Diablo fu il principio. Da allora sono passati dieci lunghi anni di cloni e tentativi più o meno riusciti di emulazione del grande capolavoro Blizzard. Il 2006 si è aperto all’insegna di Titan Quest che pur riproponendo i canoni classici degli hack & slash è riuscito ad ottenere un buon consenso di pubblico grazie ad un’interessante modalità di sviluppo del personaggio e ad un notevole livello di sfida. La stagione 2007 si apre con Mage Knight Apocalypse, primo vero esperimento di Namco Bandai nel campo hack&slash.
Benvenuti a Silverholt!I quasi 6 gigabyte di materiale che si andranno a depositare al termine dell’installazione del gioco sui nostri hard-disk preludono ad un universo di gioco sconfinato. Effettivamente l’universo di Mage Knight Apocalypse (MKA d’ora in poi ), pur non riuscendo a garantire un livello di esplorazione totale a causa di una struttura a percorsi discutibile, può essere considerato, senza troppe remore, decisamente vasto. Nel corso dell’avventura visiterete ampie zone paludose, tenebrose foreste di chiara ispirazione tolkeniana, montagne rocciose irte di nemici e pericoli, aree desertiche e molto altro ancora. L’ambientazione fantasy fa da sfondo ad una trama, almeno inizialmente, piuttosto banale: le leggi che regolavano la vita su Silverholt sono state stravolte da una misteriosa minaccia. I mostri che erano stati confinati nella perenne oscurità sono usciti allo scoperto e hanno cominciato a distruggere e a saccheggiare città, costringendo la popolazione a rifugiarsi in roccaforti occasionali che ricordano più che vagamente quell’Azeroth di World of Warcraft. Un solo eroe è in grado di riportare la pace e la serenità: provate un po’ ad indovinare di chi si tratta…
Banale è belloLe prime fasi di gioco consisteranno, come da copione, nella realizzazione del proprio alter-ego. Sarà possibile scegliere tra cinque diverse tipologie di personaggi: l’Amazzone, che eccellerà negli attacchi dalla lunga distanza, il nobile guerriero, che preferirà gli scontri corpo a corpo, la vampira, che farà ampio uso delle arti magiche oscure, il cavaliere drago, che alternerà magia d’attacco e magia bianca, e il nano, potente nello scontro frontale e nell’uso di strumenti tipici della sua razza. Ogni personaggio potrà essere ulteriormente caratterizzato grazie ad un editor semplice che permetterà di ridefinire alcuni dettagli del volto e del corpo. Comincerete a muovere i primi passi in una delle innumerevoli foreste di Silverholt dove un gigante vi implorerà di aiutarlo: stranamente il sistema di gestione del diario e delle quest ricorda in modo fin troppo eccessivo proprio quel Titan Quest citato in apertura. A differenza della stragrande maggioranza dei suoi diretti concorrenti, MKA permetterà al giocatore di spostare il proprio alter-ego non solo con il mouse ma anche attraverso l’utilizzo delle frecce direzionali. Si tratta di una scelta molto interessante che però non riesce a rivelarsi vincente a causa di una notevole imprecisione nelle gestione degli scontri. I combattimenti infatti sono in tempo reale e purtroppo non sarà possibile mettere in pausa il gioco per studiare più approfonditamente la propria strategia d’attacco. E’ bene sottolineare il purtroppo perchè il gioco nella versione ancora non definitiva presentava dei gravi problemi di bilanciamento del livello di difficoltà. Praticamente ingiocabile con i personaggi più leggeri, sopportabile con il nano e il nobile guerriero. Il giocatore non avanzerà di livello ma potenzierà di volta in volta una specifica abilità, questo comporta sessioni di esplorazioni molto più lunghe, soprattutto nelle fasi di gioco avanzate dove il livello di difficoltà diventa sempre più proibitivo, alla ricerca di nemici minori in grado di potenziare il proprio personaggio. Da rivedere anche l’ inventario, assai scomodo e di difficile consultazione quando gli oggetti trasportati cominciano a diventare numerosi, e il sistema di miglioramento delle magie che si rivela decisamente troppo limitato e alla lunga inutile. Se a tutto ciò aggiungiamo una pessima gestione della I.A. dei nostri compagni che spesso andranno a incastrarsi nelle texture dei paesaggi circostanti, è facile intuire che il trono di Diablo non è assolutamente in pericolo.
A volte non basta prendere un pizzico di Diablo e infornarlo con altri ingredienti più recenti per tirare fuori un prodotto interessante ed innovativo. MKA pur presentando alcune idee interessanti non riesce ad emergere dalla mediocrità a causa di un sistema di gestione del personaggio fin troppo complicato, combattimenti frustranti e imprecisi e un livello di difficoltà tarato male. Pertanto non possiamo fare altro che rimandare il titolo di Namco Bandai alla versione definitiva con la speranza che gran parte dei problemi elencati siano risolti.