Ore 14.20, sono seduto alla scrivania del nostro appartamento di Colonia. Ascolto un’opera di Rossini e sorseggio uno strano intruglio chiamato Effect. Costa la metà della Red Bull, ma dovrebbe avere gli stessi effetti. In questi ultimi giorni, ho bevuto più energy drink che nel resto dell’anno: sono necessari per sopravvivere ai ritmi della Gamescom, anche se la composizione di questa bevanda mi spaventa. Ok, so cos’è la caffeina. Ma francamente non ho idea di cosa siano la niacina, l’inositolo e l’acido pantotenico. Vabbé, beviamo.
Chissà se i personaggi di Sunset Overdrive hanno letto l’etichetta del loro energy drink prima di ingurgitarlo. Perché nel nuovo titolo di Insomniac Games, tutto ha origine da una bevanda energetica, responsabile di una mutazione di massa e della trasformazione del mondo in un grosso campo di battaglia diviso fra fazioni di sopravvissuti e mostri. Il fatto è che lo scenario presentatoci non è neanche lontanamente paragonabile a quello dei più comuni giochi a tema apocalittico: quello che abbiamo davanti è un gioco coloratissimo, casinista e intriso di ironia sopra le righe. E, considerando l’antefatto, la scelta ci sembra appropriata.
Comic horror & rock ‘n roll
Sunset Overdrive mescola lo sterminio creativo dei mostri alle meccaniche di un gioco di skateboard. Grazie alle nostre scarpe speciali possiamo grindare sulle ringhiere che attraversano la città, effettuare delle acrobazie da campione di parkour e, naturalmente, prendere a calci i mostri con una grossa quantità di armi, il tutto facendo salire un moltiplicatore che ci consente di aumentare il nostro punteggio e il danno inflitto, e che dunque ci spinge a restare costantemente impegnati.
Le armi a nostra disposizione sono uno dei punti di forza (nonché dei più positivamente ridicoli) di Sunset Overdrive: oltre a qualche arma da fuoco “standard”, infatti, abbiamo trovato ogni genere di assurdità, che spazia da un lancia taniche di propano fino a qualche orsetto imbottito (di tritolo), fino a una spada atomica e a una curiosa arma che spara dischi in vinile e che ci ha ricordato una spassosissima scena di Shaun of the Dead.
Ogni arma può essere potenziata attraverso l’acquisto di upgrade, che possono essere comprati grazie all’acquisizione di denaro in game. In breve: si gioca, si acquisisce denaro e lo si spende per rendere il proprio arsenale sempre più interessante. Ma non è finita: il gioco mette a disposizione del giocatore una vasta gamma di personalizzazioni cosmetiche per il personaggio, che consentono di trasformare il proprio alter-ego in gioco in una persona dallo stile unico. Anche in questo caso gli Insomniac hanno inserito nella ricetta una buona dose di follia: non sarà raro trovarsi ad indossare copricapi che non indosserebbe nemmeno un Jamiroquai sotto acido, e vestiti che portano la concezione di “cattivo gusto” oltre i confini dell’umana immaginazione. Come detto, Sunset Overdrive porta tutti questi elementi all’estremo, senza però mai superare un certo confine. Anche se alcuni elementi si avvicinano per assurdità ed esagerazione a quanto visto nella serie Saints Row, Sunset Overdrive è decisamente meno volgare e “spinto”, per quanto sopra alle righe.
Le sfigate fazioni di Sunset Overdrive
Nell’evento alla Gamescom 2014 gli sviluppatori ci hanno presentato una delle fazioni che popoleranno il mondo di Sunset Overdrive, i Troop Bushido. Questo gruppo si è autoproclamato esercito di ninja, pur trattandosi di una compagnia piuttosto sfigata di scout radunatasi in un museo. Immaginatevi un gruppo di ragazzi che fino al giorno prima se ne stavano in un bosco ad arrostire mashmallows e a cantare le canzoni su Don Bosco (beh, più o meno) che iniziano a diventare guardiani di un’intera area della città e ad occupare un museo giapponese: vi ritroverete a che fare con un manipolo di persone fin troppo ligie al dovere, con il pallino delle arti marziali e incapaci di trasgredire: nel mondo incasinato di Sunset Overdrive, i Troop Bushido creano un divertentissimo contrasto che ci ha strappato più di una risata nel corso della prova. Se tutte le altre fazioni saranno all’altezza di questa, possiamo aspettarci qualche momento extra di ilarità in un gioco già intriso di momenti comici.
Plastic fluo
Tutto questo si inserisce in una cornice ipercolorata, con toni fluo che sembrano usciti da un film liceale di inizio anni Novanta e che danno a Sunset Overdrive un tono di unicità. Bisogna dire che lo stile alla Jet Set Radio di questo gioco è molto piacevole, e in più di un’occasione ci siamo fermati a guardare l’accozzaglia di colori di alcune aree, ben caratterizzate e in linea con la comicità dell’intero prodotto. La grafica, in breve, ci piace e il continuo chiacchiericcio petulante del protagonista (o, nel nostro caso, della protagonista – visto che il personaggio creato dagli sviluppatori per la Gamescom era una ragazza) ci è sembrato appropriato.
Il punto è che Microsoft, forse, sta puntando un po’ troppo su Sunset Overdrive: anche se si tratta di una delle (poche) esclusive in uscita nel 2014, non crediamo che questo sarà uno dei giochi di punta del catalogo Xbox One. Il titolo è valido, divertente e casinaro, ma ha tutte quelle caratteristiche tipiche di un gioco ripetitivo, fatto di scontri continui e di spostamenti acrobatici. Le nostre aspettative e il nostro interesse, insomma, non sembrano raggiungere le vette di altri titoli in arrivo nei prossimi mesi. Ciononostante, Microsoft rilascerà un bundle contenente il gioco e una splendida Xbox One bianca, al prezzo di una normale console nera. Una buona offerta che, probabilmente, farà crescere le vendite del gioco in maniera importante.
– Over the top
– Ricco di umorismo
Con uno stile colorato e tanto umorismo, Sunset Overdrive potrebbe risultare un titolo capace di strappare qualche risata e di offrirci qualche scena epica, totalmente over-the-top. Lo stile artistico e la caratterizzazione dei personaggi sono gli aspetti migliori di questo gioco, mentre il gameplay non sembra offrire un grado di variazione sufficiente da poter reggere per molte ore. Il gioco, probabilmente, riuscirà a guadagnarsi i favori di una certa parte del pubblico. Ma qualche dubbio, anche dopo questo secondo incontro, è rimasto.