Anteprima

Medal of Honor

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a cura di Folken

Qualche mese fa, Electronic Arts stuzzicò gli appassionati di FPS con l’annuncio del ritorno di una delle serie più amate dagli appassionati di sparatutto bellici. Medal of Honor fu il vero apripista di quello che oggi è ormai uno standard, ovvero l’uso massiccio di eventi scriptati, utili a rendere l’esperienza cinematografica ed immersiva. Un evento organizzato dal colosso americano in quel di Guildford, Inghilterra, ci ha permesso di dare una prima occhiata a questo atteso ritorno.

Scalpello o mazza?I trailer e le immagine diffuse fin’ora, hanno da subito messo in chiaro, proprio come ha fatto a inizio presentazione Richard Farrelly, Sr. Crative Director di EA introducendoci la sua nuova creatura, che Medal of Honor ha abbandonato l’ambientazione della Seconda Guerra Mondiale in favore di un Afghanistan dei giorni nostri, travolto dall’ennesimo sanguinoso conflitto. Purtroppo la trama è ancora avvolta dal mistero, ma probabilmente si concentrerà nel raccontare le vicende personali di due uomini, uno appartenente a un’elite di soldati scelti chiamata Tear One e l’altro invece delle forze armate statunitensi cosiddette Sledge Hammer. Ciò dovrebbe tradursi in uno svolgimento della campagna singolo giocatore diviso in due, con un succedersi di missioni da portare a compimento nell’ombra con il primo personaggio e invece altre che richiederanno la più classica forza bruta fino ad arrivare alla guida di mezzi corazzati. Il breve segmento di gioco mostratoci faceva proprio parte della prima tipologia di missioni e vedeva una squadra di soldati intenta ad infiltrarsi in territorio nemico mantenendo un basso profilo ed eliminando il nemico silenziosamente. Quanto mostrato ci è parso una sequenza di gioco ben orchestrata, con una successione dal ritmo incalzante di fasi stealth e scontri a fuoco più concitati. Il protagonista era sempre accompagnato da dei compagni di squadra con i quali coordinare ogni mossa grazie a continui scambi di messaggi radio. Abbiamo potuto ammirare la squadra all’opera mentre eliminava un gruppo di soldati nemici avvicinandosi di soppiatto, tendere un’imboscata, eliminare obiettivi sensibili con l’immancabile C4 e chiedere supporto aereo per la distruzione di un convoglio militare.Il succedersi di eventi marcatamente lineare con obiettivi uno subito dietro l’altro e la presenza massiccia di eventi scriptati, ci ha inevitabilmente riportati alla memoria i due Modern Warfare, non ultima la sequenza finale, che ha visto il protagonista atterrato da un nemico nascosto, salvo poi vedersi salvata la vita da uno dei compagni, giunto tempestivamente in nostro soccorso.

Lavoro di squadraSebbene come raccontatoci dallo stesso Richard Farrelly il prodotto sia ancora piuttosto indietro nei lavori, da un punto di vista tecnico quanto mostrato ci ha davvero impressionati. Graficamente Medal of Honor si attesta sicuramente tra le maggiori produzioni, grazie ad ambientazioni dettagliate ma allo stesso tempo capaci di regalare una notevole profondità di campo. Dello stesso livello i personaggi, modellati ed animati con grande competenza. L’effettistica non è da meno, che si presenta con un campionario di esplosioni, polveri ed effetti particellari assortiti davvero ben realizzati. È però con lo spettacolare sonoro che il titolo EA ci ha colpiti, graziato anche da un impianto surround d’eccezione. La sensazione di essere in un campo di battaglia era ricreata alla perfezione, con sibili di proiettili, esplosioni in lontananza o fragorose sparatorie. In definitiva, uno spettacolo scenico davvero degno di nota. Tutto questo mosso da un irriconoscibile Unreal Engine 3.0 decisamente in grande spolvero. Purtroppo della modalità online non ci è stato mostrato nulla, ma sappiamo che è in lavorazione presso gli studi svedesi dei DICE, reduci dell’ottimo Bad Company 2 e che sfrutteranno ancora una volta il motore proprietario Frostbite, separando quindi ancora più nettamente le due esperienze di gioco. Il no-comment alla domanda di un’eventuale modalità cooperativa, ci fa ben sperare in tal proposito, ma attendiamo nuove informazioni prima di sbilancarci. Il Creative Director ci ha descritto come questa lavorazione in parallelo su due fronti stia permettendo a lui e al suo team di concentrarsi esclusivamente sul single player, fattore che dovrebbe garantire l’ottima riuscita di quest’ultimo, la cui durata è però ancora ignota. Anche qui, l’essere all’opera solo su questa sezione del gioco, dovrebbe permettere ai programmatori di garantire al giocatore una buona longevità.

– Gameplay ben strutturato

– Tecnicamente molto valido

– Campagne singolo e multi sviluppate separatamente

Questa prima fugace occhiata al nuovo Medal of Honor ci ha sicuramente lasciato con delle impressioni positive. Il titolo è parso un FPS solido e sviluppato da un team competente, capace di orchestrare missioni ben congegniate grazie ad un sapiente sfruttamento degli amati/odiati script. Lo sviluppatore ci ha in realtà rivelato come questi saranno solo una componente del gioco, in quanto si alterneranno con altri eventi più liberi e quindi meno guidati. Un comparto tecnico già da ora davvero ben realizzato ed una modalità multiplayer sviluppata a parte da un team che è una garanzia di qualità, contribuiscono a far salire il gioco EA nella lista degli FPS da tenere d’occhio. L’unico dubbio è che il brand si stia facendo influenzare troppo dalla concorrenza, correndo quindi il rischio di perdere parte della forte personalità che da sempre ha contraddistinto la serie. La data di uscita è comunque ancora molto in là da venire, quindi restate con noi per non perdervi le prossime notizie su questo titolo.

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