Direttamente dalla mente degli sviluppatori di Gangland si appresta ad arrivare sui nostri Pc Escape From Paradise City. Il titolo presentato da Sirius Game, è un rpg che mixa fasi action con elementi gestionali. Dovremo vestire i panni di tre diversi personaggi i quali saranno al servizio della NSA come infiltrati fra le bande delle caotiche strade di Paradise City.
Non ci sono più gli eroi di una voltaIl clima nel quale verremo immersi è divenuto ormai uno dei più classici. La città di Paradise City è probabilmente paragonabile alla Liberty City di GTA3 o alla grottesca Gotham City dell’uomo pipistrello. La città è oppressa dalla morsa criminale delle gang, spacciatori e papponi sono i veri cittadini, che vanno quasi ad oscurare la presenza delle brave persone. La NSA decide quindi di intervenire infiltrando tre uomini nelle gang in modo da poter demolire dall’interno le attività criminose della fatiscente città. Gli eroi della nostra storia non sono certamente sull’onda noir di Max Payne o spettacolari come quelli di Stranglehold, ma ricalcano il carattere dell’eroe cinematografico per antonomasia. Tutti e tre i protagonisti sono elementi allo sbando, soggetti che devono scendere a patti con il diavolo per non perdere quel poco che hanno e finire i loro giorni in prigione. La trama offertaci dagli sviluppatori non è sicuramente fra le più originali, ma serve comunque la sua causa, portando il giocatore ad interessarsi allo sviluppo delle tre storie e al progredire degli eventi.
Tutta mia la cittàIniziando a giocare, abbiamo subito una prima impressione su ciò che sta succedendo, grazie ad un brevissimo filmato che introduce le vicende del personaggio da noi utilizzato. La schermata di gioco ci colpisce positivamente. Gli sviluppatori sembrano aver fissato il marchio di semplicità ed immediatezza al gioco, presentandoci così una schermata pulita, senza troppe icone e pulsanti, ognuna in grado di darci spiegazioni precise sulla loro funzione. In alto a destra troviamo la mappa della città con tanto di icone per gli eventuali negozi d’armi, obiettivi ecc. Il pannello incorpora anche i tasti per accedere alle varie missioni e alle informazioni dettagliate sullo stato della partita. In basso a sinistra invece troviamo le statistiche del nostro personaggio con le barre di energia e del focus che ci permette di eseguire le abilità. Infine in alto a sinistra troviamo il pannello delle abilità o delle azioni, alcune delle quali saranno già utilizzabili oppure da assimilare in futuro. Una volta compresa la semplice schermata cominciamo a prendere confidenza con i tasti di movimento che sembrano inizialmente semplici e ben realizzati ma che si riveleranno invece un primo grave difetto. Per muoverci sulla mappa potremo usare sia i tasti A, S, D, W che il mouse. Il problema sta nell’incompatibilità fra i movimenti del personaggio e le uniche due inquadrature disponibili (una laterale al personaggio e una dall’alto). Entrambe le telecamere risultano scomode e creano non pochi problemi, soprattutto nelle parti in cui saremo all’interno di edifici o quando ci troveremo alle prese con azioni frenetiche nelle quali serve avere maggiore tempestività nei movimenti, come ad esempio durante le sparatorie.Abbandoniamo i comandi, iniziando a capire come funzionano gli elementi RPG del gioco. Ebbene anche questi sembrano essere usciti da un classico gioco di ruolo, i personaggi guadagnano punti esperienza, subiscono punti danno e eseguire abilità richiede l’uso dei punti focus che come l’energia si ricaricheranno automaticamente alla fine di ogni scontro. A onor del vero questo clima di semplicità ci ha un po’ messi con le spalle al muro, visto che avremmo voluto cimentarci in una gestione del personaggio e delle sue abilità molto più complessa e articolata di quella implementata dai programmatori. Il gameplay prevede inoltre la possibilità di controllare gli affari delle gang di cui prenderemo il comando, e di gestire il potenziamento delle armi recandoci agli shop e di curare tutti gli altri aspetti di gestione delle abilità del personaggio. Le idee introdotte dal team di sviluppo sotto certi aspetti non sono sicuramente niente male e sfruttare un RPG per farci vivere una gang story non è una cosa che si vede tutti i giorni, ma il tutto rimane comunque troppo semplice e ripetitivo, potendo portare il giocatore ad annoiarsi con il passare delle ore di gioco.
Perché fuggire da Paradise City?La nostra esperienza fra i ghetti di Paradise City non è certamente stata un crescendo di emozioni dopo esserci addentrati nel gameplay, ma è divenuta soprattutto un calando quando siamo andati ad analizzare il comparto tecnico del titolo. Avviando il gioco c’è da rabbrividire, la schermata di caricamento è composta da un’immagine blu del nostro personaggio con tanto di barra rossa in basso, il che era forse accettabile nei primi giochi 3D degli anni 90. Iniziando una nuova partita ci siamo accorti che il filmato introduttivo di uno dei protagonisti non è nient’altro che una sorta di video del gameplay nel quale in alcuni punti si vede addirittura il personaggio fronteggiare un criminale, sopra il quale compaiono dei maestosi numeri in rosso che indicano i danni inflitti, proprio come durante le fasi di gioco. Dopo questa scena, ecco che iniziamo a giocare, ma ci accorgiamo che i modelli delle auto, del personaggio e dei passanti sono completamente neri e privi di dettagli! Ricaricando lo scenario ritorna tutto alla normalità, ma una serie di figure geometriche nere ha cominciato a suddividersi sullo schermo, come se qualcuno stesse frantumando lo schermo del nostro monitor lcd. Infine segnaliamo che il titolo prevede il trascorrere delle ore e che quindi assistiamo al calare della notte e a come il traffico cittadino muti di conseguenza. Le case si illuminano con le loro mille luci e le strade fanno altrettanto, peccato che nel corso di una partita in entrambe le occasioni in cui è scesa l’oscurità abbia cominciato a piovere. Non che la pioggia non ci piaccia, ma avremmo gradito una maggiore varietà del manifestarsi dei fenomeni atmosferici. Graficamente parlando, se fossero mancati i fastidiosi difetti sopra citati, Escape from Paradise City, non avrebbe nulla da invidiare a molti titoli usciti di recente, anzi si piazzerebbe ad un discreto livello grafico. Allargando le inquadrature, notiamo come la città sia ben definita e viva, anche impostando un’alta risoluzione e tutte le opzioni grafiche, non si notano cali di frame rate e anche una macchina non proprio dell’ultima generazione riuscirebbe a far girare il tutto.
ConclusioniLa versione del gioco testata per preparare questa anteprima è una beta per cui ci auguriamo che molti dei difetti riscontrati scompariranno nell’edizione versione finale. Le idee che stanno alla base del gameplay non sono affatto male e unite ad una grafica più che gradevole, le venti ore di gioco previste nella versione definitiva, saranno probabilmente più di una piacevole esperienza. In definitiva il titolo è un buon candidato per divenire un cult-game, ma prima di affermarlo a voce alta dobbiamo aspettare ottobre per testare la versione definitiva.