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Gran Turismo 6

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Avatar di Domenico Musicò

a cura di Domenico Musicò

Editor

Pubblicato il 27/06/2013 alle 00:00
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Il sesto giro di Polyphony Digital nei circuiti ormai al tramonto di PlayStation 3 non rappresenterà solo l’obbligo di effettuare un tempo perfetto e senza errori, ma anche il dovere morale di una conduzione alla guida perfetta, che possa essere in grado di traghettare degnamente il nuovo che avanza come la più naturale delle staffette. Gran Turismo, oltre a essere uno dei marchi più prestigiosi di casa Sony, è anche il simbolo delle corse automobilistiche realistiche da quando le console sono entrate nelle nostre case; Kazunori Yamauchi, invece, è uno dei pochissimi uomini ad aver creato un franchise capace di nascere assieme alla prima console di una compagnia e di accompagnare le successive sempre in modo convincente. Fino all’ultima opera, che si è attirata addosso diverse critiche pur mantenendo degli standard comunque molto alti.
Questioni di tempistiche
Quando quindici anni fa la serie segnava il suo debutto sulla prima PlayStation, il lampante segno di una rivoluzione era diventato subito tangibile per un pubblico di appassionati ancora da svezzare e per l’intera industria videoludica, e abbiamo dovuto attendere ben più di una generazione prima che la concorrenza cercasse di allinearsi ai quei parametri così alti e così apparentemente irraggiungibili. Nel corso degli anni Polyphony Digital ha stabilito – oltre a dei clamorosi record di vendite – una tacita regola legata a doppio filo al ciclo vitale di ogni console: due capitoli per ogni generazione. Per questo motivo – e per alcuni altri di natura chiaramente commerciale – non dovrebbe stupire più di tanto la scelta di far debuttare Gran Turismo 6 proprio in mezzo a quell’incrocio generazionale che saluta la gloriosa carriera di PlayStation 3 e dà una pacca sulla spalla al nuovo corso che verrà inaugurato da PlayStation 4. Anche se un porting, a onor del vero, non è stato mai escluso.
I problemi di Gran Turismo 5 sono stati tanti, i ritardi e i continui rinvii quasi una presa in giro verso gli utenti, e le problematiche legate alla programmazione su una PlayStation 3 da sempre ostica verso gli sviluppatori sono sfociate in un capitolo che sarebbe dovuto arrivare molto prima nel mercato ma che non avrebbe potuto più attendere oltre, finendo con l’essere pubblicato praticamente incompleto. E le corpose patch correttive lo hanno dimostrato, facendo credere ai giocatori che la regola, questa volta, sarebbe stata trasgredita in favore di un seguito – quello del pronto riscatto – che su PlayStation 4 avrebbe fatto dimenticare rapidamente i singhiozzi di un Gran Turismo 5 sicuramente ottimo, ma non di certo sfavillante come i suoi predecessori. Yamauchi però non è uno di quelli che si dà pace facilmente, e non riposa tranquillo fin quando i suoi giochi non riflettono perfettamente la sensazione di stare veramente al volante di un’auto reale. Da qui, la decisione di far arrivare Gran Turismo 6 alla fine di quest’anno, senza ritardi, con addosso il peso di un passo evolutivo tutto da dimostrare, e con una tradizione che vede ogni secondo capitolo all’interno del ciclo vitale di una console come un poderoso balzo in avanti rispetto a quello precedente. Lo è stato Gran Turismo 2, altrettanto Gran Turismo 4; pertanto, il sesto capitolo del “Real Driving Simulator” non potrà fare a meno di sottrarsi a questa sua ormai riconosciuta tradizione.
L’ultimo rombo generazionale
