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Lost Planet 3

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Avatar di jewel

a cura di jewel

Pubblicato il 29/05/2012 alle 00:00
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Ci sono sviluppatori che, nel creare il successore di un titolo, non si fanno affatto scrupoli a lasciare praticamente identica la quasi totalità degli elementi dell’originale. Altre volte, invece, il cambio di direzione è talmente radicale da spingere i vecchi fan ad allontanarsi dal brand che una volta amavano. Per quanto riguarda Lost Planet, non si può certo dire che tra primo e secondo capitolo ci siano stati pochi cambiamenti, e neppure che questi siano stati tanto lievi. Abbiamo infatti visto un passaggio dallo shooting arcade in solitaria a quello che poi è stato un titolo rivolto maggiormente al gioco online e condito da elementi RPG. La terza reincarnazione della serie cambia tutto di nuovo: Lost Planet 3 è un prequel che promette sì di mantenere alcuni degli elementi tipici dei predecessori, ma al tempo stesso di plasmare il gameplay in modo da condurre la serie a quello che avrebbe voluto essere fin dalle sue origini: un’avventura di pura sopravvivenza ambientata su un pianeta minaccioso e stracolmo di pericoli. Del progetto si sta occupando Spark Unlimited, software house già nota per Turning Point: Fall of Liberty e Legendary, che con una manciata di nuove idee speriamo riuscirà a colmare tutti i buchi che il team di Capcom aveva lasciato scoperti.

Working class heroPer quanto abbiamo avuto modo di scoprire finora, il titolo presenterà una componente narrativa molto più curata rispetto al passato. Le circostanze, antecedenti a quelle di entrambi i predecessori, ci faranno vestire i panni di Jim Peyton, un semplice operaio al servizio della corporazione interstellare Neo-Venus Construction che, a causa di una serie di sfortunati eventi, si ritroverà in mezzo a guai ben più grossi di quanto avesse mai potuto immaginare. Il setting è come sempre quello di E.D.N III, pianeta che al tempo degli eventi narrati era ancora un ammasso di neve e ghiacci, la tipica ambientazione in cui è tanto facile smarrirsi quanto morire di stenti. Jim ha bisogno di soldi per mantenere sua moglie e sua figlia sulla terra e, appena viene a conoscenza di un lavoro che il collega di turno non può più svolgere, attirato dall’opportunità di guadagni sopra la media, decide di accettare. Avere ciò che gli spetta non sarà tanto facile per il nostro protagonista: una tempesta è in arrivo, il capo ha bisogno che l’energia T arrivi all’impianto il prima possibile e nelle desolate distese di neve circostanti si aggirano bestioni che Jim non ha visto nemmeno nei suoi incubi peggiori. Il plot sembra promettere veramente bene, soprattutto visto che agli oscuri presagi legati all’esplorazione di un pianeta “sconosciuto”, questa volta si accostano ragioni reali che spingono Jim all’azione, personaggio con cui diventa quindi facile immedesimarsi. Inizialmente, e supponiamo anche qualche volta lungo il resto dell’arco narrativo, il protagonista si terrà in contatto con la sua famiglia tramite videomessaggi e lettere, utili per spingere il giocatore a combattere per qualcosa in più della solita sterile missione da portare a termine per conto di altri. In definitiva, i presupposti per tessere una trama convincente ci sono tutti, quello che ci incuriosisce (e che per ora non ci è dato sapere) è come gli eventi si evolveranno con le ore di gioco. Staremo a vedere.

