Non molti di voi conosceranno Mabinogi, MMORPG hack’n’slash molto in voga in Korea. Per quanto il titolo non abbia mai raggiunto i nostri lidi, il suo successore, o meglio prequel, sta per arrivare anche dalle nostre parti dopo i buoni riscontri ottenuti negli USA. Proposto con formula free to play e caratterizzato da un’ottima simulazione della fisica, possibile grazie all’implementazione del Source (storico engine di Valve, utilizzato per tutte le loro produzioni), Vindictus si configura come un atipico appartente al genere MMO. Addirittura, secondo Scott Yoo, publishing manager presso Nexon, il gioco è perfetto proprio per chi non abbia molta familiarità con i titoli online massivi tradizionali. “È sostanzialmente un hack’n’slash online“, ha affermato durante il nostro incontro presso la GamesCom, “orientato all’azione, immediato da padroneggiare e graficamente accattivante. Per quanto sfide adatte a giocatori più navigati non manchino, chiunque può prendere in mano il mouse e giocare“.Da notare come la versione in arrivo dalle nostre parti sia conosciuta come “Extreme Edition” oltreoceano: si tratta in sostanza di un recente update, che ha modificato alcuni elementi del gameplay enfatizzando la componente action, la velocità delle combo e l’aggressività di alcune skill.
Hack’n’MMORotto il ghiaccio, Scott è passato ad illustrarci le caratteristiche di base del prodotto. Il gameplay è caratterizzato dalla grandissima velocità con cui si possono concatenare le combo possibili, grazie alla ripetuta pressione dei tasti del mouse. Ecco dunque che la scelta del Source come motore su cui sviluppare si rivela motivata da fattori non solo estetici: la simulazione della fisica restituisce infatti adeguatamente gli impatti delle armi da taglio, e l’ambiente parzialmente distruttibile rende gli scontri spettacolari, oltre a configurarsi talvolta come un espediente utile al gameplay stesso. Durante il breve hands on concessoci è infatti capitato di incontrare piccole “trappole” poste appositamente dai level designer, come tronchi da far rotolare per liberarsi in fretta di gruppi di nemici. L’utilizzo di queste piccole scorciatoie non è obbligatiorio, ma rende comunque l’esplorazione dell’ambiente più varia e ricca di sorprese.Vindictus abbraccia un sistema a classi, lasciando al giocatore la scelta su quale “personaggio” interpretare: questi ultimi sono al momento 4 (un quinto dovrebbe essere rilasciato a fine anno in Korea, ma non ci sono ancora piani per l’arrivo dalle nostre parti), tutti più o mano corrispondenti a classi tipiche dei classici GDR online. Lann è il classico DPS dotato di doppia lama, Fiona un Tank dotato di scudo e spada, Evie un mago e Karok un gigante dotato di armi colossali, molto lente ma devastanti.La progressione prevede un classico accumulo di punti esperienza, utili a sbloccare le immancabili skill: il sistema è piuttosto libero e concede ampia personalizzazione delle classi di base. La maggior parte delle abilità andranno semplicemente acquistate con un controvalore in XP, ma per alcune sarà necessario completare specifiche quest. Al quarantesimo livello ogni giocatore si troverà di fronte ad un’importante scelta: schierarsi con i Paladini o le forze del Male, influendo così sull’andamento delle quest da quel punto in avanti, ma anche sul look del proprio alter ego. Al livello 60 si subirà un’ulteriore trasformazione, per poi arrivare al 70, attuale cap. E proprio parlando di endgame è continuata la nostra chiaccherata con mr. Yoo: la casa sembra avere molto a cuore il destino dei giocatori arrivati al massimo livello, da sempre una delle questioni più “spinose” per gli MMO. Oltre alla classica ampia disponibilità di dungeon e quest elite, gli sviluppatori stanno facendo di tutto per tenere alta l’attenzione del player più navigati. La storia di Vindictus è infatti dinamica ed in continua evoluzione, suddivisa in veri e propri capitoli. In Korea sono arrivati al decimo, nel quale un enorme drago devasta il mondo di gioco (vi ricorda qualcosa….? Sì, anche a noi). Gli eventi dinamici verranno implementati di tanto in tanto, creando nuove catene di quest e modificando in parte il mondo di gioco, così da coinvolgere tutta la popolazione. Altra caratteristica distintiva del gioco è la mancanza di una vera e propria mappa del mondo, in quanto tutte le aree di gioco sono istanziate, in maniera simile a quanto accadeva con il primo Guild Wars, lasciando solo qualche zona “comune” per gli incontri.
Prova direttaTerminato l’excursus abbiamo avuto modo di mettere le mani su mouse e tastiera per un breve giro di prova. Controlli alla mano Vindictus ricorda molto l’action GDR medio, con il sistema di combo ottimo per mantenere sempre vivo il danno sui nemici. La capacità del personaggio di saltare e schivare fisicamente le offensive nemiche differenzia profondamente il gameplay da quello del MMORPG classico, proponendo un intrattenimento molto meno “passivo”. La nostra prova è avvenuta (purtroppo) giocando in solitaria, una scelta che non ci ha permesso di valutare le fondamentali dinamiche di gruppo. Giocato da soli Vindictus non presenta infatti spunti particolarmente distintivi nè elementi tattici degni di nota: i diversi mob ed il boss finale si sono lasciati affrontare con un semplice mix tra attacco base ed occasionale utilizzo di skill, tutte in grado di aumentare il danno per qualche secondo. Gli elementi per azzardare giudizi anche preliminari sono dunque insufficienti, mancando del tutto riscontri sulla varietà delle quest, sull’offerta dei dungeon, sul’eventuale necessità di grinding e farming (probabile, trattandosi di un made in Korea) e su molti altri elementi importanti.Dal punto di vista commerciale, il titolo baserà i propri introiti sulle microtransazioni, in maniera tuttavia non tradizionale: invece di spingere fortemente i giocatori all’acquisto proponendo indispensabili elementi di gioco a pagamento, Vindictus vedrà inseriti nel market solo elementi di customizzazione estetica del personaggio. Una scelta coraggiosa, che fa del titolo un “vero” free to play.
– Gameplay action originale
– Adatto a tutti
– Utilizzo intelligente del Source
Per quanto breve e tutto sommato avaro di elementi fondamentali, il nostro incontro con Vindictus ci ha permesso di intravvedere elementi interessanti: il gameplay profondamente action lo differenzia nettamente dai concorrenti, l’utilizzo del Source permette soluzioni di gioco interessanti, enfatizzando inoltre la fisicità degli scontri.
Molto gradito inoltre il modello commerciale adottato, che lascia davvero al giocatore la scelta se contribuire economicamente o meno.
Rimanete con noi per tutte le novità, che non tarderanno a giungere grazie a future prove.