Anteprima

Fable: The Journey

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a cura di jewel

A meno di un mese di distanza dall’arrivo sugli scaffali dei negozi, Fable: The Journey si lascia finalmente giocare in una nuova versione dimostrativa rilasciata su Xbox Live per i soli abbonati al servizio Gold. Il titolo, che rappresenta ormai la quinta incarnazione della serie di Fable, è stato sviluppato da Lionhead Studios come esclusiva Kinect, una scelta coraggiosa che fin dall’annuncio ha destato non poche critiche provenienti soprattutto dalle bocche dei fan originali della serie, i quali continuano a tenere le dita incrociate per un miracoloso ritorno alle origini. Sebbene si discosti dallo stile della serie principale, Fable: The Journey punta a coinvolgere il giocatore in un modo completamente nuovo, immergendolo a trecentosessanta gradi nell’avventura che racconta e guidandolo in un viaggio (teoricamente) ricco d’emozioni. Lungi dal poter giudicare se questo intento sia stato raggiunto o meno, in quest’anteprima ci limiteremo a dare un’occhiata all’incipit della storia e alle principali meccaniche di gioco.

In viaggio su una poltronaLa nuova produzione Lionhead, a differenza del passato, mira a concentrare l’attenzione sul protagonista e sul viaggio che questo è costretto a intraprendere attraverso le più disaparate terre di Albion. Impersoneremo Gabriel, un ragazzo che, dopo essere stato separato dalla sua tribù, finirà per fare la conoscenza di Theresa, maga non vedente che guiderà il protagonista in quella folle odissea che l’attende. Bisogna dire che l’espediente del viaggio si lega particolarmente bene alla scelta di realizzare l’intero gioco in prima persona, così come va ammesso che l’utilizzo di Kinect potrebbe essere una carta vincente per permettere un’interazione originale con gli scenari di Albion. Al tempo stesso, però, gli sviluppatori erano consapevoli fin dall’inizio del fatto che la maggior parte dell’utenza “hardcore” avrebbe potuto non vedere di buon occhio un semplice titolo Kinect davanti al quale agitare gli arti come in preda a convulsioni e crisi isteriche. Da qui l’idea di utilizzare sì la periferica di movimento, ma stando comodamente seduti in poltrona e impiegando solo braccia e busto per guidare l’avventura. Un’impostazione che si è rivelata meno chiassosa (e forse anche più seria) rispetto allo stare in piedi.

Minority Report: The JourneyLa versione dimostrativa che abbiamo avuto modo di provare con mano ci ha accompagnati prima attraverso un tutorial piuttosto esaustivo, e poi in una sezione della vera e propria avventura culminata nello scontro con un enorme boss. Diciamo subito che una volta scelta la distanza ideale dal sensore (circa due metri nel nostro caso) e tarato preventvamente lo stesso tramite dashboard, non abbiamo avuto quasi nessun problema nella lettura dell’input. L’unica nota negativa in questo senso è rappresentata dalla necessità di tenere la schiena costantemente incollata allo schienale della sedia, in quanto portare il busto in avanti determinerà, il più delle volte, un’errata lettura dei movimenti. In questi frangenti c’è da dire che il gioco non mancherà mai di dirci tempestivamente cosa stiamo sbagliando, facendo apparire un messaggio a schermo con tanto di manichino virtuale per mostrare i movimenti corretti. Fable: The Journey è interamente su binari, nel senso che le gambe di Gabriel andranno in automatico, mentre il giocatore sarà chiamato ad usare le braccia per lanciare incantesimi o, ad esempio, per controllare le briglie di un cavallo. Così, la mano sinistra servirà a lanciare un incantesimo di spinta, utile anche per trascinare o tenere fermi i nemici, mentre la mano destra verrà usata per le magie di fuoco e ghiaccio. Anche nella piccola sezione provata abbiamo trovato i movimenti abbastanza vari e divertenti. Per dirne una, è interessante poter utilizzare la propria fantasia per realizzare semplici combo, come abbiamo fatto ad esempio bloccando lo scheletro in arrivo dirigendogli contro il palmo della mano sinistra, mentre la destra era impegnata a fare avanti e indietro per colpirlo con palle magiche fino a farlo cadere in pezzi. L’uso di questi poteri determinerà il diminuire della barra del mana, recuperabile in un batter d’occhio utilizzando il busto per spostarsi a destra o sinistra durante i combattimenti, espediente utile inoltre per evitare i colpi dalla distanza. Allo stesso modo, posizionando il braccio di fronte al petto per qualche secondo sarà possibile creare uno scudo in grado di respingere i colpi nemici e, in qualche caso, rimandarli al mittente. Dal punto di vista delle meccaniche di gioco possiamo quindi dirci abbastanza soddisfatti (anche se, ahinoi, lo stare seduti non ha eliminato il problema sudore). La paura invece, anche se è impossibile determinarlo da prove così striminzite, è che senza un’adeguata varietà di situazioni e momenti adrenalinici, il gioco finisca per essere terribilmente ripetitivo. Difetto che verrebbe accresciuto esponenzialmente vista la struttura a binari che caratterizza il titolo.

– Lettura dell’input quasi sempre precisa

– Diversi movimenti da combinare

– Si suda anche da seduti

Dalle prove preliminari che abbiamo avuto modo di effettuare fino ad oggi, appare chiaro che Fable: The Journey ha tutte le carte in regola per essere qualcosa di più del solito titolo Kinect, anche perché molte delle sue caratteristiche lo spingono oltre la definizione di semplice casual game. Il sensore riconosce i movimenti con grande precisione,e questi, sebbene portino irrimediabilmente a sudarsi l’anima, sono divertenti da provare e sperimentare in varie combinazioni. Se la storia saprà essere convincente e il ritmo incalzante, passare qualche ora ad agitare le braccia per far finta di lanciare incantesimi e combattere goblin potrebbe rivelarsi un gran divertimento. Per questo incrociamo le dita e speriamo di non rimanerne delusi in sede di recensione.