Pochi giorni fa, in occasione del Playstation Day, è stata presentata alla stampa specializzata una versione giocabile del nuovo capitolo della saga conosciuta in Occidente col nome di Forbidden Siren. In realtà non si tratta di un vero e proprio nuovo capitolo, con ambientazioni diverse o altre novità, quanto piuttosto di un remake, in chiave meno orientaleggiante, del primo, indimenticabile, titolo, nato nel 2004. Forti di un hardware all’avanguardia, il famigerato Team Siren, sotto diretta supervisione di Sony, ha tentato di riportarci nuovamente nella maledetta cittadina di Hanuda, teatro delle primissime vicende, innalzando esponenzialmente il livello qualitativo ed emozionale del suo illustre genitore.
In questo titolo mpersoneremo i membri di una troupe televisiva americana chiamata sul luogo per investigare sulla veridicità della leggenda metropolitana legata alla città di Hanuda; un villaggio interamente scomparso e poi riapparso dal nulla. Inviati sul luogo, i protagonisti capiranno a loro spese che, effettivamente, qualcosa di strano esiste in quel posto, e toccherà a noi riuscire a risolvere i misteri celati dietro gli eventi narrati.
Come il titolo originale propose all’epoca scenari multipli intrecciati parallelamente, anche in questo remake avremo la possibilità di guidare diversi personaggi lungo i vari capitoli proposti dal gioco. La novità, per questa edizione, è che i 12 episodi previsti saranno rilasciati (a pagamento) man mano sul Playstation Network, per dare una nuova serialità alla saga. Ogni episodio ci metterà nei panni di uno dei 7 personaggi previsti, ed avrà una sua sequenza iniziale e finale, come fosse un gioco a sè. Questa scelta potrebbe dar vita ad un sistema innovativo di narrazione all’interno di un gioco, e di conseguenza aumentarne la longevità. A questo stadio di sviluppo le notizie in merito non sono molte, e bisogna augurarsi che la versione completa offra un discreto numero di ore di gioco.
La demo presentata era suddivisa in due scenari, e ci poneva nei panni di Sam e Melissa. Il primo, si ritroverà presto spaesato nel buio dove dovrà trovare una via per ricongiungersi agli altri membri. Dopo pochi secondi assisterà ad una scena raccapricciante: una Shibito (nome dei mostri del gioco) attacca, con una falcetta, un ragazzo colpendolo a morte; tuttavia il ragazzo si alzerà presto dal suolo e diverrà a sua volta uno Shibito vagando per l’ambiente di gioco. Il nostro compito, guidati dal tutorial, sarà quello di passare inosservati, abbassandoci per non far rumore e scivolando silenziosamente alle spalle degli Shibito. Poco dopo, avremo la possibilità di reperire un tubo metallico utilizzandolo come arma. Il sistema di combattimento prevede una diversificazione dei colpi inferti in base alla pressione del tasto. Premendo leggermente daremo un colpo veloce e leggero, premendo a fondo invece, potremo usufruire di un’uccisione ‘ambientale’, ovvero inserita nel contesto dello scenario. Durante la demo, ad esempio, si poteva uccidere una Shibito colpendola con il tubo in nostro possesso, più volte per poi infine spaccarle la testa contro una finestra.
La seconda parte della demo, ci metteva nei panni di Melissa e ci vedeva intenti a difendere un’abitazione dall’assalto di diversi Shibito. La protagonista si rivolge a Sam chiedendogli di mantenere ben serrata la porta col proprio corpo; una volta giunti alla porta dovremo agitare velocemente il joypad (a questo proposito è supportata la vibrazione per il dual shock 3) per imprimere resistenza contro i nemici fuori. La sequenza è molto coinvolgente, e pone il giocatore in un ruolo attivo nello svolgersi degli eventi. Come presumibile, si avrà un completo supporto al nuovo dual shock 3; sfruttando l’intensità della vibrazione ,infatti, potremo essere in grado di capire quanto vicini siano i nemici ed agire di conseguenza.
Aspetto tecnicoDal punto di vista prettamente tecnico non ci sono note particolarmente dolenti. Gli ambienti, seppur limitati, risultano estremamente dettagliati, illuminati (o per meglio dire oscurati) sapientemente, e i modelli poligonali risultano davvero ben fatti. Le texture appaiono nitide e ben definite, e non mancano gli effetti visivi d’impatto come ad esempio con vestiti che si macchiano di sangue in modo realistico quando infliggiamo colpi ai nemici. Particolare menzione d’onore meritano le espressioni facciali dei personaggi, davvero ottime. I nemici sono estremamente curati nella caratterizzazione e nelle movenze, rendendo il comparto emotivo di prim’ordine. Il nuovo engine grafico, dunque, si presenta davvero bene, enfatizzando al massimo i passaggi di luce dal chiaro allo scuro, soprattutto quando utilizzeremo la torcia elettrica a nostra disposizione, e non soffre di particolari punti deboli.Il senso di angoscia, infine, è aumentato grazie all’applicazione di flitri granulosi e sporchi di cui è rivestita la telecamera di gioco. Unica pecca riscontrata riguarda propria quest’ultima, risultata un po’ troppo sensibile agli spostamenti, ma confidiamo sia una cosa risolvibile facilmente.
Considerazioni finaliDa quanto osservato, questo Siren Blood Curse promette ore di suspence e di brivido mentre ci avventuriamo fra gli scenari proposti dagli sviluppatori. Il titolo Sony non presenta, infatti, particolari mancanze o punti deboli e sembra, inoltre, avere una buona struttura narrativa. Forte di un buon gameplay, a metà fra il survival horror e lo stealth-game, e dotato di una matrice spiccatamente cinematografica nello sviluppo degli eventi, la nuova creatura del Team Siren si pone in primo piano nel panorama horror di quest’anno. L’unico ed effettivo dubbio sulla buona riuscita del prodotto, riguarda il sistema di distribuzione ad episodi scaricabili previsto. Potenzialmente l’idea è ottima, ma, resta il rischio che si possa rivelare un’arma a doppio taglio se non sfruttata a dovere. Se il titolo base dovesse offrire un gioco degno di spessore, allora ben vengano gli episodi futuri tramite PSN. Se, invece, il gioco base dovesse essere breve e non particolarmente soddisfacente, allora occorrerà rivedere la politica dietro questo sistema. Il nostro augurio è che, per una volta, nel mercato si pensi prima al consumatore e poi al profitto.