Londra – L’impatto iniziale è sempre molto importante, in ogni tipo d’incontro. Che si tratti di conoscere una persona la prima volta o mettere le mani su un titolo ancora non rilasciato, quella prima mezz’ora può decidere molto del rapporto futuro. Quando, nei primi trenta minuti, un videogioco riesce a farti partecipare a una rapina in banca in cui la cassaforte viene strappata dal caveau e sollevata in elicottero, per poi gettarti da un aereo in caduta libera verso la città, c’è da scommettere che l’avventura in questione sia una di quelle da ricordare.Un recente evento tenutosi a Londra, cui abbiamo partecipato in esclusiva italiana per l’online, ci ha permesso di provare con mano le prime quattro ore della campagna singolo giocatore di Saints Row The Third, terzo folle capitolo della saga free roaming targata Volition.
I Santi sono tornatiIl primo passo da compiere per approcciare correttamente la saga di Saints Row è spogliarla dell’etichetta, immeritata, di “clone di Grand Theft Auto”. Pur appartenenti allo steso genere e simili per struttura, i due titoli presentano infatti una lunga serie di sostanziali differenze, le quali scaturiscono in esperienze di gameplay diametralmente opposte. Dove Rockstar ha costantemente cercato una messinscena credibile dei drammi umani legati al crimine in diversi periodi storici, l’intenzione di Volition è sempre stata quella di spingere al massimo sulla satira, sul nonsense e su situazioni davvero incredibili.Lo spettacolare incipit vede i Santi ormai all’apice della fama in quel di Stillwater. Non più “solo” un gruppo di gangster multimiliardari, bensì delle vere e proprie icone mediatiche, con tanto di ricco merchandise a corredo. Vestiti, energy drink, il loro logo è ormai ovunque. Ciò non toglie che la quotidiana attività criminale rimanga comunque il loro passatempo preferito, tanto che una rapina in banca ogni tanto non viene affatto disdegnata. E’ proprio così che a qualche istante dai titoli d’inizio ci troviamo saldamente ancorati a un’enorme cassaforte, audacemente sollevata per intero con un elicottero direttamente dal caveau dell’istituto di credito: sequenze spettacolari e guidate come questa, già frequenti nel precedente capitolo, si presenteranno con ancor più frequenza in questo terzo episodio, dove la ricerca della spettacolarità è all’ordine del minuto.La rapina in questione purtroppo non va per il verso giusto: ben presto scopriremo che i Santi hanno erroneamente preso di mira una banca di proprietà del Sindacato, un’organizzazione criminale rivale. Quest’ultima offre a Johnny Gat e alla banda un’ultima possibilità: rinunciare a due terzi del dominio economico e criminale su Stillwater in cambio della vita. La proposta viene naturalmente rispedita al mittente insieme a chili di piombo, scaturendo in una guerra senza quartiere.Senza svelarvi ulteriori preziosi dettagli sul plot, come sempre assurdo ma interessante da seguire grazie ai molti colpi di scena, ci limitiamo a confermarvi che da Stillwater i Santi si sposteranno a Steelport, città economicamente più depressa e in mano a tre gang, chiaramente sotto il saldo controllo del Sindacato. Il lato più interessante della nuova campagna è il fattore decisionale: una volta raggiunto il primo terzo di gioco, si renderanno disponibili missioni legate alle tre bande criminali, al termine delle quali sarà talvolta possibile operare importanti scelte. Tutto questo andrà a influire sul finale del gioco, offrendo così un interessante aspetto rigiocabilità.
ConquistaSe spogliato del nuovo impianto grafico e della spettacolarità di alcune sequenze chiave, il gameplay di Saints Row The Third è ancora quello classico della serie. La città si stenderà ai vostri piedi ricca di missioni principali, le quali si sbloccheranno progressivamente presso i compagni di banda, e di attività secondarie. Soprattutto queste ultime hanno subito una decisa rinfrescata rispetto a quanto visto nel precedente episodio. Niente più consegne, niente più “vai dal punto A al punto B”: azione sopra le righe è sempre e comunque la parola d’ordine. E’ così che invece che consegnare pizze vi troverete a completare le puntate di un reality show dove l’obbiettivo è uccidere i partecipanti vestiti con costumi da animali (con una strizzata d’occhio alla Mutant Bash TV di Rage) oppure ad attraversare la città a bordo di un carro armato, distruggendo più proprietà possibili (l’intramontabile Tank Mayhem). Alcune di queste attività, soprattutto nelle prime ore, verranno introdotte sotto forma di missioni principali, così da permettere al giocatore di familiarizzare con esse: una volta completato il primo step, i livelli successivi si presenteranno sotto forma di icone sulla mappa.Le missioni principali si presenteranno invece in maniera tradizionale: tramite il telefono cellulare, che in questo terzo capitolo va a sostituire interamente i menu di gioco con un’interfaccia molto simile a quella di un comune iPhone, sarà possibile accedere alle quest principali, le quali naturalmente porteranno avanti la storia. Una volta raggiunta Steelport, l’incedere si dividerà in tre rami, uno per ogni gang rivale da sconfiggere, lasciando totale libertà al giocatore sull’ordine con cui procedere. Gli incarichi principali sono stati arricchiti da diverse boss fight da combattere contro nemici elite, i quali si sono rivelati molto coriacei e difficili da approcciare.Completando le missioni si otterranno due valute distinte: somme di denaro in dollari, ottime per acquistare nuove armi, vestiti e equipaggiamento nei molti shop sparsi per la città, ma soprattutto il Rispetto. Quest’ultimo valore funzionerà sostanzialmente come l’esperienza in un gioco di ruolo, permettendo di evolvere il proprio personaggio.Un ricco comparto upgrade permetterà infatti di migliorare le caratteristiche del protagonista, come la velocità di corsa, la possibilità di impugnare contemporaneamente due armi o la rigenerazione della salute: i perk si sbloccheranno raggiungendo determinati livelli di Rispetto e andranno successivamente acquistati con somme di denaro. Laddove in Saints Row 2 per ottenere questi bonus occorreva terminare i livelli più avanzati di certe attività secondarie, in questo sequel la crescita è stata gestita in maniera molto più chiara, permettendo una comprensione immediata delle possibilità in tal senso.Tornano naturalmente le possibilità di personalizzazione e crescita anche per la gang: sbloccando covi via via più prestigiosi e spaziosi, sarà possibile modificare i veicoli della banda così come i vestiti dei membri (ma solo quelli comuni, dato che i personaggi principali come l’immancabile Shaundi presentano ancora modelli non modificabili), nonché sbloccare nuovi compagni da chiamare in aiuto nel corso delle missioni.
