Vancouver – In attesa della presentazione ufficiale durante l’E3 2011, Electronic Arts ci ha invitato presso i mastodontici uffici nei pressi di Vancouver per farci provare con calma ed in anteprima alcune fasi di gioco di Need for Speed: The Run, l’ultima incarnazione della serie corsistica EA.
Il terzo in tre mesiLa ragione per capire i motivi di una scelta tanto azzardata, ovvero quella di presentare il terzo gioco legato al medesimo brand in meno di sette mesi, va ricercata nella natura stessa della serie che in quasi vent’anni di vita si è saputa reinventare diverse volte, andando a coinvolgere prima gli amanti degli inseguimenti, poi quelli del tuning ed infine perfino quelli delle simulazioni corsistiche. Giochi dunque tremendamente diversi tra di loro, ma accumunati tutti dalla firma Need for Speed, un marchio capace di vendere oltre 115 milioni di copie (il quinto franchise della storia a superare la fatidica quota di 100 milioni) in oltre 60 paesi diversi, suddivisi in 20 ceppi linguistici. Una vera e propria corazzata che in termini di vendite non ha rivali, tanto da distanziare di oltre 3 volte e mezza il secondo classificato in questa speciale classifica, a partire però dal 2003. Non stupisce dunque che il colosso canadese punti fortemente su questa licenza, cercando di coinvolgere la maggior parte di utenza possibile. Se con Hot Pursuit di Criterion sono stati accontentati i fan degli inseguimenti più sfrenati con le macchine della polizia sempre alle calcagna, con Shift 2: Unleashed si è andati a soddisfare coloro alla ricerca di un approccio più simulativo, comunque capace di porre sempre al centro dell’esperienza il pilota, le sue emozioni e la gioia delle competizioni. L’unica anima non ancora coinvolta è quella rappresentata dai vari Carbon e Most Wanted, titoli coi quali i ragazzi di BlackBox, cercando di cogliere la tendenza della cultura delle macchine del tempo (fortemente influenzata a livello popolare dalla serie Fast&Furios), hanno cercato una formula capace di distillare un comparto narrativo sempre più solido con una divertente sezione di tuning. Sfortunatamente questo filone nel giro di pochi anni vide terminare con Undercover la propria parabola, sopratutto dal punto di vista qualitativo, ultimo gioco della serie sviluppato dai ragazzi canadesi, ormai logorati dai ritmi incessanti di un nuovo Need for Speed all’anno, elemento che era andato ad incidere tanto sulla qualità finale che sugli elementi innovativi.Dopo qualche anno per rigenerare le energie, anche grazie all’innesto di alcuni validi componenti usciti da Codemasters e coinvolti nello sviluppo di Grid e Dirt e rinfrancati dall’ottimo successo di Skate, Blackbox è pronta a tornare in grande stile con Need for Speed: The Run, capitolo che promette di portare avanti la tradizione dei loro Need for Speed.
Live ActionNeed for Speed: The Run metterà in pista il folle inseguimento del personaggio che interpreterete, misteriosamente (per ora) braccato dalla polizia ed in fuga verso New York, dove il nostro protagonista è convinto di trovare la salvezza. Tutto apparentemente semplice non fosse che la partenza di questo viaggio sarà San Francisco e dovremo quindi attraversare gli interi Stati Uniti costa a costa. Da quanto si può intuire la struttura non sarà dunque open world come in Hot Pursuit per esempio e nemmeno a circuiti, come in Shift, ma correremo su percorsi lineari lungo i quali si dipanerà la storia, attraverso momenti scriptati e scene di intermezzo, grazie alle quali gli sviluppatori faranno progredire la trama e ci consentiranno di cambiare mezzo di trasporto ed effettuare alcune scelte.Per poter facilitare questo nuovo approccio, avere un comparto tecnico all’altezza della corrente generazione di console ed avere una facile integrazione dell’Autolog, il sistema online della serie EA che ormai da qualche anno raccoglie, mette in comunicazione ed organizza tutti i giochi di Need for Speed, facilitando le interazioni tra i vari utenti e spingendoli a competere e socializzare, i ragazzi di Blackbox hanno deciso di chiedere a DICE il loro Frostbite 2, il potente motore grafico proprietario utilizzato per gli ultimi Battlefield.Come plus da non sottovalutare il Morso gelido ha consentito agli sviluppatori di inserire uno dei motori fisici più raffinati sul mercato, con il quale poter prevedere un elevato grado di distruttibilità dell’ambiente. Chiacchierando con Alex Grimbley, “strappato”a Codemasters per la sua esperienza e capacità nel costruire tracciati, è emerso come i tool dei ragazzi svedesi, nonostante non siano nati per un gioco di corse, si siano dimostrati presto piuttosto validi e flessibili, consentendo di imbastire in pochi minuti tracciati piuttosto ricchi di eventi particolari, come per esempio esplosioni o l’arrivo di un elicottero non propriamente bene intenzionato, in grado di rendere la corsa e l’inseguimento decisamente più spettacolare. Inoltre da Shift hanno cercato di importare la telecamera dinamica, questa volta per un’inquadratura fuori dall’abitacolo, altro elemento ormai imprescindibile per la serie in grado di aumentare esponenzialmente il coinvolgimento ed il ritmo.Per quanto impressionanti od innovative tutte queste informazioni potrebbero apparire, svaniscono in confronto alla novità assoluta per tutto il brand: il protagonista avrà infatti un volto e sarà persino in grado di scendere dalla macchina per brevi sessioni a piedi.
