Anteprima

Rocksmith 2014

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a cura di Nitro

Non è un segreto che il genere dei rhythm game, serie Just Dance a parte, sia stato recentemente protagonista di un lento declino. Il grandissimo successo riscosso da Guitar Hero e Rock Band ha portato Activision e Harmonix a sviluppare titoli musicali a più non posso, ma ben presto lo spremere questa gallina dalle uova d’oro ha avuto effetti spiacevoli, provocando una saturazione di questo genere nel mercato e spingendo le software house a congelare i rispettivi brand o, come nel caso di Harmonix, puntare a titoli a budget minore come Rock Band Blitz. Quello che mancava a queste due serie era una vera e propria svolta, qualcosa che potesse rinnovarle evitando che ogni iterazione altro non fosse che un more of the same dei capitoli precedenti, semplicemente caratterizzata da modifiche minori. 
Nessuna delle software house aveva avuto, per esempio, l’idea di implementare un sistema di controllo che potesse interagire con una vera chitarra elettrica. Certo, la serie Rock Band aveva introdotto con il terzo capitolo la modalità PRO per tutti e cinque gli strumenti, ma dover acquistare una chitarra specifica per giocare a un livello di difficoltà che permettesse di suonare le tablature reali dei vari brani non ha di certo entusiasmato i giocatori, specie se si considera che la spesa da sostenere non era delle più indifferenti. 
Con Rocksmith, Ubisoft ha cercato di focalizzarsi su un singolo strumento e su un prodotto originale, capace di andare al di là del semplice strimpellamento videoludico e di offrire un’esperienza più profonda, che potesse protrarsi anche una volta terminata la sessione di gioco. Rocksmith vuole innanzitutto permettere a chi non ha mai imbracciato una chitarra o un basso di impararne i fondamenti e muovere i primi passi, cercando di evitare noiose ore di esercizi che potrebbero portare all’abbandono dell’apprendimento. A circa dodici mesi dall’arrivo sugli scaffali europei, possiamo dire che la casa francese è riuscita nel suo intento, generando una fanbase estesa che, tutt’ora, continua a chiedere nuovi contenuti e idee per questo rhythm game. Quest’anno Paul Cross, Nao Higo e rispettivi membri del team di sviluppo hanno in mente di rinnovare l’intera formula di gioco, introducendo nuove modalità e una serie di migliorie volte a correggere alcuni problemi tecnici emersi in precedenza, come la famigerata latenza audio che, se non regolata a dovere, rischiava di rendere il titolo ingiocabile.
 
He who tries, will be wasted
A presentarci i primi dettagli di Rocksmith 2014 è il grandissimo Jerry Cantrell, membro degli Alice in Chains, che apre la conferenza Ubisoft dell’E3 2013 con un passo di Man in The Box. Terminata l’esibizione Cantrell cambia strumento, sul maxischermo compare una schermata di Rocksmith 2014 e grazie ad alcuni comandi vocali viene avviato il Session Mode, una delle principali novità di questo capitolo. Il chitarrista si lancia subito in un’improvvisazione, e pochi secondi dopo un batterista e altri membri di una rock band virtuale cominciano, in modo graduale, ad accompagnarlo nell’esecuzione. Quello che stupisce è l’assoluta reattività del gruppo guidato dall’IA, che riesce a percepire ogni minima sfumatura a opera del chitarrista e a cambiare, di conseguenza, ritmo e intensità sonora, dando l’impressione che a suonare siano delle persone in carne ed ossa. Come facilmente intuibile, il coinvolgimento in questa variante è ai massimi livelli, e le possibilità di personalizzazione degli strumenti della virtual band, così come il ritmo o gli effetti sonori aggiuntivi, rendono ogni esibizione unica e capace di offrire ore e ore di divertimento.
Oltre alla nuova modalità appena descritta, Rocksmith 2014 proporrà ancora i Guitarcade, minigiochi che permettono di acquisire maggiore dimestichezza con lo strumento, il Master Mode, che porrà gli utenti nelle condizioni di suonare a memoria brani già eseguiti, e il Riff Repeater, una sorta di modalità Sandbox che consente di ripetere determinate sezioni di un brano modificando in modo immediato la difficoltà. Rimanendo in tema, Rocksmith 2014 sembra adottare il sistema di difficoltà dinamico già comparso nel suo predecessore, in grado di modificare la velocità della tablatura e la quantità di note da suonare in base alle abilità dell’utente, misurate in tempo reale con un algoritmo che impedisce un’esperienza di gioco frustrante.
Oltre al comparto giocatore singolo sarà sicuramente possibile suonare in compagnia di un altro amico, ma non è chiaro se questo potrà avvenire anche online. Per il momento, però, l’introduzione di uPlay è un elemento che fa ben sperare, e ci auguriamo che in questo nuovo capitolo sia possibile competere con i chitarristi virtuali di tutto il mondo in duelli all’ultima nota.
Dem boxes
Come già accennato poco sopra, a livello tecnico lo sforzo di Ubisoft si è focalizzato per la maggior parte nella risoluzione dei problemi di latenza audio/video. Rocksmith 2014 punta a correggere questo inconveniente, probabilmente grazie a un sistema di calibrazione molto più raffinato e user-friendly di quello già sperimentato. Anche l’interfaccia grafica ha subito un redesign notevole, così da permettere agli utenti di identificare con più facilità le note da suonare e di muoversi nei menu con più rapidità, fattore che ridurrà a notevolmente i tempi morti tra un’esecuzione e l’altra. Per quanto riguarda i comandi vocali, ci sono ancora molti dubbi riguardanti l’implementazione su tutte le piattaforme di gioco, ma la loro presenza potrebbe evitare di tenere a portata di mano gamepad o mouse e tastiera.
Gli utenti che hanno già acquistato Rocksmith potranno inoltre trovare questo nuovo capitolo in versione stand-alone, vale a dire a prezzo standard senza cavi o chitarre, e importarvi, secondo modalità non ancora divulgate, le canzoni del primo capitolo e tutti i DLC già acquistati dallo store Ubisoft.

– Compatibile con i brani già presenti

– Diverse migliorie a livello tecnico

– Session Mode estremamente interessante

Rocksmith 2014 si configura come un rhythm game di tutto rispetto, in grado di mantenere i punti di forza della precedente iterazione e di correggere le problematiche emerse. La presenza di nuove varianti come il Session Mode punta a offrire svariate ore di gioco, e la nuova interfaccia grafica sembra rendere il tutto più intuitivo e semplice da usare. Con buone probabilità alla Gamescom di Colonia avremo modo di saperne di più, rimanete con noi!

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