Guerriglia UrbanaPrincipali o secondarie, le missioni di Saints Row The Third gireranno sempre attorno al concetto di guerriglia urbana: la visuale in terza persona favorisce uno shooting dinamico, supportato dalla grande varietà di armi che sarà possibile portare con sé. Da quelle tradizionali, come pistole e fucili, si passa alle più estreme: durante le nostre prove abbiamo potuto provare un attacco aereo satellitare, con tanto di missili da guidare in prima persona fino all’obbiettivo, e un fucile spara-polipi, in grado di far letteralmente impazzire i nemici, trasformandoli in ballerini da Febbre del Sabato Sera.La salute del personaggio è naturalmente rigenerativa: in caso di Game Over, la situazione cambierà durante il free roaming o le missioni. Nel primo caso il personaggio si rigenererà presso l’ospedale più vicino con qualche soldo in meno, nel secondo invece si caricherà l’ultimo checkpoint.Manca, come di consueto, un sistema di copertura: data l’intelligenza artificiale nemica volutamente scarsa (la difficoltà si basa infatti più sulla quantità dei nemici da affrontare che sulla qualità delle loro offensive), lo shooting si presenta più immediato rispetto alla media, portando il giocatore ad affrontare di petto gli avversari, in uno stile tamarro molto in linea con lo spirito della produzione. Giunge gradita la possibilità di prendere ostaggi tra le fila nemiche, con i quali farsi scudo sparando da sopra la loro spalla.Altra piccola aggiunta al gameplay è rappresentata dal cosiddetto Awesome Button: tenendo premuto il dorsale sinistro durante le normali azioni, come il corpo a corpo o il furto di una macchina, il personaggio si esibirà in mosse spettacolari accompagnate da movimenti di camera cinematografici. Niente di sostanziale, ma aggiunge comunque ulteriore stile al mix.
Comparto tecnicoI ragazzi di Volition hanno lavorato duramente su uno degli aspetti più critici del precedente capitolo: per quanto l’impatto visivo sia ancora lontano dalle meraviglie offerte in questi ultimi anni di vita della corrente generazione, l’insieme risulta molto più godibile che in passato. La linea dell’orizzonte è stata notevolmente ampliata, così come il dettaglio su strutture, veicoli ed elementi del paesaggio. La versione Xbox 360 da noi testata presentava un buon frame rate, soggetto a qualche calo solo durante le esplosioni più impegnative. Piuttosto evidente il pop up delle texture e di certe strutture, anche se il codice testato non era del tutto ottimizzato, lasciando speranze per ulteriori rifiniture dell’ultimo minuto.Il design è come sempre notevole, pescando da varie culture urbane e hip hop riesce a creare un collage inedito e sopra le righe. Eccezionali gli editor di personaggio e veicoli, ricchissimi di possibilità, in grado di lasciare totale libertà al giocatore su come rappresentare il proprio alter ego per sesso, forma fisica, tratti, trucco e abbigliamento.
– Ancor più spettacolare
– Crescita del personaggio migliorata
– Missioni più varie
– Tecnicamente migliorato
Le prime quattro ore di Saints Row The Third, provate in esclusiva italiana per l’online, ci hanno lasciato buone sensazioni. L’aspetto più positivo è la crescita del personaggio, ora molto più sensata e fruibile, unita al fattore scelta, il quale apre a finali multipli per la storia e alle conseguente rigiocabilità. Lasciando intatto il cuore del gameplay, i ragazzi di Volition si sono poi concentrati sull’innalzare il tasso di spettacolarità delle missioni, facendo in modo che soprattutto quelle principali presentino spesso momenti davvero memorabili grazie alle assurde sequenze guidate.
Non siamo dunque di fronte ad una rivoluzione contenutistica per il brand, ma a un’evoluzione tangibile, evidente anche dal punto di vista tecnico, che lascia presagire un prodotto valido almeno quanto il suo predecessore.
Rimane naturalmente da testare a fondo la cooperativa per due giocatori, tassello fondamentale del puzzle.
Rimanete con noi per l’ormai prossima recensione, a presto su queste pagine.