Gran Turismo 6 dovrebbe rappresentare un vero salto rispetto al quinto capitolo perché il team di sviluppo ha rielaborato quello che è il nucleo del gioco, compreso il modello fisico su cui si basa la guida e il comportamento delle vetture su strada. Non si tratterà quindi di raggiungere solamente la ragguardevole cifra di circa 1250 automobili e di aumentare il numero dei tracciati sui quali far sfrecciare i nostri bolidi, no, tutt’altro. L’intenzione di Yamauchi e il suo team, è quella di migliorare ulteriormente un modello di guida già ottimo, di risolvere i problemi che hanno afflitto l’ultima iterazione del brand e di limare tutti quegli aspetti che non hanno convinto pienamente. Innanzitutto, viene confermata un’interfaccia utente adesso più agevole, rapida e senza insopportabili tempi di attesa: passare da un menù all’altro, sostanzialmente, non dovrebbe più essere un’operazione farraginosa e scocciante come prima. Anche a livello tecnico, ovviamente, non potevano mancare le consuete migliorie. Rimanendo ancorato a 60 fotogrammi al secondo, il gioco manterrà una grande fluidità in qualsiasi situazione, andando a scalare il numero di poligoni su schermo quando le vetture saranno in lontananza per non appesantire il motore grafico, senza tuttavia far perdere l’alta definizione su schermo e senza gravare sulla resa estetica finale, che si dovrebbe mantenere costante e senza balbuzie di sorta. Le luci, i riflessi e la grande fedeltà nella riproduzione di piste e auto sono come sempre di prim’ordine, anche se il tutto non ci è sembrato così tanto diverso rispetto a Gran Turismo 5, che comunque sotto questo aspetto si difendeva più che bene – a parte qualche sbavatura. Ricorderete poi la differenza grafica che intercorreva tra le vetture standard e quelle premium, uno degli oggetti di controversia maggiore, assieme all’approssimativo sistema di danni. Ebbene, sappiate che nonostante qualche miglioria, la differenza è destinata a rimanere. Il motivo è stato presto spiegato dagli sviluppatori: “Provenendo dai vecchi capitoli, su quelle auto avremmo dovuto lavorare per un tempo davvero troppo lungo, che avrebbe dilatato a dismisura i tempi di sviluppo”. Inoltre, vanno anche considerati i danni da implementare, che costituiscono un ulteriore lavoro grafico da affiancare a quello dell’adattamento. Danni che, tra l’altro, ancora una volta non saranno visibili su tutte le auto, principalmente a causa di alcuni costruttori che lo impediscono e che pensano ancora che giochi di questo tipo debbano più essere una vetrina pubblicitaria, che altro. Ritornando invece al motore fisico rinnovato di Gran Turismo 6, Yamauchi ha assicurato che il feeling alla guida e durante le sterzate sarà piuttosto diverso. È stato spiegato che, ad esempio, proprio per rendere l’esperienza ancora più ricca e realistica, nel momento in cui si tende a frenare affrontando una curva mentre si sterza, si noterà una grande differenza nel comportamento della vettura. E diverso sarà anche il comportamento delle auto che colpiremo: tamponare un avversario su un lato, provocherà un effetto di “rimbalzo” che è diretta conseguenza della botta ricevuta. Quando a Yamauchi durante un’intervista è stato chiesto quale fosse la cosa che più è mancata in Gran Turismo 5, la sua risposta è stata chiara e precisa: “La reattività”. Proprio per questo motivo, tutti questi ritocchi e soprattutto il nuovo engine fisico, sono la chiara dimostrazione di volontà da parte di Polyphony Digital di reclamare il proprio trono di migliore simulazione di guida su console. Ancora una volta. Prima di riprovarci nuovamente su PlayStation 4.

– Nuovo motore fisico

– Fluidità a tutto tondo

– Molte piste e parco auto sconfinato

Gran Turismo 6 ha tutta l’aria di voler rimediare agli errori del precedente episodio, proponendosi agli appassionati come il capitolo più grande e realistico di sempre. Attraverso una serie di opportune migliorie e accorgimenti, GT6 vuole diventare il gioco che Gran Turismo 5 non è riuscito a essere per diversi motivi logistici legati allo sviluppo su PS3. Yamauchi sente il bisogno di dare il suo speciale saluto a questa generazione come si deve, e noi siamo pronti ad accoglierlo come un vecchio amico ritrovato. Si spera.

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