinazioni meno efficaci di altre (sembra che i Majin vengano considerati i più deboli allo stato attuale del meta), ma gli squilibri sono stati sensibilmente ridotti. Il level cap tarato ad 80, e la conseguente disponibilità limitata di punti, impediscono la creazione di personaggi perfetti, rendendo obbligatorio scegliere statistiche da privilegiare ed altre da sacrificare. Tutto ciò contribuisce alla creazione di personaggi sostanzialmente differenti, rendendo il meta game decisamente variegato.Anche la personalizzazione estetica influisce sulle performance del personaggio, dato che quasi ogni pezzo di equipaggiamento apporta bonus e malus alle caratteristiche. Sebbene l’apporto di tali variazioni non sia particolarmente esteso, ciò permette di costruire personaggi più equilibrati o ancora più estremi, ponendo rimedio ad alcune debolezze o enfatizzandone i punti di forza. Nel titolo sono presenti un numero considerevole di equipaggiamenti, da acquistare negli appositi negozi o sbloccare affrontando particolari missioni, permettendo così di creare personaggi dalla forte identità, spendendo magari diverse ore per raggiungere l’estetica che più si desidera. Proprio per lasciare i giocatori liberi di utilizzare qualunque equipaggiamento essi desiderino, è stato introdotto uno slot speciale chiamato “QQ Bang”, un oggetto che sovrascrive i bonus e i malus dell’equipaggiamento con i propri. Le possibilità di personalizzazione che ne conseguono sono enormi, e persino tra le centinaia di giocatori presenti a Conton City trovarne due esattamente uguali sarà pressoché impossibile.Dragon Ball Xenoverse 2 è decisamente più vasto del suo predecessore, come già testimonia l’Hub di gioco stesso, la grande e variegata Conton City. Sebbene siamo assolutamente lontani dall’apertura di un open world, quella proposta è un’area decisamente vasta, interamente esplorabile tanto a piedi quanto in volo (utilizzabile però solo dopo aver raggiunto un determinato punto della storia principale). In essa troverete decine e decine di NPC, nonché diverse centinaia di giocatori, la cui presenza crea un ambiente vibrante e ricchissimo di cose da fare. Un’esplorazione immediata viene garantita dalla presenza di una comoda mappa, che, tramite icone specifiche, mostra la presenza di istruttori, punti di teletrasporto, missioni secondarie e primarie, attività extra e molto altro ancora. La città è divisa in distretti, all’interno dei quali potrete trovare personaggi ed edifici che permettono di svolgere attività specifiche, come i negozi per gli acquisti, l’accademia per l’apprendimento di meccaniche di combattimento basilari ed avanzate, e le diverse faglie temporali, che consentono di accedere ad ambientazioni separate dove portare avanti compiti facoltativi particolari. Fondamentali si riveleranno gli insegnanti, personaggi iconici che vi faranno apprendere le proprie tecniche attraverso il superamento di lezioni dal grado di sfida variabile. La storia principale è invece accessibile solitamente tramite il Kaioshin del tempo, il cui avanzamento comporterà un sostanziale aumento della difficoltà, a cui sarà necessario far fronte dedicandosi almeno un minimo alle tante attività secondarie presenti. Queste possono presentarsi in forma di combattimenti, come l’allenamento con Vegeta o la difesa delle sfere del drago di Namek, o di piccoli minigiochi, come la consegna del latte di Crilin o il dover sfamare l’ingordo Majin Bu.A tutto ciò si aggiungono poi le missioni parallele e le missioni esperto, entrambe giocabili sia online che offline. Le prime sono sostanzialmente invariate rispetto a quelle del predecessore (tant’è che circa la metà di esse non sono altro che riproposizioni di quelle presenti nel primo Xenoverse), offrendo la possibilità di ottenere ricompense specifiche come abilità o costumi affrontando combattimenti dalla difficoltà progressiva. Le seconde invece offrono una sfida tendenzialmente più impegnativa, dove ben sei guerrieri affrontano un mega boss estremamente potente, in possesso di una grande potenza d’attacco e di molteplici barre della salute. Come potete ben capire Xenoverse 2 è un titolo estremamente ampio, ricchissimo di attività da svolgere, tra missioni principali e secondarie, minigiochi ed online. Proprio sul comparto multiplayer vogliamo brevemente soffermarci, descrivendone le modalità principali. Oltre alle attività già discusse, è anche possibile combattere tra giocatori, con scontri singoli o persino 3vs3. Le partite classificate con tanto di leaderboard sono presenti, così come la possibilità di affrontare match amichevoli in cui impostare i limiti di livello e dell’utilizzo degli oggetti. Abbiamo infine gli scontri infiniti, lotte fra due giocatori con diversi spettatori, che a turno vanno ad affrontare il vincitore del precedente combattimento. Tra i difetti da noi riscontrati nel multiplayer segnaliamo un certo grado di lag in alcuni scontri (sebbene mai troppo compromettente), e l’insensatezza di segnare il completamento di una missione solo all’host della partita. Sia nelle missioni parallele che in quelle esperto è inoltre possibile utilizzare non solo il proprio personaggio, ma ogni membro del roster sbloccato. A proposito di roster, Dragon Ball Xenoverse 2 ci mette a disposizione un numero di personaggi non indifferente, superiori alla settantina. Nonostante ciò non possiamo non lamentare l’assenza di diverse comparse provenienti praticamente da ogni serie dell’opera, nonché tutti quelle che verranno rilasciate sotto forma di contenuto aggiuntivo a pagamento. In ogni caso si tratta di un numero molto vasto, il cui completamento richiederà di sudare non poco.Tecnicamente Xenoverse 2 si mantiene sulla stessa linea del predecessore, che ricordiamo fu un capitolo intergenerazionale, con tutte le limitazioni che ne conseguono. I modelli poligonali dei personaggi sono molto ben fatti e curati, ma l’ambientazione rimane piuttosto scarna, sebbene mitigata parzialmente da un buon cel-shading. Nonostante ciò, sono indubbiamente apprezzabili le animazioni, e gli effetti particellari e di luce dei colpi speciali, senza contare i 60 fps granitici, che in nessun frangente mostrano il minimo segno di cedimento. Recentemente è stata inoltre introdotta una patch che ha sostanzialmente risolto il problema dei caricamenti, prima davvero snervante. Ottimo il sonoro grazie al doppiaggio giapponese, impreziosito dalla presenza delle voci originali dell’anime. A chiudere il cerchio ci pensa una longevità decisamente ottima. La sola storia principale richiederà ben più di una decina di ore per essere completata, conteggio che aumenta esponenzialmente se si prendono in considerazione le numerosissime attività facoltative presenti.

