The Evil Within non ci ha mai convinto pienamente, questo dobbiamo ammetterlo. Le aspettative attorno al titolo sono state altissime sin dall’annuncio iniziale, ma alla prova dei fatti, ovvero quando abbiamo potuto provarlo con mano, il nuovo titolo di Shinji Mikami non ci è sembrato particolarmente promettente. Avvicinandoci allo stand di Bethesda ci aspettavamo di trovare qualcosa di poco valido, e invece nel corso dei tre quarti d’ora nei quali abbiamo testato la versione Playstation 4 ci siamo dovuti ricredere sotto diversi punti di vista.
Vile sanguisugaLa build provata ha visto il protagonista del gioco, Sebastián Castellanos, addentrarsi in un edificio che pareva un ospedale o comunque una struttura sanitaria ormai in disuso, alla ricerca di un medico entrato qualche attimo prima insieme a una sua paziente. Neanche il tempo di avvicinarsi a sufficienza, e il nostro obiettivo è praticamente scomparso, chiudendo dietro di sé un portone apparentemente insuperabile. E’ iniziata così una fase esplorativa piuttosto intensa, che ci ha visto farci strada con la nostra fidata lanterna e con una manciata di munizioni in quantità variabile a seconda della modalità in cui si decide di giocare. In particolare, prima dell’inizio della demo potevamo decidere se giocare in casual o hardcore, e le differenze – come prevedibile – si sono dimostrate sin da subito lampanti. Nel primo caso abbiamo avuto proiettili a sufficienza per sbaragliare i nemici, e poco importava se li mancavamo una o due volte, dato che con un colpo ben assestato cadevano subito a terra. In modalità hardcore, invece, abbiamo avuto qualche difficoltà, poiché il gioco ci ha obbligati a cercare munizioni sparse per lo scenario prima di procedere nella nostra avventura, dato che comunque un approccio melee non ci è parso ottimale. Oltre alle munizioni e alle armi bianche, Sebastiàn può portare con sé oggetti secondari come medikit e fiammiferi utili per bruciare i nemici una volta stesi a terra, che ancora una volta saranno distribuiti in quantità dipendenti dalla difficoltà attualmente attiva.Oltre ai nemici normali sono anche presenti gli spiriti e alcuni boss, che contrariamente a quanto pensassimo si sono rivelati invulnerabili ai colpi delle nostre bocche da fuoco e ci hanno obbligato a fuggire a gambe levate da una stanza all’altra. A tal proposito ricordiamo che nello scenario di gioco sono presenti oggetti grazie ai quali ci si può nascondere, come armadi o letti, ma nel nostro caso abbiamo sempre deciso, almeno contro i mostri normali, di affrontarli direttamente e sbarazzarcene il prima possibile.
Salto dalla sediaPer quanto riguarda la difficoltà della risoluzione dell’enigma presentato nel Capitolo 9, dobbiamo ammettere che non abbiamo avuto particolari problemi, grazie anche ai numerosi indizi sparsi nello scenario. In un primo momento abbiamo dovuto trovare le manopole di una cassaforte nascoste nelle stanze dell’edificio, mentre in seguito è stato necessario trovare tre teste sezionate ed infilare in esse un sondino per aspirare il sangue dal cervello, e farlo fluire in una delle sottospecie di siringhe presenti sulla porta incontrata a inizio demo. Inutile dire che il livello di macabro è piuttosto alto, e più che far paura il titolo mantiene costantemente il giocatore in uno stato di ansia che culmina in un colpo di scena, magari anticipato dal cambio della musica di sottofondo e dalla riproduzione di alcuni effetti sonori. Rispetto alla versione mostrata allo scorso E3, The Evil Within si è mostrato maggiormente rifinito e più promettente. Prima di tutto abbiamo trovato qualche miglioramento dal punto di vista delle texture del protagonista, molto più definite e ben realizzate, così come quelle di alcuni degli ostili fronteggiati nel corso della nostra avventura. Nulla da dire sul frame rate, che ci è sembrato bloccato a 30 FPS, mentre invece permane qualche dubbio sulla risoluzione, data la presenza di due bande nere orizzontali alle estremità dello schermo che, per quanto possano donare un certo taglio cinematografico al titolo, non ci sono sembrate una delle idee più brillanti.Per la prima volta, inoltre, abbiamo potuto impostare il titolo in lingua italiana ed avere un piccolo assaggio del doppiaggio del protagonista e di alcuni comprimari, che si è dimostrato più che soddisfacente.
– Atmosfere di gioco
– DIfficoltà adatta a chiunque
– Nuove migliorie rispetto alle build precedenti
The Evil Within ci ha sorpreso e fatto ricredere, almeno in parte. I ragazzi di Tango Gameworks stanno lavorando alacremente per riuscire a dare a tutti gli affezionati e fan di Shinji Mikami e dei Resident Evil un titolo in grado di farli spaventare, e che si possa definire “survival horror” in tutto e per tutto. Al rilascio mancano solamente poco più di 2 mesi, e siamo davvero curiosi di mettere mano alla versione finale del gioco.