Hands onLa breve demo della presentazione ci è stata messa successivamente a disposizione per provare con mano le novità del gioco. La sessione di gioco è ambientata a Chicago, quindi già altre la metà del viaggio. Dopo un breve count down veniamo gettati in pista, a bordo di un bolide sportivo. La città è ricca di luci e sullo sfondo si muovono una moltitudine di oggetti, come un treno o altre macchine, nonostante il traffico poco intenso. Graficamente l’impatto è buono, l’engine riesce a mettere a schermo tanti dettagli senza sforzi e le imperfezioni sono già poche, nonostante il feeling della velocità, per ora, non sia particolarmente accentuato, anche forse per il fatto che alcune strade sembravano vuote e la mancanza di Nitro, che in un modello di guida così arcade non avrebbe sicuramente sfigurato. Similmente a Burnout ogni incidente verrà sottolineato da una particolare inquadratura ed uno spettacolare ralenti, ma i danni saranno solo estetici e non andranno ad influire sulle performances del nostro veicolo. Ad un certo punto una macchina si schianterà sulla nostra fiancata mandandoci letteralmente gambe in aria. In questo momento partirà la grande novità del gioco. Similmente a quanto visto in Heavy Rain per esempio, dovremo cercare un modo per sfuggire dalla macchina, provando a sfondare il parabrezza o aprire la portiera. I vari movimenti saranno limitati e legati alla pressione di tasti specifici. Per sfondare il vetro sarà necessario premere velocemente X, per esempio. Una volta sfuggiti all’abitacolo cercheremo la fuga sui tetti (scelta decisamente bislacca, ma tant’è) dove un elicottero cercherà di farci la pelle. Anche in questo caso non potremo scegliere la direzione o cosa fare, ma per superare la sequenza e non morire dovremo indovinare la corretta successione di tasti. Facendo ciò fronteggeremo un poliziotto sempre tramite Quick Time Event ed una volta atterrato potremo rubargli l’auto.Il mezzo della polizia sarà decisamente performante e grazie a lui dovremo sopravvivere alle sventagliate di mitra provenienti dal mezzo volante. La resistenza sarà limitata e ricorderà da vicino la salute degli FPS ovvero cambiando colore di tutto il layout grafico nel momento in cui subiremo più colpi. La centralità sugli aspetti audio/visivi e sui valori produttivi di Blackbox la si nota dal fatto che questi momenti fortemente scriptati saranno accompagnati da una colonna sonora intensa e potente, in grado persino di coprire i rumori del motore della macchina, tenuti quasi in secondo piano, come se accessori.Alla fine di una sequenza di gallerie e strade in costruzione veniamo coinvolti in un altro incidente che precipita la macchina esattamente in mezzo a dei binari. Altrettanto ovviamente un treno sta per sopraggiungere e dovremo fuggire in tempo, prima che il convoglio travolga noi e la nostra vettura. La fuga all’ultimo secondo dall’abitacolo segna però il termine della demo.
AttoriUno degli aspetti sui quali gli sviluppatori hanno voluto porre l’accento, nonostante questa specifica caratteristica non fosse ancora nella demo è il lavoro di ricerca e sviluppo di un sistema per leggere e riprodurre in maniera federe le espressioni facciali e le movenze degli attori coinvolti. Un lavoro davvero mastodontico, che ha provato prima a recepire alcune delle tecnologie usate in Avatar di Cameron, e poi a restituire dei modelli poligonali all’avanguardia, forse non all’altezza di quelli di L.A.Noire per le espressioni facciali, ma di sicuro più organici, ovvero non volti splendidi su corpi goffi e mal rifiniti. Il risultato, così a tavolino, pare sorprendente con oltre 96 marker a leggere i movimenti dei muscoli facciali ed un lavoro di post produzione che migliora le rughe d’espressione e aumenta il realismo della pelle. Per quanto riguarda la regia i paragoni sono anche in questo caso piuttosto ingombranti, con “Quei Bravi Ragazzi” come esempio per l’uso dei piani sequenza della telecamera, elemento che pare verrà riproposto nel gioco. Lo studio su che tipo di videocamera utilizzare è, secondo Adam Myhill, il responsabile della fotografia, fondamentale, dato che essa è la porta di ingresso dell’utente verso l’universo di gioco e dunque riuscire a cogliere le luci o le inquadrature più naturali aiuterà il coinvolgimento.Speriamo dunque di vedere presto tutte queste meraviglie in azione, per constatare come queste cose vadano a migliorare l’esperienza complessiva.
– Motore grafico potente
– Approccio originale alla serie
– Nuovo tecnologie di motion capture
Need for Speed: The Run si presenta come la terza anima della serie corsistica Electronic Arts. Una volta appurata la sua diversità nei confronti dei propri cugini, dobbiamo verificare come le tante innovazioni e i tant punti di forza presentati andranno ad amalgamarsi e a comporre un’esperienza racing intrigante e divertente, cosa che con una demo di così pochi minuti non siamo stati in grado di verificare. Le ambizioni del team sono tante, così come gli annunci che durante l’E3 e nei prossimi mesi verranno fatte, basti pensare alla componente multigiocatore presente, ma mai nemmeno accennata. Rimanete dunque con noi per tutti i futuri aggiornamenti su Need for Speed: The Run.