Immagine di Lies of P | Provato l'erede di Bloodborne
Provato

Lies of P | Provato l'erede di Bloodborne

Abbiamo provato i primi due capitoli di Lies of P, promettente soulslike che ricorda molto quel capolavoro chiamato Bloodborne.

Avatar

a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

Informazioni sul prodotto

Immagine di Lies of P
Lies of P
  • Sviluppatore: Neowiz
  • Produttore: Neowiz
  • Distributore: Neowiz
  • Testato su: PC
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE , XSX , PS5
  • Generi: Soulslike
  • Data di uscita: 19 settembre 2023

La nostra prova di Lies of P ci ha lasciato addosso solo ottime sensazioni. Dopo il materiale promozionale di presentazione del progetto, e dopo aver visto le enormi similitudini (quasi al limite del plagio, a tratti) con Bloodborne, il rischio era che si trattasse soltanto dell'ennesimo clone senz'anima destinato a cadere nel dimenticatoio.

Lo sviluppatore coreano rischiava in fin dei conti di fare il passo più lungo della gamba, sia perché si tratta del loro primo progetto di una certa grandezza e ambizione, sia perché il valore dell'iconica creatura di FromSoftware (trovate su Amazon Elden Ring per PS5) a cui si ispira è troppo elevato persino per un team di sviluppo con grande esperienza.

Oggi siamo qui a dirvi che Lies of P, per lo meno in questa prima prova, è tutto fuorché un fuoco di paglia. Lo abbiamo già provato per diverse ore (la demo è stata annunciata alla Summer Game Fest) e abbiamo sperimentato parecchio, notando punti di forza e possibili debolezze di un titolo che – ne siamo certi – farà la felicità di chi sente tanto la mancanza di un nuovo Bloodborne.

Lies of P, la storia

Pur abbracciando parzialmente quel modo sibillino e non sempre chiaro di raccontare le storie tanto caro a FromSoftware, Lies of P dimostra di essere un po' meno ermetico e in definitiva capace di andare più dritto al punto, dando da subito un contesto chiaro e una missione di fondo che il protagonista dovrà superare durante la sua avventura.

Ispirato al più popolare scritto di Collodi, il progetto del team coreano è un soulslike quasi del tutto sovrapponibile al gioco in esclusiva PlayStation.

Non facciate l'errore di vederlo solo come un clone, perché se è vero che in larga misura sembra di trovarsi in una versione alternativa di Yharnam, non può essere preso sottogamba il fatto che l'identità di gioco è stata ben plasmata e ha una sua unicità.

Pur nella sua somiglianza con Bloodborne, Lies of P ha una sua unicità e la sua identità è ben plasmata.
Sta diventando sempre più difficile innovare il genere, e ammettiamo che in Lies of P ci vediamo anche un po' dello sfortunato Steelrising, con la differenza per nulla trascurabile che il divario qualitativo sembra essere francamente abissale.

La città immaginaria di Krat in cui è ambientato Lies of P, oltre a essere oscura esattamente come ci si aspettava, è ispirata al periodo storico della Belle Époque.

Ricordato in precedenza come un luogo di rara bellezza, a causa di un non meglio specificato morbo si è d'improvviso trasformato in un incubo in cui burattini portatori di morte hanno saturato le vie cittadine senza lasciare scampo a nessuno. P è alla ricerca di Geppetto per poter finalmente diventare umano, ma il vecchio sembra avere un ruolo chiave anche in ciò che è accaduto a Krat.

Lies of P vi lascerà anche la possibilità di poter mentire o dire la verità in determinate situazioni, ma non è ancora possibile comprendere se ci saranno ripercussioni tangibili dopo aver effettuato precise scelte.

Nella demo, prima di entrare nell'hotel che funge da hub principale, dovevamo per esempio mentire. Non sappiamo se ci saranno degli snodi narrativi o se qualcosa cambierà anche nel percorso del protagonista, ma la meccanica è un'idea che sembra già intrigante.

Camminare lungo le vie della città ci ha restituito quasi le stesse sensazioni che provammo giocando a Bloodborne. La struttura gli somiglia moltissimo, il posizionamento dei nemici anche, le tipologie dei primi avversari sono identiche e il moveset pure, le scorciatoie e i vicoli sembrano essere presi di peso e il senso di déjà-vu è innegabilmente molto forte.

Ci sono anche tanti piccoli dettagli che riportano alla mente Yharnam: la donna davanti a una finestra velata che parla e chiede aiuto, gli stargazer che sono il corrispettivo delle lanterne da attivare e molte delle situazione che ormai tutti conoscono fin troppo bene.

Nonostante ciò, in Lies of P c'è davvero tanto che promette bene, e siamo anche rimasti piacevolmente sorpresi dal gran lavoro svolto sull'ottimizzazione in versione PC.

