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Neverwinter

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a cura di Pregianza

Pubblicato il 03/04/2013 alle 00:00
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Nel sempre più affollato e competitivo genere degli MMO distinguersi è ormai quasi impossibile. Ci sono prodotti di tutti i tipi, che coprono quasi ogni ambientazione, stile di gioco o sistema di sviluppo disponibile. Con l’ormai sola strada percorribile del modello senza sottoscrizione mensile,vari sviluppatori si sono rimessi in gioco, con risultati più o meno soddisfacenti. Tra costoro, i Cryptic, veterani del genere con alle spalle lavori apprezzati da una larga fetta di utenza come City of Heroes e Champions Online.
Il nome della casa attualmente non fa certo sobbalzare critici e pubblico appena nominato, ma il supporto di Perfect World ha permesso ai suoi sviluppatori di rimettersi al lavoro su un nuovo progetto, un lavoro con una licenza di notevole importanza che non è possibile approcciare con superficialità. Parliamo delle licenza di Dungeons & Dragons e più precisamente dell’universo dei Forgotten Realms, qui utilizzata per dare vita a un gioco di nome Neverwinter. Abbiamo avuto modo di testarlo durante l’ultimo beta weekend, ecco le nostre impressioni.
Hear no drows, see no evil?
Neverwinter prende gran parte del suo lore, delle locazioni e dei personaggi principali dai Forgotten Realms, come abbiamo appena detto, più precisamente dalla quarta edizione di D&D (non esattamente apprezzatissima tra i puristi, per la sua volontà di “allargare le maglie” della complessa infrastruttura del gdr). Pur recuperando alcuni elementi tipici dal Pen & Paper più giocato di sempre, il lavoro dei Cryptic si limita a sfruttare il tiro dei dadi in forma limitata solo durante la creazione del personaggio, per abbandonare poi il sistema dell’ultima edizione in virtù di un gameplay nettamente più indicato per un MMO. 
Si parte dalla creazione del personaggio, che non offre una gran scelta iniziale: solo sette le razze per ora disponibili, con umani, mezzorchi, elfi, nani, tiefling, halfling, e mezzelfi. Cinque invece le classi, poche a detta degli stessi sviluppatori, che però hanno affermato di volerne aggiungere molte altre dopo la release, e di aver dato molto nel perfezionamento di ognuna di queste. Le opzioni sono quelle tipiche, con due tipologie di guerriero, una difensiva con spada e scudo e una offensiva armata con uno spadone a due mani, un chierico, un mago e l’immancabile ladro. Più che discrete invece le opzioni di personalizzazione, con preset modificabili in modo piuttosto limitato, ma una pregevole scelta di info legate al background del proprio alter ego. 
La giocabilità è quella di un action rpg, fortemente distaccato dal ripetitivo cliccare di hotkey dei MMORPG più anziani, ma contemporaneamente abbastanza unico da non andare a copiare i titoli più recenti del genere. Il mouse, innanzitutto, funge perennemente da puntamento, in una struttura che forza il giocatore a muoversi con la tastiera e a legare gli attacchi primari a un click. L’UI è piuttosto limitata, strutturata a mò di misto tra un MOBA e un MMO di stampo classico. Gli slot dove le abilità ottenute sono equipaggiabili sono pochi, ma le hotkey sono tutte nei paraggi dei comandi di spostamento, e pensate per essere intuitive da utilizzare durante le battaglie. 
Tutto si fonde ottimamente con le abilità, che sono basate sul movimento, piuttosto spettacolari, e si sbloccano con una certa rapidità, offrendo una discreta scelta di tecniche offensive e difensive già arrivati al decimo livello (il cap è a 60). 
Lens Flare Blaaaade!
