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Resonance of Fate

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Avatar di JakDilemma

a cura di JakDilemma

Pubblicato il 26/09/2009 alle 00:00
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Resonance of Fate, conosciuto come End of Eternity in Giappone, è il nuovo progetto nato dalle menti dei Tri-Ace, prodotto da SEGA per le attuali console HD, Xbox 360 e PlayStation 3. Prima di andare ad analizzare il nuovo titolo, è doveroso esaminare la storia che ha caratterizzato la casa di sviluppo attualmente all’opera, quella Tri-Ace famosa per alcune delle maggiori saghe di RPG orientali approdate sui nostri sistemi da gioco: si parte dal primo episodio di Star Ocean, realizzato su Super Famicon, per arrivare ai giorni nostri al discusso seppur discreto Star Ocean: The Last Hope, passando dalla serie più apprezzata (almeno dalla critica) Valkyrie Profile. Con alle spalle questo ricco curriculum di giochi di ruolo, la compagnia giapponese cerca di rinnovare almeno in parte il suo stile, proponendo un Gioco di Ruolo dalle meccaniche spiccatamente action, caratterizzato da un ampio uso delle armi da fuoco.

Bazel, la torre della salvezzaIn un non troppo lontano futuro la Terra ha subito drastiche alterazioni ambientali. Per ragioni sconosciute, un gas velenoso fuoriesce dalle profondità del terreno avvelenando l’atmosfera, fattore che ha portato all’estinzione quasi totale della razza umana incapace, almeno inizialmente, di adattarsi al radicale cambiamento. Gli uomini sopravvissuti però hanno costruito un gigantesco dispositivo, chiamato Bazel, in grado di purificare l’aria circostante al terreno in cui viene piantato, nella speranza di liberare un giorno gli esseri viventi da questa terribile condizione venutasi a creare. Così la civiltà ha ricominciato a crescere intorno alla torre-dispositivo, dividendosi ancora una volta nel corso della storia in ceti sociali dettati dalle risorse finanziarie, fino al momento in cui il Bazel smette di funzionare. Queste le basi per l’avventura di Zephyr, il giovane protagonista del gioco, un orfano cresciuto in un centro d’assistenza per l’infanzia fino all’età di diciassette anni, fattore che ha in gran parte modellato la sua personalità. Contraddistinto da una visione tanto dura della vita da sostenere che “la mia sola esistenza prova che non esiste alcun Dio“, egli decide di arruolarsi in una compagnia militare privata, iniziando la sua carriera da soldato mercenario addestrandosi all’uso intenso delle armi da fuoco, esperienza che risulta essere il punto cardine degli intensi scontri del titolo.

Tuffi, acrobazie e sparatorie a turniOsservando le movenze dei personaggi durante i combattimenti si può notare come Tri-Ace prenda spunto, dal punto di vista puramente estetico, da film come Matrix e da giochi stylish di successo, in particolare in occidente (per intenderci Devil May Cry), mescolando i virtuosismi acrobatici caratteristici di queste produzioni alle meccaniche tipiche dei Giochi di Ruolo, ottenendo un particolare mix di generi che potrebbe anche rivelarsi vincente. Da ciò che è apparso dalle dimostrazioni fatte da SEGA, i combattimenti, fulcro del gioco, avranno un sistema a turni abbastanza classico, nel quale il personaggio all’interno del gruppo da voi guidato potrà muoversi e agire nella totale libertà, tipologia di combattimento adottata da titoli come Eternal Sonata. Aspettatevi quindi i classici danni contati numericamente in battaglia e una crescita del personaggio calcolata in punti esperienza, come canone di un GdR orientale. Unito a questo vi saranno nuove caratteristiche che aumenteranno la giocabilità del titolo, come la possibilità di saltare durante la sparatoria, cosa che se fatta al momento opportuno vi garantirà acrobazie da spezzare il fiato, grazie alle quali ottenere un maggior danno, oppure la possibilità di terminare lo scontro semplicemente eliminando il leader della squadra avversaria, ottenendo però meno punti esperienza ed oggetti, fattore che potrebbe capovolgere improvvisamente le sorti dello scontro nel caso fosse ormai irrimediabilmente perso.

Orientale nella realizzazioneParlando del comparto tecnico, i giocatori potrebbero dividersi: da una parte un’ambientazione che, seppur non molto originale, affascina nella sua spietata visione industriale di una città ai piedi della mastodontica torre, dominata da chi è ricco e potente, ma dall’altra non pochi potrebbero storcere il naso davanti ad alcune textures ambientali e ad alcune animazioni (soprattutto dei personaggi non giocanti) non particolarmente azzeccate. Rimane intatto comunque lo stile grafico adottato in Star Ocean: The Last Hope, accompagnato da squisite e spettacolari sequenze in computer grafica che sottolineeranno i momenti chiave della storia. Insomma, sotto una nuova veste estetica che certo non può risultare innovativa anche se comunque inusuale per un RPG, si presenta un gdr piuttosto classico, ma non per questo non meritevole di attenzione. Ancora una volta dovremo attendere la versione finale del gioco per poter valutare Resonance of Fate come merita, prestando attenzione ad importanti elementi quali trama, longevità e complessità, elementi che, al momento, non possono essere approfonditi con sufficiente chiarezza.

– Ambientazione affascinante

– Sistema di crescita e combattimento ben collaudato

– Se ben sviluppato, il mix di turni, acrobazie e sparatorie potrebbe rivelarsi divertente ed efficace

Resonance of Fate può piacere ma può benissimo non farlo. Se siete amanti dei GdR classici orientali e delle spettacolari acrobazie e sparatorie in stile Matrix, questo titolo fa sicuramente per voi, complice un sistema di combattimento e crescita dei personaggi ben collaudato ed un’azzeccata ambientazione industriale ed oppressiva, seppur non particolarmente originale. Altri giocatori potrebbero puntare il dito accusatorio verso un comparto tecnico che mostra il fianco in alcuni frangenti, come nel caso di qualche texture ambientale e qualche animazione non proprio azzeccata. Tuttavia diversi fattori decisivi per la qualità di un RPG, come la longevità, complessità e profondità della trama non possono essere valutati se non a gioco completato, per cui vi invitiamo a seguire Spaziogames.it per tutti i prossimi aggiornamenti.

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