Mech vs. InsettiIn quanto a meccaniche di gioco, molte delle novità di questo terzo capitolo si fanno ben notare già con una sola occhiata ai video di gameplay resi pubblici fino a oggi. Abbiamo ancora di fronte un third person shooter, ma questa volta durante il movimento la telecamera è sempre fissa alle spalle del personaggio, in una maniera che risulterebbe piuttosto familiare al caro e vecchio Isaac Clarke. In generale con Lost Planet 3 sembra che gli sviluppatori abbiano intenzione di creare un sistema di movimento meno disorientante, abbandonando perfino il vecchio mirino in favore di un’impostazione complessiva  più classica che, se da una parte risulta essere più ordinata, dall’altra rischia anche di far perdere originalità in molte fasi del gameplay.Quando non si aggira guardingo reggendosi sulle proprie gambe, Jim Peyton adora spostarsi su enormi e possenti mech chiamati Utility Rig. A quanto pare, nella storia del gioco, questi enormi robottoni non vengono inizialmente concepiti come macchine per sterminare quei simpatici insettoni che chiamano “Akrid”, ma servono piuttosto agli operai come Jim per svolgere tipici lavori di trivellazione atti a recuperare energia e quant’altro il misterioso pianeta ghiacciato abbia da offrire. Gli eventi porteranno poi il nostro eroe a usare queste armi per i suoi scopi e state certi che quella di agguantare nemici più piccoli con un braccio per trivellarli con l’altro non sarà affatto un’occasione rara. In queste sezioni a bordo del rig la visuale si sposterà da terza a prima persona, una scelta che se da una parte lascia al giocatore il piacere di sentire l’imponenza di un mech, dall’altra diversifica le fasi di gameplay contribuendo a fare del gioco un vero ibrido, piuttosto che un puro TPS.Sia nelle fasi a piedi che in quelle a bordo dei rig, il metodo per far fuori i grossi Akrid sarà sempre lo stesso: mirare ai punti deboli luminosi sul loro corpo fino a mandarli al tappeto. Non mancheranno quindi i tipici bestioni simbolo della serie, sempre esagerati e spettacolari da ammirare su schermo. Quando questi saranno a debita distanza, il combattimento si svolgerà classicamente a pistole spianate, svuotando sugli insettoni tutti i caricatori del vasto arsenale a nostra disposizione; Nel caso in cui gli Akrid o qualunque altra forma di vita ostile si avvicini invece oltre il limite consentito, scatterà il quick-time-event di turno che spingerà Jim a schivare gli artigli dei nemici e rispondere con le proprie armi.

Un pianeta perduto nello spazio mortoNon è ancora chiaro se si tratti di una parte predominante o meno, ma la componente survival horror in Lost Planet 3 è ormai oltremodo confermata. Visto che gli stessi sviluppatori del titolo non ne fanno un segreto, ci sembra doveroso chiamare in causa, a titolo di esempio, il feeling tipico di franchise quali Aliens o Dead Space, nomi che condividono con questo sequel tanto i toni oscuri quanto quella spiacevole sensazione che una disgustosa creatura potrebbe sbucare fuori dal nulla da un momento all’altro. Ci saranno quindi sezioni a telecamera ravvicinata in cui il giocatore si ritroverà completamente solo e al buio, magari in luoghi dove le ricetrasmittenti non funzionano e in cui domina solo l’assordante silenzio che preannuncia una fine orribile.E’ invece fin troppo presto per parlare del comparto tecnico, ma dal materiale proposto finora si rileva sicuramente una pulizia dell’immagine superiore a quanto visto nel resto della serie.

– Focus sul single player

– Comparto narrativo promettente

– Tre differenti strati di gameplay

Con la presenza di un nuovo studio di sviluppo alle spalle, la serie di Lost Planet può ancora una volta puntare a reinventarsi e, se le cose andranno per il verso giusto, a fare un bel salto di qualità. Come avrete notato leggendo quest’anteprima, i ragazzi di Spark Unlimited si stanno concentrando sul single player molto più di quanto non abbiano fatto in passato, presentando un comparto narrativo dalle premesse interessanti e frazionando il gameplay in tre fasi distinte, creando in fin dei conti un ibrido che si divide tra fasi third-person shooter, sezioni in prima persona a bordo di possenti mech e, per finire, porzioni di gioco in pieno stile survival horror. La nostra speranza è che questo processo alchemico di fusione tra generi differenti porti a qualcosa di concreto e non a una soluzione approssimativa che finisca per non sapere né di carne, né di pesce. Non ci resta che attendere nuove info e incrociare le dita.

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