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Machiavillain

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Avatar di Filippo "Xsin" Consalvo

a cura di Filippo "Xsin" Consalvo

Pubblicato il 20/06/2017 alle 00:00
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Dopo il successo di Freaking Meatbags i ragazzi di Wild Factor si ributtano su Kickstarter e grazie ai 55 mila backer che raccolgono oltre 24 mila dollari raggiungono il loro goal per realizzare Machiavillain, mansion manager ispirato all’ironico film “Quella casa nel bosco”, in arrivo su PC, Mac e Linux questo autunno.
L’idea di base è quella di impersonare il cattivo tipico dei teen movie americani, dove il solito gruppo di amici si ritrova in una casa infestata dal mostro di turno che uccide le vittime una dopo l’altra. Cattivo che però ha una reputazione, con tanto di regole ferree da rispettare: la vittima deve trovarsi da sola, a meno che due vittime non stiano facendo sesso, deve succedere di notte e la vergine muore per ultima, e così via…
Una brillante parodia dei film horror che grazie a Machiavillain possiamo personalizzare e rendere unica, avendo sotto controllo praticamente tutto, dai minions che useremo per i nostri malefici scopi alla costruzione delle diverse stanze per attirare, eliminare e conservare le vittime. Un lavoro certosino che si basa su un gameplay immenso e flessibile all’estremo, potendo curare fino al minimo dettaglio. E’ tempo di fare i catti
Pezzo dopo pezzo
Quando c’è la possibilità di intervenire su tutto, solitamente diventa necessario intervenire su ogni cosa: Machiavillain non è automatico e sin dall’inizio il giocatore deve scegliere e guidare i tre minion iniziali nella raccolta di risorse (legno, rocce, piante, ecc..) per iniziare a costruire le stanze. 
Prendiamo così la mano nelle prime “ore” del gioco (minuti per noi) con i job, ovvero i compiti e la relativa priorità nello svolgerli da assegnare ai minion; bisogna fare attenzione a dare il giusto equilibrio tra recupero delle risorse, costruzione delle strutture e gestione delle vittime.
Dopo aver disboscato la sezione di mappa più vicina mettiamo su l’ufficio, dove assegniamo un minion a scrivere delle lettere che possano attirare potenziali vittime; si perché pur avendo la mansion più bella del mondo non avremo clienti senza un po’ di pubblicità. Quando infatti arrivano degli umani alla mansion bisogna non farsi trovare impreparati, nascondendo i minion dentro alcune stanze (ricordate di costruire pavimenti, muri e porte) o usando le abilità speciali di alcuni che li fanno mimetizzare. 
Attirarli però non basta perché le vittime possono avere caratteri diversi: di fronte ad un mostro possono rimanere impietriti, fuggire o contrattaccare quindi bisogna essere pronti a qualunque evenienza.
Una volta uccisi, il giocatore recupera dai corpi quattro diversi alimenti, ovvero cervelli, carne, sangue e ossa, da conservare in maniera diversa (frigo, dispensa, ecc…) e da usare per sfamare i nostri instancabili minions, più fedeli in base a quanto bene li trattiamo. Un master lord incurante e incauto infatti è la prima causa di sconfitta, perché un esercito sazio è un esercito felice e il nostro ruolo è rendere la vita dei nostri “soldati” più serena possibile per evitare che ci si rivoltino contro. Questo significa anche aiutarli nel loro lavoro, costruendo stanze della morte come Jacuzzi assassine o percorsi con rulli scorrevoli letali, ma anche evitare che il livello di sospetto raggiunga soglie preoccupanti: in un mondo che si rispetti, infatti, non esiste che la scomparsa di un gruppo di ragazzi passi inosservata e questo alza il “Sospettometro”, che può arrivare a scatenare eventi speciali come la comparsa di alcuni “Monster Hunter”, cacciatori che si avvicineranno alla mansion armati fino ai denti e con intenzioni ostili, o la rivolta degli abitanti dei villaggi vicini, con tanto di assalto pieno di torce e forconi. Ad evitare che il peggio accada ci sono alcuni accorgimenti o eventi, come il mantenere la mansion pulita (avere le pareti sporche di sangue è in effetti un po’ sospetto) o pagare un hacker per far sparire ogni traccia delle vittime e delle loro famiglie dai social, i blog e i vari media. 
