Alla fine Tom Clancy’s Splinter Cell: Conviction ha superato la barriera psicologica dei due milioni di copie vendute tra PC e Xbox 360, cifra non certo altissima ma nemmeno deludente se pensiamo alle performance ancora più modeste del precedente Double Agent. Vendite a parte, Conviction si è rivelato un capitolo rischioso per la saga stealth di Ubisoft, iniettando nelle vene di Sam Fisher molti più globuli action-shooter rispetto al passato e deludendo quindi i fan di vecchia data. Alla fine l’equilibrio tra corse, proiettili e uccisioni silenziose ha però funzionato, convincendo Ubisoft a ripercorrere questa strada con il prossimo Tom Clancy’s Splinter Cell: Blacklist che vedremo nei negozi dal prossimo 28 marzo per PC, Xbox 360, PlayStation 3 e Wii U.
Diamo il benvenuto a Fourth Echelon
Annunciato all’E3 di giugno e rivisto in pompa magna alla Gamescom di Colonia, il ritorno di Sam Fisher ha fatto capolino anche alla Games Week di Milano da poco conclusasi, con un banco di prova di eccezione (un PC Asus RoG Tytan semplicemente mostruoso) che ha messo a disposizione dei visitatori della fiera meneghina il già noto livello demo nel campo terroristico di Mirawa. Un’occasione ghiotta per provare le nuove meccaniche di gioco e per saggiare la bontà del motore grafico, che vista la spaventosa potenza del PC in prova è apparso eccellente in tutti gli aspetti (illuminazione, animazioni, cut-scene, dettaglio generale). Per chi ancora non lo sapesse, Blacklist è ambientato tre anni dopo i fatti di Conviction, con Sam Fisher a capo della nuova organizzazione governativa Fourt Echelon e con una nuova minaccia terroristica che mira a spaventosi attentati sul suolo americano. Compito di Fisher è naturalmente fermare l’imminente catastrofe impedendo l’attuazione del piano Blacklist (ecco spiegato il titolo) e in questa demo, ambientata in una sperduta regione irachena, dobbiamo controllare Sam in una classica missione di infiltrazione. La connotazione diurna e solare della demo, in netta controtendenza con gli esordi della serie, non ha permesso di sperimentare più di tanto le meccaniche stealth, offrendo comunque uno spaccato interessante ed esaustivo di quanto ci aspetta nel gioco completo.

Uccidere in movimento
Innanzitutto i contenuti action sono ancora in primo piano come in Conviction sia per le abilità ginniche di Sam, che scala e si arrampica come Nathan Drake, sia per il maggior spazio dato ai frangenti classicamente shooter. Non che tutto d’un tratto Splinter Cell sia diventato Uncharted, ma l’approccio stealth non è più obbligatorio come in passato e Sam può affrontare i nemici del campo anche frontalmente, sfruttando ripari e coperture distruttibili, arrampicandosi sui tetti per ripararsi e caricarsi di energia e uccidendo in sequenza con il nuovo metodo Killing in Motion, una versione rivista e ancor più adrenalinica del Punta ed Elimina visto in Conviction. In pratica, dopo aver ucciso un certo numero di guardie a mani nude, è possibile taggare fino a quattro nemici e ucciderli mentre si corre, senza il rischio di essere colpiti o di sbagliare bersaglio. Inoltre Sam può chiamare il supporto aereo per bombardare un punto preciso della mappa o un obiettivo, come ad esempio un blindato che nella demo continuava a scaricarci addosso centinaia di proiettili. Sfruttando una balestra che spara scariche elettriche, abbiamo fatto avvicinare dei terroristi ignari a una pozza d’acqua e dal tetto di un edificio li abbiamo cotti a puntino, oltre a utilizzare uno scanner che individua immediatamente le minacce più vicine.

Poco passato e molto presente
Lo stealth c’è sempre e si può ad esempio cogliere i nemici alle spalle e ucciderli silenziosamente, ma l’impressione è che ormai il Sam Fisher del 2002 sia andato definitivamente in pensione per fare posto a un eroe più letale, tecnologico, atletico e meno attendista degli inizi. Dopotutto oggi lo stealth duro e puro non ha più lo stesso appeal di dieci anni fa, ma Blacklist promette comunque una buona libertà di azione e non è detto che alcuni livelli, magari più immersi nell’oscurità e in ambienti più ristretti, possano rivelarsi molto più simili a quelli di Pandora Tomorrow o Chaos Theory come visto nel trailer di ieri. Per il resto Ubisoft Toronto promette una Campagna in singolo molto varia a livello di obiettivi, ambientazioni e anche gadget (preparatevi a un mini robot da mandare in avanscoperta), pur lasciando posto anche al multiplayer finora confermato solo nella modalità competitiva Spy vs. Mercs (altro gradito ritorno dal passato della serie). Mancano comunque più di quattro mesi all’uscita di Blacklist nei negozi e quindi c’è ancora tutto il tempo per altri dettagli e rivelazioni, ma da quanto visto fin qui il Sam Fisher del 2013 non ha nulla da invidiare a quello di Conviction. Se poi cercate il puro stealth, Hitman: Absolution saprà darvi maggiori soddisfazioni, ma questa è tutta un’altra storia.
Si è visto ancora poco di Tom Clancy’s Splinter Cell: Blacklist per farsi un’idea completa del gioco, ma la cosa certa è che Ubisoft non ha cambiato rotta rispetto a Conviction e quindi, volenti o nolenti, ci aspetta ancora un Sam Fisher in versione molto più action rispetto ai suoi esordi. Non che sia un male comunque. L’impatto grafico c’è tutto, le meccaniche action non sono mai esasperate o troppo irrealistiche e la libertà d’azione promessa da Ubisoft Toronto fa sperare in un sottofondo stealth comunque presente.