Sono passati più di vent’anni dal debutto del primo God of War, ma il legame emotivo tra T.C. Carson e il personaggio che ha contribuito a rendere iconico è ancora forte.
Durante un panel celebrativo per il 20° anniversario della serie, l’attore originale di Kratos ha condiviso un lato personale e profondamente umano del suo lavoro, rivelando che l’ira che animava il protagonista nei primi giochi (avvistabili ancora su Amazon) non era soltanto una scelta artistica, ma un riflesso diretto del suo stato d’animo reale all’epoca.
«Kratos è T.C. 12.0», ha detto Carson rispondendo a una domanda del narrative director Matt Sophos di Santa Monica Studio.
«In quel periodo ero molto arrabbiato. C’erano molte cose che mi stavano portando in un brutto posto.» Un’affermazione che getta nuova luce sull’intensità della performance che ha definito l’identità del guerriero spartano per un’intera generazione di videogiocatori.
Per Carson, prestare la voce a Kratos è stato molto più che un lavoro: è stata una forma di terapia. «Kratos mi ha permesso di sfogare tutta quella rabbia. Potevo riversarla nel personaggio, lasciarla uscire. Ed è per questo che penso abbia colpito così tante persone: era reale.»
Un realismo emotivo che ha lasciato il segno in un'epoca in cui l’industria videoludica era ancora lontana dall’approccio maturo e psicologico che la saga avrebbe poi abbracciato con il reboot del 2018.
«Era come andare in terapia, davvero», ha aggiunto Carson, imitando il lungo sospiro che si fa dopo una seduta intensa. «Quella voce era la rabbia dentro di me.»
Parole che danno un nuovo significato all’iconico urlo di battaglia di Kratos, trasformando quella rabbia archetipica in una confessione intima e catartica.
Carson ha dato voce al personaggio dal primo God of War del 2005 fino a Ascension del 2013, partecipando anche ad apparizioni speciali in giochi come Mortal Kombat, PlayStation All-Stars Battle Royale ed Everybody's Golf.
Dopo il passaggio di testimone a Christopher Judge nel reboot del 2018, il volto e la voce di Kratos sono cambiati, ma l’impronta lasciata da Carson rimane incancellabile.
Nel contesto delle celebrazioni per i vent’anni della serie, le parole di Carson sono un richiamo potente a ciò che God of War è sempre stato nel profondo: non solo uno spettacolo di sangue e furia, ma anche un'espressione di dolore umano.
Anche se a quanto pare non potremo rivivere nulla di tutto ciò in un remaster, almeno per ora.