Che poi le vittime non devono necessariamente morire, ma possono essere trasformate in zombie o vampiri tramite le abilità speciali di alcuni minions. Comodo no?
Un fragile impero del male
Dopo diverse ore (reali) di gioco la nostra mansione inizia a prendere forma: ci sono i posti letto, il laboratorio per le ricerche, la cucina, la Jacuzzi assassina, la dispensa, il salone principale e molto molto altro; abbiamo costruito l’ascia demoniaca per abbattere gli alberi maledetti e ci siamo pure connessi al cimitero che ci fornisce energia spirituale. A Machiavillain più si gioca e più si prende gusto, si vuole avanzare, sviluppare quel potenziamento, acquistare quel nuovo minion o costruire quella stanza che ci manca. E’ un gioco potenzialmente infinito e immenso, dove ogni partita promette di essere diversa dall’altra e dove ogni giocatore può esprimere al massimo la propria creatività, elemento portante anche per gli sviluppatori del gioco. Grande merito va infatti a Zimra, alla quale si deve tutta la bellezza artistica di Machiavillain, davvero essenziale: il design dei minion, le loro animazioni, il concept stesso di alcuni di loro sono così divertenti e geniali da catturare qualunque giocatore. Tutto il team in realtà ha fatto un gran lavoro, perché il gioco funziona sotto ogni aspetto del gameplay ma è brillante anche nelle descrizioni, nelle battute e in alcune trovate narrative magistrali dal punto di vista della parodia. 
L’unico nostro dubbio è legato all’end game del gioco: l’obiettivo è completare alcune missioni che portano automaticamente a creare la mansion definitiva, scalando man mano la lega dei villain sino a diventarne il numero uno; raggiunta la vetta si può anche continuare all’infinito ma quello è il punto massimo per il giocatore. La preoccupazione sta però nel game over, legato invece alla morte dei minion: una qualunque calamità o attacco nemico potrebbe anche radere al suolo la casa ma finché ci sarà almeno un minion in vita si potrà ancora ricominciare; tuttavia questo significa anche che se per qualunque disgrazia un attacco anche non troppo preoccupante riuscisse a fare fuori i minion mentre la casa è ancora intatta, questo vorrebbe dire game over e tutti i nostri sforzi sarebbero andati in fumo. Non si tratta di una possibilità troppo comune, ma visto che bisogna dire ai minion di fare qualunque cosa (il sistema di priorità dei job non riesce a gestire proprio tutto) un attimo di distrazione potrebbe rivelarsi fatale. 
Un gioco immenso, flessibile, brillante, vario e artisticamente fantastico, ma anche impegnativo: chi è alla ricerca di un’esperienza mordi e fuggi si troverà davanti ore e ore di pianificazione, studio nel dettaglio e preparazione prima di poter entrare nel vivo, tutti elementi essenziali per godersi il gioco nella sua interezza ma comunque non adatti a chi vorrebbe solo distrarsi un po’.
Non si tratta di un The Sims, in poche parole, ma questo non è certo un difetto, anzi, per quanto di nicchia il pubblico che vorrà dare una chance a Machiavillain ne rimarrà estremamente soddisfatto. 
E noi non vediamo l’ora di giocare la versione finale.

– immenso e pieno di opzioni

– una brillante parodia

– design divertentissimo

Se pianificare, costruire, potenziare, raccogliere, sperimentare e gestire sono tutti verbi che vorreste utilizzare in un videogioco, Machiavillain è la risposta per voi, soprattutto se il vostro animo appartiene un po’ al lato oscuro.

Impersonare il classico mostro dei teen movie americani, pronto ad eliminare il solito gruppo di amici nelle maniere più ridicole quanto brutali è un’esperienza che il nuovo gioco di Wild Factor rende alla perfeziona, con una completezza e una qualità artistico-narrativa degne di nota. Un gioco immenso in grado di tirar fuori tutta la creatività dei giocatori, ma che chiederà in cambio ore e ore di devota attenzione e cura nel dettaglio. Il minimo errore, infatti, può rivelarsi fatale, ma d’altronde nei film americani qualcuno si salva sempre: il nostro obiettivo sarà fare in modo che non accada.

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