Anteprima

Far Cry 4

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a cura di Pregianza

Un bel giorno un critico videoludico si sveglia, e si ritrova in Francia davanti a delle galline vive, a delle postazioni da gioco e agli sviluppatori di Far Cry 4. Sono occasioni importanti per gli appartenenti alla nostra categoria, non tanto perché siamo amanti del pollo allo spiedo, ma perché ci permettono di farci un’idea abbastanza chiara di un videogame prima della sua uscita, ci danno modo di scambiare due chiacchiere con i designer e i programmatori, e spesso assicurano di carpire informazioni impossibili da ottenere dalla prova diretta. Alle volte però la scelta delle argomentazioni da parte dei membri del team intervistato può essere… discutibile. Alexander Hutchinson, creative director del gioco, ad esempio non ha usato mezzi termini né ha voluto girare attorno all’argomento, quando gli abbiamo espresso qualche dubbio sulla notevole somiglianza di Far Cry 4 al suo predecessore. Ha detto chiaramente “vogliamo rendere Far Cry un brand, e in un brand un gameplay che funziona non necessità di esser rinnovato, va migliorato”. Un punto di vista che magari non risuona melodioso nelle menti di gente affamata di novità costanti come noi, ma poggia su una logica ferrea. A quel punto abbiamo fatto l’unica cosa sensata, ci siamo buttati sul gioco per scoprire quante e quali migliorie sono state apportate. Quattro ore di giocato non sono certo bastate a vederle tutte, ma è indubbiamente stato un gran bell’inizio.
Mettimi nell’urna, urna, urna
La premessa di Far Cry 4 non ci è ancora completamente chiara, anche perché durante la nostra prova non abbiamo potuto giocare la fasi iniziali del titolo ma siamo stati buttati nel suo open world con varie missioni a disposizione. Voi vestite i panni di AJ, un giovane giunto a Kyrat per spargere le ceneri di sua madre che si ritrova improvvisamente coinvolto nella lotta di un’esercito di rivoluzionari chiamato Golden Path contro il folle re della regione, Pagan Min. Tra l’apparente coinvolgimento dei genitori di AJ nella storia recente di Kyrat e la pazzia dell’antagonista, sembrano esserci molti spunti per una storia memorabile, ma è ancora presto per dire se ci troveremo davanti a una campagna più appassionante di quella che ci ha visto sfidare il cattivissimo Vaas.
Di certo il potenziale c’è, e in primis deriva dalla nuova ramificazione della storia: in pratica a capo del Golden Path ci sono due diversi leader, Amita e Sabal, con idee discordanti sul da farsi. Avanzando nelle story mission vi capiterà spesso di non avere una singola scelta, bensì soluzioni multiple legate a personaggi distinti, che porteranno a ben cinque finali diversi (stando a Hutchinson) e trasformeranno la campagna. Un passo avanti notevole rispetto a Far Cry 3, che aumenta enormemente la rigiocabilità del titolo e potrebbe innalzare l’intera esperienza. La cura per ambientazione, personaggi e narrativa la si nota anche affrontando le quest secondarie, ora quasi tutte dotate di piccole sottotrame e inserite meglio nel mondo di gioco. Che si tratti di scene da scavezzacollo da filmare per un’eccentrica produttrice di film o di un semplice salvataggio degli ostaggi, tutto dà l’impressione di avere più senso di prima. 
I ritocchi si notano anche quando si va a controllare lo sviluppo del proprio alter ego, ora dotato di numerose nuove abilità legate allo stealth e alle sparatorie. I classici come le uccisioni silenziose multiple dalla corta distanza ci sono ancora, ma non mancano nuove tecniche interessanti e passive avanzate poderose.
Messi in conto i miglioramenti di cui sopra, il gameplay di fondo resta praticamente invariato. Il feeling delle armi è praticamente identico, i nemici sono mobili ma non particolarmente intelligenti, e buona parte della difficoltà del gioco dipende dal numero di allarmi e di soldati corazzati nelle basi più che dall’effettiva aggressività degli avversari. Gran parte dell’avventura ruota ancora attorno alla conquista degli avamposti, una trovata piaciuta quasi a tutti, anche per la sua capacità di mantenersi varia a lungo. Come per Far Cry 3, pure in questo capitolo potrete lentamente uccidere i militanti dell’esercito di Pagan Min uno ad uno, coprirli di piombo, o farli sbranare da un animale feroce nelle vicinanze. Nel caso vi serva dell’aiuto extra vi sarà possibile persino assoldare dei rivoluzionari del Golden Path, mentre per i perfezionisti sarà disponibile l’opzione di riconquistare ogni singola fortezza una volta ottenuta la prima vittoria, per migliorare il proprio punteggio.
