Milano – Possiamo girarci attorno in tutti i modi, ma alla fine è veramente impossibile parlare di Terraria senza scomodare lo spettacolare successo dell’opera che ha segnato il definitivo sdoganamento del settore indie: Minecraft. Dopo la produzione di Markus Persson, l’uomo con barba e cappello, niente è stato più lo stesso. Minecraft o lo si ama (incredibilmente ed alla follia) o proprio non lo si capisce, in tutt’e due i casi non si può non riconoscerne il valore sia commerciale che di costume. Qualcuno potrebbe guardare a Terraria come si guarda ad un fratello minore, magari figurandoselo come un semplice clone in 2D del gioco di Notch, ma così facendo si cadrebbe in un grosso errore, visto che il titolo Re-Logic ha tanti elementi che lo staccano, anche sensibilmente, dall’universo cubettato di Mojang. Le cose in comune ci sono, certo, e da ultimo l’arrivo nel mondo console, evento che ci ha portati negli uffici milanesi di Halifax per un paio d’ore tra scavi, slime e crafting.
Tu is megl’ che fri?
La prima, enorme, differenza che c’è tra Minecraft e Terraria è l’impostazione dimensionale: quest’ultimo, infatti, si sviluppa interamente lungo due sole dimensioni, modificando sensibilmente l’approccio del giocatore ed il modo di pensare il mondo di gioco. Prima di tutto, questo rende gli spazi meno aperti visto che il giocatore non può vedere l’orizzonte, ma esclusivamente muoversi a destra e sinistra più o meno senza sapere cosa lo aspetta oltre il confine del televisore, certo, questo fino a quando non si inizia a scavare. Se quello che succede sulla superficie può essere interessante, infatti, è quello che succede sotto che ha la capacità di incatenare il giocatore in una spirale di curiosità da “ancora un altro blocco e smetto”.Scavando si ottengono materiali (e ce ne sono veramente di ogni tipo, dal legno al fango passando per pietra e minerali vari) che, una volta ottenuti, sbloccano le relative ricette nel menù di crafting permettendo di creare così oggetti nuovi. La prima cosa di cui dotarsi è, un po’ come succedeva in Minecraft, il tavolo da lavoro, una superficie che permetterà di creare utensili complessi, magari affiancata al forno capace di fondere metalli e permettere la manipolazione dell’argilla.Da qui in poi è tutto un tripudio di scavi, creazioni di strumenti ed armi, e costruzioni. Il numero di oggetti presenti nel titolo Re-Logic è decisamente alto: si va da pala e piccone fino a boomerang, statue di metallo e stelle cadenti, per un totale più che soddisfacente. Le armi, poi, sono veramente tantissime e per tutti i gusti, dando alla produzione in questione un feeling da platform bidimensionale vecchio stile non appena si va a scontrarsi con una delle tante tipologie di nemici proposti. Ci sarà lo zampino anche dello stile grafico a base di pixel? Certo, e tra uno scavo e l’altro non si mancherà di tornare con la memoria ai grandi classici del passato.
La risposta è dentro di te
La struttura di Terraria è decisamente aperta, sta al giocatore decidere in che direzione muoversi e quali obiettivi porsi, si scava alla ricerca di minerali, certo, ma si costruiscono anche le costruzioni più varie, magari sperando che arrivi qualche NPC ad abitarle. Ecco un’altra grande differenza da Minecraft: qui non troveremo un sandbox puro e soprattutto non viene data al giocatore la possibilità di far esplodere la sua fantasia lungo tutti gli assi spaziali, in Terraria le due dimensioni in un certo senso limitano le possibilità, ma a questo dobbiamo accompagnare anche una maggiore presenza di elementi a cui appigliarsi nel caso si perdano le spinte personali. Il tutorial iniziale (novità della versione console) è già un passo in questa direzione e guida il giocatore all’apprendimento di un sistema di controllo che riesce, non senza qualche macchinosità, a sostituirsi all’iuntuitività del dinamico duo mouse & tastiera. Il pad non è incredibilmente comodo per la navigazione tra inventari e schermate di crafting, ma dopo un po’ ci si prende la mano e si comincia a padroneggiare la grande quantità di opzioni proposte. Anche nelle partite normali la presenza di un NPC con funzioni di guida rende Terraria più vicino ai giocatori a cui non piace sentirsi spaesati, ma rimane viva la possibilità per chi invece volesse scoprire tutto autonomamente di ignorare l’amichetto che fa avanti e indietro sullo spawn point.
Il tempo passato col titolo Re-Logic, insomma, non solo scorre inpercettibilmente (creando vuoti temporali di ore, passate alla ricerca di qualcosa), ma è senza dubbio ben speso, facendone una proposta interessante per tutti coloro che ancora non hanno potuto provarlo su PC. Per chi invece gli avesse già dedicato le sue attenzioni forse non ci sono poi particolari novità a spingere per un secondo acquisto, anche se la possibilità di lanciarsi in partite in multiplayer con i propri contatti dei network Microsoft e Sony potrebbe smuovere più di un utente, forse più anche dei nuovi boss.
– Molto spazio alla fantasia
– Tantissimi contenuti
– Stile grafico accattivante
Terraria sta per arrivare su console forte del successo già conquistato su PC, un successo decisamente giustificato dalle sue qualità e dal fatto di avere saputo inserirsi nel filone di titoli inaugurato da Minecraft mantenendo una certa personalità e diversi tratti distintivi. Le aggiunte rispetto alla versione PC non sono poi molte e, unite ad un sistema di controllo non particolarmente intuitivo, potrebbero non bastare per riaccalappiare chi avesse già passato del tempo col titolo Re-Logic. Per tutti gli altri, a patto di non avere un’idiosincrasia per i mondi blocchettosi, si tratterà di un’offerta decisamente interessante.