Considerate infatti che lo abbiamo provato su una macchina che monta 16 GB di RAM, un i7 4770k di ben nove anni fa e una RTX 2060 Super, giocando fluidamente a60 fps in 4K e con dettagli alti (con gli unici cali solo durante delle movenze improvvise di un boss). Davvero notevole, se si considerano le condizioni tragiche in cui versano molti giochi al lancio.

Gameplay

Pur mutuando davvero tanto del sistema di gioco di Bloodborne, Lies of P presenta nuove meccaniche che evolvono quella vecchia concezione. Oltre a poter schivare, il protagonista può rotolare via, usare armi diversificate e aperte a diverse sperimentazione di montaggio, restituendo al giocatore una buona personalizzazione che determina con maggior enfasi quale sia lo stile di gioco più adatto per ciascuno. 

Se ad esempio all'inizio si potrà scegliere tra l'approccio bilanciato, quello basato sulla destrezza e quello più lento ma pesante, durante il gioco nulla vi vieta di adottarne uno misto.

È possibile sperimentare con le armi, ad esempio usando una lama di una tipologia e l'elsa di una completamente diversa.
Dopo le prime fasi potrete infatti costruire l'arma come più vi aggrada, mettendo per esempio l'elsa appartenente a una tipologia e la lama appartenente a quelle che sta agli antipodi. Nel nostro caso, che avevamo scelto l'approccio pesante, abbiamo in un secondo momento optato per un'elsa che garantiva la possibilità di un moveset più variegato e adatto al nostro stile.

Si consideri inoltre che in Lies of P si possono utilizzare le cosiddette Fable Art, ossia degli attacchi speciali attivabili quando gli slot si riempiono (da una a tre tacche). Alcuni sono votati all'offesa e sono legati alla lama, altri sono legati all'elsa e migliorano difesa e buff, di solito. Ad aumentare il valore strategico dei combattimenti ci sono le Legion Arm, ovvero tipi di braccia intercambiabili che fungono da arma alternativa.

Ne abbiamo provate due e le differenze tra le braccia erano già piuttosto consistenti: la prima variante sembrava un colpo caricato che affondava il palmo nel corpo del nemico dopo una prolungata carica del movimento, mentre l'altra consentiva di sparare un filo che permetteva di azzerare le distanze tra noi e gli avversari.

Naturalmente, quelli più grossi non potranno essere spostati e si dovrà dunque ricorrere a strategie completamente diverse per avere la meglio. La mescolanze delle abilità uniche delle armi, dei moveset e delle caratteristiche che determinavano movimenti, velocità e capacità evasive, facevano davvero tutta la differenza tra una build e l'altra.

Per quanto concerne i nemici, invece, è possibile effettuare il classico backstab anche durante un combattimento. Anzi, proprio nella battaglia col secondo boss questa specifica manovra era fortemente consigliata proprio per infliggere un importante quantitativo di danni.

Questo apre però una breccia nel bilanciamento, perché anche con nemici più pericolosi si può ricorrere alle solite tecniche di aggiramento che gli amanti dei soulslike conoscono fin troppo bene. Vedremo come verrà gestito il tutto.

Gli avversari avranno poi modo di effettuare un attacco furioso segnalato prontamente da un alone rossastro che indica che quel colpo è imparabile. L'unico modo per farla franca è la parata perfetta che, se ripetuta assieme ad altri parry e dei colpi ben assestati, manda in stordimento il burattino che avrete di fronte per un breve lasso di tempo. 

Non mancano le cruciali migliorie ad armamentario ed equipaggiamento, ed esistono tutte quelle caratteristiche di gioco classiche ormai ampiamente conosciute da tutti, a cui è stato solo cambiato il nome.

Presso l'hotel Krat era possibile gestire tutto al meglio, prima di scendere di nuovo in strada e proseguire lungo nuovi sentieri. La difficoltà si mantiene a livelli medio-alti, e va chiaramente verificata la tenuta di gioco sul lungo periodo, sperando che sia scongiurato il rischio di sbilanciamenti eccessivi con build troppo potenti e col livellamento feroce.

Voto Finale

Conclusioni Finali di SpazioGames

Pro

  • Sembra un soulslike molto valido e promettente.

  • La prova ci ha già assicurato, su PC, un gran lavoro sull'ottimizzazione.

  • Formula di gioco accattivante, con novità tangibili rispetto all'opera a cui si ispira.

Contro

  • Da verificare la tenuta della storia e dell'intera avventura.

Commento

La prova di Lies of P ci ha lasciato addosso buonissime sensazioni, migliori di quanto sperassimo. Pur essendo estremamente derivativo, con zone e sessioni che non possono far altro che ricordare a più riprese Bloodborne, il titolo conserva una sua unicità che potrebbe farlo assurgere a nuovo valido esponente del genere. 
***

Sto cercando la migliore l'offerta...