Quando nel 2013 il connubio tra Level-5 e Studio Ghibli sfociò nella pubblicazione europea di Ni No Kuni, che tre anni prima aveva già visto la luce su Nintendo DS in Giappone, il risultato fu altalenante. Da un lato si esaltò lo stile del prodotto realizzato, la qualità artistica, la forza della narrazione stessa, dall’altro si lamentò un gameplay troppo semplice e una difficoltà troppo contenuta. Nonostante ciò Ni No Kuni è diventata un’icona che a distanza di quattro anni sta per tornare con un nuovo capitolo, il secondo, che abbiamo potuto provare con due demo di circa dieci minuti l’una all’E3 di Los Angeles.
Riconquistare il tronoPartiamo col primo distacco avvenuto rispetto al precedente capitolo, che è rappresentato dal protagonista stesso: dopo essersi affidati a una figura giovane, a un bambino che reggeva l’intera vicenda, Level-5 ha deciso di cambiare completamente la direzione della propria narrazione, così da evitare di vedersi bollati come produttori di un titolo esclusivamente per bambini. Stavolta, quindi, tocca a Roland scendere in campo. Così come anche Oliver nel primo titolo, questi arriva dal mondo reale, un mondo nel quale non è presente la magia e soprattutto veste l’importante ruolo di presidente di un glorioso Paese. Catapultato in un mondo parallelo, Roland prende le sembianze del se stesso ventenne, vestito in ogni caso come un business man giapponese, pronto ad accogliere quelle che sono le vicende dinanzi alle quali si ritroverà. Da questo lato del mondo Roland conoscerà Evan, erede al trono del regno di Ding Doll Dell spodestato dal ministro Mausinger, un topo che ha avuto la meglio sul padre del Nostro. La forza di Ni No Kuni II passa d’altronde da qui, dai suoi interpreti: accanto ai due citati protagonisti troveremo anche Tani, un’orfana che è cresciuta in mezzo ai pirati, così come Aranella, la donna alla quale è stato affidato l’importante compito di difendere a costo della propria vita Evan. Una squadra assortita adeguatamente, che anche sul campo di battaglia ci è parso reggere bene. Partiamo col dire che rispetto al primo capitolo adesso il movimento, così come il combattimento in sé, è molto più dinamico, più veloce, meno legnoso: d’altronde dagli errori si impara e se a Ni No Kuni vennero criticate l’esasperante necessità del grinding, la pesantezza delle missioni secondarie e la scarsa rapidità di Oliver sul campo di battaglia, al suo sequel sembra ci sia ben poco da dire e da contestare. Evan, così come tutti i personaggi ai quali potremo passare switchando tra di loro, è dotato finalmente di una schivata, che gli permette, con una rotolata, di scansarsi dall’attacco nemico: inoltre ogni combattente, da Roland a Tani, ha delle armi diverse dagli altri, che cambiano chiaramente anche le animazioni. La novità più grande, però, arriva dalla presenza degli Higgledies, che sostituiscono in tutto e per tutto i famigli che avevano caratterizzato il primo capitolo. La loro utilità sul campo di battaglia è immediatamente tangibile e in entrambe le demo che abbiamo affrontato c’è stata data la possibilità di utilizzarli al meglio delle loro possibilità. Stiamo parlando di folletti, molto simili a degli spiritelli, diversi tra di loro per colorazione e per funzione: il loro scopo è supportare i nostri eroi durante il combattimento, permettendo di attivare delle alterazioni di stato fondamentali per un colpo più forte, per un recupero di energia vitale e per aumentare i parametri difensivi, o anche annullare gli effetti di un danno elementale, come può essere per esempio il fuoco. Tale aspetto lo abbiamo riscontrato nella prima demo, quando abbiamo affrontato Longfang, il signore delle fiamme: come suggerito dalla sua stessa nomenclatura, il possente drago aveva dalla sua dei fortissimi getti di lava, che caduti sul terreno rendevano davvero complessa sia la schivata che la parata. A questo punto arrivano in nostro soccorso gli Higgledies, subito pronti a creare un cerchio protettivo attorno a loro per assicurarci l’annullamento del danno subito. Così come contro Longfang anche contro Thogg, mostro della seconda demo che abbiamo affrontato, questi spiritelli che molto ricordano i Pikmin di nintendiana memoria ci hanno supportato a dovere, ma sempre necessariamente a comando: bisognerà infatti trovarsi nelle prossimità di uno dei drappelli da loro creati e prendere il tasto azione per sfruttare il perk che ci vorranno concedere. Il gameplay per il resto rimane invariato, concedendoci due attacchi – uno pesante e uno leggero – il salto e le abilità affidate a R2, con la possibilità di caricarle tenendo premuto il tasto cerchio e giovare dell’assorbimento dell’energia che arriverà dagli Higgledies.
La città colorataCiò che comunque colpì, all’epoca, di Ni No Kuni era sicuramente lo stile. Partiamo col dire che il team cui si è affidato Level-5 è di ottimo spessore, avendo recuperato tutte le personalità principali al lavoro con lo Studio Ghibli: Akihiro Hino, amministratore delegato dell’azienda nipponica, è l’autore della storia e la sua firma la si ritrova in quasi tutta la produzione di Level-5, dal Professor Layton fino a Rogue Galaxy; accanto a lui c’è Yoshiyuki Momose, un nome non notissimo nell’ambiente videoludico, nel quale non si è mai fortemente cimentato, ma che nel cinema d’animazione ha saputo spiccare per molte delle produzioni dello Studio Ghibli, tra cui anche La città incantata del 2001. A chiudere il trittico delle figure che ci sono state presentate come parte attiva del nuovo capitolo di Ni No Kuni troviamo Joe Hisaishi, da tempo composer delle colonne sonore di Studio Ghibli e ora pronto a questa nuova avventura. Avventura che dal punto di vista grafico ci ha soddisfatto abbastanza: i modelli in toon shading sono decisamente gradevoli e di piacevole vista. Non ci sono fronzoli né altro, tantomeno nell’ambientazione, che per ora ci è sembrata leggermente scarna. Incomprensibile, per ora, lo stacco incredibilmente forte e tangibile che avviene quando si passa alla world map, con tutti i personaggi che passano a uno stile super deformed fino a quando non vi ritroverete a entrare in un nuovo dungeon: un aspetto che, per noi, non trova alcun tipo di giustificazione. Segnaliamo in chiusura che il titolo sarà disponibile doppiato in giapponese e in inglese, ma non in italiano. Di fronte, pertanto, alle numerose polemiche che lamentarono la presenza di un dialetto romanesco troppo accentuato nel famiglio che faceva da partner a Oliver, resta il dubbio di quanto riuscirà il mercato italiano a polemizzare anche stavolta.
– Battle system più rapido e dinamico
– Gli Higgledies rendono bene in battaglia
– Artisticamente sempre ispirato
Ni No Kuni II è un jRPG davvero gradevole, immediato e facile da gestire. Correggendo molti degli errori del primo capitolo, adesso Level-5 può sicuramente andare a scrollarsi di dosso quella nomea di publisher impegnato solo su un target giovanile, concentrandosi su quello che travalica anche l’adolescenziale. Il messaggio che passerà è legato prettamente alla vicenda da raccontare, in attesa di conoscere se Evan riuscirà in qualche modo a recuperare il posto che gli spetta di diritto.