Tornano poi le torri da conquistare, dei puzzle ambientali di sorta che permettono di visualizzare gran parte delle quest di una determinata zona e facilitano le operazioni legate alla caccia, ancora una volta correlata direttamente alla crescita del proprio personaggio e al crafting. Abbiamo in particolare apprezzato parecchio l’aumento nel numero delle bocche da fuoco e dei pezzi intercambiabili per ognuna di esse, che garantisce un po’ di brio extra quando si decide di affrontare una missione ad armi spianate. Certo, se il vostro pane quotidiano è lo stealth, l’arco è ancora il vostro miglior amico.
Co-op mayhem
Parlando di amicizie, una delle colonne portanti di Far Cry 4 sembra essere proprio la cooperativa, ora inserita direttamente nella campagna con l’arrivo di Hurk, una vecchia conoscenza per chi ha giocato i contenuti esclusivi del capitolo precedente. Questo esaltato americano accompagnerà AJ durante la co-op, e avrà totale libertà di movimento per la mappa esattamente come l’host della partita. Non c’è davvero niente di particolare in questa modalità, vi permette semplicemente di salire in coppia su quasi ogni veicolo, di formulare strategie per assaltare al meglio una delle fortezze e di curarvi a vicenda in caso di sconfitta. Ci sono però degli avamposti avanzati pensati per essere affrontati in due, molto più difficili da conquistare del normale. Un valore aggiunto che non va sottovalutato.
Come prevedibile, giocare in coppia aumenta di molto il divertimento, ma a nostro parere l’opzione brilla davvero di luce propria solo quando i giocatori decidono di fregarsene delle regole e si dedicano alla sempre pregevole venerazione del caos. Volete fare a pezzi un avamposto a bordo di due elefanti arrabbiati? Fattibile. Lanciarvi in un lago da centinaia di metri di altezza abbandonando al suo destino il vostro simpatico elicottero in miniatura? Geronimo! Si tratta pur sempre di un open world con una struttura parzialmente da sandbox, dunque sta principalmente agli utenti esaltarne le qualità quando si gioca online.
Se il gameplay, insomma, ci ha ancora una volta convinto, non possiamo invece scommettere al 100% sul comparto tecnico. Chiaramente Far Cry 4 fa una figura migliore su console rispetto al terzo capitolo, poiché PS4 e Xbox One permettono di mantenere un dettaglio grafico nettamente superiore a quello delle macchine di vecchia generazione, ma il motore non ci è sembrato aver fatto passi da gigante e il livello di dettaglio generale in più casi non ci ha stupito più di tanto. Certo, la mappa di Kyrat è estremamente estesa, e non è facile ottenere meraviglie tecniche in un open world, ma piccoli ritocchi come una vegetazione sensibile al movimento o un aumento nel dettaglio dei volti degli npc li avremmo apprezzati. Inutile invece esprimersi sui bug. Ne abbiamo ovviamente trovati, ma avendo testato una versione in pieno sviluppo è praticamente certo che la maggior parte di loro spariranno nella versione finale. 

– Kyrat è un’ambientazione affascinante ed enorme

– Amplia l’ottimo gameplay del predecessore

– La co-op può risultare estremamente gustosa

Far Cry 4 pare a tutti gli effetti una versione pompata di Far Cry 3. Girarci attorno sarebbe solo deleterio. Questo non significa però che si tratti di un brutto gioco, o di un prodotto senza il potenziale per superare il suo predecessore. Gli sviluppatori hanno chiaramente voluto donare più varietà e rigiocabilità alla campagna, e sembrano essersi concentrati sul perfezionamento delle sue meccaniche e sull’ampliamento dei suoi sistemi. Si tratta certamente di una base possente su cui costruire, al punto da farci ritenere improbabile che il titolo deluda solo per la sua somiglianza al predecessore. Se tuttavia desiderate ardentemente un’opera che rappresenti per Far Cry 3 ciò che lui ha rappresentato per il secondo episodio, potreste non trovarlo qui.

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