A circa sei mesi dal nostro primo incontro con Red Dead Redemption , torniamo a parlare del nuovo progetto di Rockstar grazie ad una visita presso gli studi milanesi di 2K, che ci ha permesso di visionare una versione del titolo molto più matura e ricca di gameplay. Sin dal primissimo Grand Theft Auto la software house newyorchese si è distinta per un approccio alla videoludica del tutto personale, caratterizzato dalla continua ricerca del setting perfetto per ambientare le proprie vicende. La maggior parte dei titoli prodotti negli ultimi dieci anni dalla celebre R ha infatti colpito per la straordinaria abilità nel creare ambientazioni via via sempre più complesse, caratterizzate da una certosina riproduzione di strati sociali, vicende umane ed architetture credibili, senza dimenticare l’immancabile dose d’ironia a condire il tutto. Red Dead Redempion rappresenta una sfida completamente nuova rispetto alla maturità ormai raggiunta dal brand GTA: riprodurre il selvaggio west significa infatti scontrarsi con difficoltà inedite, su tutte la desolazione che caratterizzava le terre della Frontiera, che rischia di tradursi in problematiche a livello di offerta ludica.
Reluctant heroL’arco narrativo di Red Dead Redemption si pone a cavallo tra ‘800 e ‘900, in quel delicato periodo di transizione caratterizzato dalla nascita delle principali istituzioni del governo federale americano, le quali si posero come primo obbiettivo quello di rimettere ordine in cent’anni di anarchia e vita di frontiera. Con la Rivoluzione Industriale da un lato e la fondazione del Beureau (precursore dell’odierna FBI) dall’altro, per dinosauri come Jon Marstone sembra non esserci più spazio. Eppure, le sue qualità di famigerato ex fuorilegge possono tornare utili agli uffciali del Beureau, i quali lo costringono dietro ricatto a mettersi al lavoro e ad aiutarli nel “fare pulizia” in quel caos di criminalità ed anarchia. L’immenso ambiente di gioco si presenterà idealmente diviso in tre macroaree: il giocatore potrà esplorare la Frontiera (New Austin), il nord (West Elizabeth) ed una parte del Messico (Nuevo Paraiso). Proprio in quest’ultima area ci siamo addentrati, scoprendo una situazione decisamente instabile ed una guerra civile in procinto di scoppiare.Un breve giro a dorso di cavallo è bastato a metterci di fronte alla risposta di Rockstar nei confronti dei problemi causati dall’ambientare il loro nuovo lavoro in un setting perlopiù disabitato: vagando per le praterie ed il deserto si incapperà infatti in un gran numero di eventi procedurali, ovvero generati casualmente da un’apposita Intelligenza Artificiale, ai quali il giocatore potrà decidere liberamente come reagire, interessandosene o meno. Percorsa poca distanza dal nostro accampamento ci siamo imbattuti ad esempio in uno sceriffo in difficoltà, minacciato da due prigionieri sfuggiti al suo controllo: il libero arbitrio è assoluto, e sta al giocatore scegliere se aiutare lo sfortunato tutore dell’ordine oppure procedere sul suo cammino. Al fine di mostrarci una breve sequenza di combattimento gli sviluppatori hanno deciso di occuparsi della situazione, uccidendo il primo fuggitivo con un tiro mirato da cavallo e catturando vivo il secondo con un elegante lancio del fido lazo. Per questo piccolo disturbo Jon si è meritato una modesta ricompensa in denaro, ed un aumento dei valori di Onore e Fama. Questi ultimi, novità assoluta di questa nuova versione del gioco, permetteranno al giocatore di caratterizzare Jon Marstone positivamente o negativamente nelle varie aree di gioco, con diverse ripercussioni in termini di gameplay. Risolto il breve incidente di percorso, il giro turistico si è spinto sino alla cittadina di Chuparosa, poche case nel cuore del deserto. Eppure, varcato il piccolo perimetro difensivo, l’atmosfera si è rivelata ben diversa rispetto alla desolazione esterna: macellai, fabbri, maniscalchi, bettole e taverne hanno catturato la nostra attenzione, permettendoci inoltre di scoprire il sistema economico del gioco, il quale permette di spendere il denaro accumulato in precedenza in cambio di beni di vario genere, come armi ed equipaggiamento.