– Ancora più vasto, ricco e sfaccettato del predecessore

– Trama inedita che non manca di ripercorrere gli eventi più memorabili della saga…

– Commistione fra picchiaduro e gdr profonda e ben riuscita

– 60 fps granitici anche su console

– Diverse sbavature nel gameplay

– …pur tuttavia con una certa frettolosita’ e non sfruttando il proprio potenziale

– Tecnicamente non si discosta dal precedente capitolo

8.0

Dragon Ball Xenoverse 2 rappresenta a tutti gli effetti un sostanziale miglioramento dal predecessore, di cui tuttavia mantiene praticamente inalterata la struttura di gioco. Quello realizzato dallo sviluppatore Dimps è un titolo ampio, ricco e complesso, che di certo farà la felicità di tutti gli amanti dell’opera di Akira Toriyama, a patto di soprassedere ad alcune sbavature tecniche e di gameplay, nonché ad una trama che ripropone sì gli eventi più memorabili di Dragon Ball, ma che nel farlo cede ad un’inevitabile frettolosità in favore di una progressione più spedita. Se l’approccio da gioco di ruolo è nelle vostre corde, il nostro consiglio è quello di dare una seria possibilità al gigantesco mondo offerto da Xenoverse 2.

Voto Recensione di Dragon Ball Xenoverse 2 - Recensione


8