La nostra scelta, piuttosto banale, è caduta sul guerriero con arma a due mani, una classe pensata per il DPS e specializzata nell’eliminazione di nutriti gruppi di nemici. La strada intrapresa dai Cryptic pare diversa da quella vista in Guild Wars 2, pertanto le classi sono piuttosto semplici da inquadrare in un “ruolo” specifico. Tuttavia, le possibilità di sviluppo alternativo non sono state eliminate. Ogni classe ha tre rami di feats, che se approfonditi a forza di skill points permettono di variare l’utilità delle stesse, rendendo ad esempio il guerriero offensivo capace di buffare e supportare i propri alleati, o il ladro un controller con una certa propensione alla fuga.  Non solo DPS, Tank e guaritori, insomma, pur mantenendosi stabilmente nel cerchio tracciato dall’immancabile trinità degli MMO. 
E’ un sistema che funziona, supportato anche dalla buona velocità dei combattimenti e dalla responsività dei controlli, che rendono ogni opzione divertente da utilizzare. I fondamentali vantano lo stesso attaccamento alla stabilità del passato, ma sono infarciti di novità interessanti. Tutto il gioco è strutturato a istanze, con numerosi dungeon facilotti da affrontare in gruppo o in solitudine, e tantissime quest ricche di dialoghi. La narrativa è piuttosto scadente e dimenticabile, anche per la mancanza di filmati d’intermezzo di qualità o personaggi carismatici: carte dorate come Elminster e Drizzt sono probabilmente l’asso nella manica di Cryptic per le storyline più avanzate. 
Le quest che abbiamo incontrato ci sono parse in generale poco impegnative, tuttavia trattandosi della fase iniziale è difficile pesare realmente fino a che punto gli sviluppatori abbiano fatto centro con il calcolo della difficoltà. Le novità però abbiamo potuto visionarle da subito, prima fra tutte la Foundry, un interessantissimo editor di quest che permette all’utenza di creare avventure personalizzate con premi ed esperienza proprio come quelle basilari. L’idea è geniale, perché dona al titolo una quantitativo infinito di contenuti in continuo miglioramento, inserendo il modding nello scheletro del prodotto e sfruttando un comodo sistema di rating delle creazioni che premia i migliori “dungeon master” improvvisati. Per ora i lavori della community sono grezzi, per via delle limitazioni dell’editor e dei brevi beta weekend, ma tale opzione ha il potenziale per divenire il fulcro dell’esperienza se migliorata a dovere in futuro. 
Vi sono altre idee lodevoli nel sistema, tra cui un calendario di world events nell’angolo dello schermo che permette di affrontare boss e unirsi a gruppi di giocatori con facilità incredibile, la netta separazione degli equipaggiamenti dai mercanti in base alla classe usata, il fatto che il parlato dei quest giver continui una volta presa la missione, per chi desidera seguire la storia e mantenersi comunque in movimento. Molti anche i tocchi di classe riconoscibili dai giocatori di Dungeons & Dragons, visto che i programmatori sembrano aver tentato di mantenere un’atmosfera il più fedele possibile a quella dei Forgotten Realms. 
Particolarmente curiosa è, la scelta dei Cryptic di rendere la valuta speciale di Neverwinter, gli Zen Points, ottenibile anche con il sudore della fronte e scambiabile con diamanti guadagnati durante le istanze. Chiaramente spendere denaro sonante permetterà di ottenere prima un sacco di gingilli interessanti, tra cui cavalcature stilosissime, ma per ora non sembrano esserci oggetti in grado di dare vantaggi sensibili ai giocatori e questo è positivo. Peculiare, infine, persino il crafting system, che seppur classico nei menu e nella gestione richiede classi e kit specifici per la raccolta dei materiali e offre un gran quantitativo di possibilità. 

– Licenza prestigiosa

– La Foundry ha un potenziale enorme

– Sistema di combattimento action solido

Neverwinter è un MMO Free to Play estremamente interessante. Se da una parte si notano già da ora parecchie debolezze a livello tecnico e contenutistico, dall’altra la Foundry, il sistema di combattimento veloce e divertente, e alcune buone idee facilmente sviluppabili gli donano una certa verve. Con i giusti ritocchi prima dell’uscita e un supporto costante, l’ultimo lavoro dei Cryptic potrebbe essere una gradita sorpresa per i fan dei Forgotten Realms. Non resta che aspettare e sperare.

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