Vita di FrontieraAltra importante tappa cittadina è l’ufficio dello sceriffo, dove è possibile raccogliere informazioni sugli evasi e fuorilegge attualmente ricercati ed eventualmente accettare missioni di cattura. Queste ultime forniranno al giocatore ricompense differenti a seconda che il prigioniero venga riconsegnato vivo o morto, oltre ad incrementi di Fama ed Onore. Una volta accettata una di queste missioni di recupero, un teschio rosso comparirà sulla minimappa ad indicare la posizione del ricercato di turno, il quale si rivelerà spesso e volentieri difeso da un buon numero di compagni: questo ci ha permesso di assistere a qualche nuovo scontro a fuoco, come sempre caratterizzato da un’ottima riproduzione delle armi del tempo, da un solido sistema di coperture, e da un’Intelligenza Artificiale degli avversari apparentemente molto avanzata. Messa fine alla vita del ricercato, ci siamo goduti una nuova sessione di vagabondaggio nei desertici dintorni; oltre all’onnipresenza e alla varietà degli eventi procedurali che rendono ogni cavalcata un’esperienza a sé stante, abbiamo potuto assistere all’allestimento del fuoco da campo, funzione che permette di recuperare salute e munizioni con una bella notte di sonno; l’accampamento potrà inoltre essere migliorato acquistando appositi aggiornamenti presso i mercanti cittadini, aumentando così le chance di recupero.Recuperata la salute e le munizioni, gli sviluppatori ci hanno mostrato un ulteriore attività aggiunta allo scopo di rendere il girovagare sempre ricco di chance ludiche interessanti: completando alcune missioni o esplorando i negozi cittadini sarà possibile di impadronirsi di mappe del tesoro. L’approccio di Rockstar a questo espediente videoludico già visto in molte altre produzioni è del tutto innovativo: invece di segnare un punto sulla minimappa, la visualizzazione delle mappe avviene in maniera grafica. Esse mostrano infatti veri e propri disegni della locazione dei tesori, e starà al giocatore riconoscere l’ambiente circostante basandosi sulla silhouette degli elementi del paesaggio, come ad esempio le montagne sullo sfondo. Questo rende la caccia al tesoro una vera e propria sfida, piuttosto che il pedissequo seguire indicazioni precise già sperimentato in altri titoli, facendo di quest’attività un’aggiunta consistente al gameplay. Tornati in città, gli sviluppatori hanno deciso di mostrarci il sistema di Fama, questa volta nella sua accezione negativa. Un alterco tra alcune guardie e diversi cittadini infervorati si è trasformato in un vero e proprio bagno di sangue quando abbiamo deciso di aprire il fuoco sulle dispotiche forze dell’ordine.Una volta compiuto un atto violento contro le autorità il giocatore può continuare la sua avventura in tre differenti modi: si può scegliere di rimanere nello status di ricercati, tenendo presente che questo renderà molto difficile aggirarsi per la città interessata, pagare un riscatto presso l’ufficio dello sceriffo, oppure procurarsi una lettera di perdono, naturalmente in cambio di favori di vario genere.
Assalto al fortinoDopo averci mostrato cosa Red Dead Redemption offre nella sua componente free roaming, gli sviluppatori ci hanno accompagnato in un rapido tour di una delle missioni della campagna principale; essa vedeva Jon unirsi ad un gruppo di ribelli messicani opposti all’esercito, nei preamboli della guerra civile che incombe sempre più minacciosa sul paese. Tramite una lunga cut scene realizzata con il motore di gioco, i ribelli hanno illustrato a Jon il loro piano: lanciare una carrozza imbottita d’esplosivo contro le porte di un fortino sfondando le difese perimetrali, penetrare e far strage dell’esercito. Naturalmente la parte da protagonista tocca a Jon, il quale si trova a guidare la carrozza lanciata contro i cancelli (occore saltare nel momento giusto per evitare di rimanere coinvolti nell’esplosione) per poi guidare l’assalto all’interno. Segue naturalmente una lunga fase di combattimento, in cui abbiamo potuto apprezzare ancora una volta l’utlizzo del dead eye, abilità speciale che permette di rallentare per qualche secondo il tempo marcando tramite un cursore un certo numero di bersagli, per poi colpirli automaticamente in rapida successione. L’arrivo di rinforzi ha reso necessaria una soluzione decisamente estrema: raggiunti i cannoni presenti sulle mura perimetrali a Jon è toccato sparare sui soldati a cavallo in arrivo dalla strada principale, in una sequenza decisamente spettacolare. Questo è solo un esempio di come le missioni di Red Dead redemption richiederanno una buona adattabilità da parte del giocatore, in pieno stile Rockstar.
Comparto TecnicoA circa sei mesi dall’ultimo incontro, Red Dead Redemption si è mostrato forte di una tecnica molto più matura: l’orizzonte è vasto e ben delineato, con tutti i dettagli raggiungibili a piedi o a cavallo. La modellazione dei personaggi è senza dubbio l’aspetto meglio curato, con un livello di dettaglio di tutto rispetto, ed una quantità notevole di particolari. A colpire positivamente sono anche gli agglomerati urbani, che oltre ad un notevole realismo sfoggiano un’ottima varietà di texture utilizzate nella riproduzione dei diversi materiali edili. Un colpo d’occhio convincente conferma che la direzione artistica intrapresa dai ragazzi di Rockstar è quella giusta, e con un po’ di duro lavoro sarà possibile garantire ai giocatore un look assolutamente autentico per quello che si preannuncia come il West videoludico più bello di sempre. Le notizie sul comparto audio sono ancora poche, anche se qualche indiscrezione sugli autori della colonna sonora dovrebbe arrivare a breve: controllate le news nei prossimi giorni.
– Ottimo design delle ambientazioni
– Eventi procedurali vari
– Missioni molto dinamiche
– Coglie l’atmosfera del West
Il tour guidato negli uffici milanesi di 2K ha confermato le ottime impressioni già riscosse durante il first look di maggio. Sei mesi dopo, il titolo è cresciuto tanto tecnicamente quanto dal punto di vista della profondità del gameplay, che sembra aver finalmente acquisito dei tratti ben definiti. L’incognita più grossa rimane il motore che genera gli eventi proceduralmente, la cui varietà e qualità sarà determinante per assicurare una presa sul giocatore che vada al di là della storia principale e coinvolga anche l’enorme ambientazione circostante.
Di certo le novità relative al gameplay, come il sistema di Fama ed Onore, le mappe del tesoro ed i fuochi da campo fanno intuire come gli sviluppatori siano al lavoro per garantire la massima varietà possibile al loro gameplay. Rockstar è senza dubbio uno studio degno della massima fiducia: per quanto Red Dead Redemption rappresenti una sfida di tutto rispetto, confidiamo che si riveli una delle sorprese della prossima caldissima annata videoludica. Rimanete con noi per le prime impressioni di hands on, che siamo certi non tarderanno ad arrivare, come sempre su queste pagine.