Anteprima

Steel Battalion: Heavy Armor

Avatar

a cura di Mugo

Roma – Bisogna ammettere che ci siamo avvicinati con una discreta dose di pregiudizi alla postazione di prova di Steel Battalion: Heavy Armor. L’idea di utilizzare il Kinect per i controlli ci lasciava non poco perplessi, e temevamo di trovarci di fronte a un prodotto, semplicemente, non funzionante. Certo, non è che la produzione From Software sia definibile come tradizionale e priva di problemi, ma siamo rimasti colpiti da quanto un titolo pensato per essere giocato con Kinect possa essere hardcore. 

L’imprescindibile addestramento 
Il gioco ci mette nei panni di un sottufficiale di quelli con la fama che li precede, visto che il nostro primo incontro è un soldato così emozionato che non può fare a meno di chiederci una stretta di mano. Allunghiamo il braccio verso lo schermo, e vedere riproposto (anche se non fedelmente) il nostro movimento inizia a immergerci nell’illusione di poter controllare tutto con le mani, e soprattutto di poterlo fare con profitto.Ancora qualche semplicissima interazione giusto per prendere le misure, e comincia l’allenamento vero e proprio, là dove le cose iniziano a farsi complesse. 
La prima attività in agenda, una volta a bordo del Vertical Tank, è fare la conoscenza con il proprio equipaggio, spostando la mano come a scorrere una tenda ci possiamo girare a destra e a sinistra, così da familiarizzare con i tre militari nell’abitacolo.Dopo i convenevoli comincia l’azione vera e propria, con una leva da tirare per mettere in moto il veicolo, e qualche ripasso delle misure di sicurezza. Alla nostra destra si trova, infatti, un pannello estraibile che contiene la ventola per espellere vapori e fumi, e il pulsante dell’autodistruzione, da usare come extrema ratio
Si fa solo in tempo a prendere le misure con il riconoscimento del Kinect, che si viene chiamati a impugnare il pad dell’Xbox 360, visto che è proprio con questo sistema d’input tradizionale che si controllano movimenti, telecamera e bocche da fuoco.Non siamo infatti ancora al momento di poter mettere da parte leve e pulsanti, necessari per garantire l’indispensabile precisione ai comandi principali, e ci sentiamo di appoggiare la scelta degli sviluppatori che, nonostante possa risultare macchinosa a un primo approccio, è senza dubbio migliore di una qualsiasi alternativa interamente affidata a Kinect. 
Questo non deve far pensare, però che il controllo tramite i movimenti sia un semplice orpello estetico, non rilevante quando si tratta di entrare nel vivo del gioco, visto che la quantità di comandi attuabili spostando mani e braccia è quasi soverchiante: periscopio, selezione dei proiettili, cambi di posizione nell’abitacolo, controllo dei computer di bordo e di tutte le funzionalità del mech che non siano motorie od offensive. 
Stress da combattimento 
Tutta la grande quantità di opzioni che abbiamo visto nel paragrafo precedente ci viene presentata nel campo d’addestramento, senza la pressione data dal trovarsi nel vivo dello scontro, ma è nella prima missione che siamo chiamati a dare prova del nostro sangue freddo, e soprattutto della nostra memoria.L’ambientazione scelta è una di quelle più evocative possibili: uno sbarco su una spiaggia controllata da bunker e robot nemici che ci inondano letteralmente di proiettili. 
E’ difficile, dopo solo dieci minuti di addestramento, ricordare tutti i movimenti necessari per destreggiarsi abilmente sul campo di battaglia, bisogna avviare il robot, muoverlo col pad, utilizzare il periscopio per individuare le traiettorie dei proiettili necessarie a colpire i nemici più lontani, cambiare il tipo di esplosivi sparati, e, soprattutto, cercare di sfuggire ai colpi nemici.Ammettiamo senza imbarazzo di essere durati pochi minuti prima di essere stati rispediti alla schermata di caricamento dalla potenza offensiva avversaria, ma il nostro breve addestramento era risultato insufficiente per riuscire a gestire la soverchiante quantità di diversi controlli.
Non che manchino le indicazioni a schermo, ma anche il movimento più semplice va eseguito con precisione, a pena di ritrovarsi con la leva sbagliata in mano o incastrati in una posizione inutile. 
Sì, ma funziona? 
La risposta non può essere univoca, diciamo che si tratta di uno snì tendente al sì nel caso si voglia applicarsi, visto che l’impressione è che sia proprio questione di imparare i movimenti studiati dagli sviluppatori. E’ un po’ come andare in bicicletta, all’inizio si cade, e solo con la pratica si riesce ad avere ragione del mezzo. Dobbiamo dare un giudizio globalmente positivo sulle capacità del Kinect, che quasi mai è responsabile degli input sbagliati, ammesso che questi vengano dati precisamente, visto che movimenti sgraziati o troppo frettolosi non mancano di ingannare la periferica Microsoft. 
Rimanendo nel campo della realizzazione tecnica il giudizio positivo si estende anche al comparto audio-video, con particolare plauso per il doppiaggio in inglese e la sceneggiatura, che contribuiscono a creare un’atmosfera coinvolgente e decisamente vietata ai minori. Lo sproloquio è largamente utilizzato, e nelle scene di violenza non si negano corpi tagliati a metà e moncherini volanti. 
La carica emotiva ce l’ha data anche una particolare scena, nella quale uno dei nostri commilitoni cercava di fuggire dal Vertical Tank all’ennesimo colpo subito, mentre noi cercavamo di afferrarlo per la cintura e ritirarlo nell’abitacolo al sicuro dai proiettili nemici. Abbiamo giocato per pochi minuti, ma possiamo già dire che il legame con i compagni di squadra non manca, visto anche il frangente delicato e frenetico che contribuisce a dare la sensazione di poter sopravvivere solo con la collaborazione.A proposito di cooperazione, segnaliamo la presenza di una modalità multigiocatore che ripercorre alcuni dei livelli presenti nella campagna principale facendoli giocare a un massimo di quattro persone contemporaneamente.

-Un titolo veramente hardcore

-La curva d’apprendimento è ripida, ma soddisfacente

-Buona sceneggiatura

I nostri pregiudizi iniziali sono stati fugati quasi completamente dalla prova del titolo, che ci ha convinti per immersività e, soprattutto, per una spiccata anima hardcore. Non si può pretendere di sedersi e giocare senza problemi, ma per vincere è fondamentale padroneggiare alla perfezione i comandi. Steel Battalion è la prova che anche il Kinect può dire la sua ai giocatori più esigenti, ma sarà necessaria una sessione più approfondita per valutare l’effettiva bontà del titolo.

👋 Partecipa alla discussione! Scopri le ultime novità che abbiamo riservato per te!

0 Commenti

⚠️ Stai commentando come Ospite. Vuoi accedere?


Questa funzionalità è attualmente in beta, se trovi qualche errore segnalacelo.