Il mondo videoludico sta ultimamente attraversando un momento di stasi e al tempo stesso di grandi rinnovamenti. Forse per via dell’emergere del
gaming mobile, o a causa della stagnazione delle attuali console, il mondo del PC
gaming è in costante ascesa. A farla da padrone sono i nuovi modelli di business
digital delivery, come quello proposto da
Steam, e il sistema
free to play ereditato dai giochi orientali e ora sempre più popolari in tutto il globo. Gli strategici hanno fatto la parte del leone con MOBA di grande successo come
League of Legends,
Heroes of Newerth o il prossimo
DOTA 2: ora però è giunta l’ora di un RTS decisamente più tradizionale.
Trion Worlds, il publisher dietro all’apprezzato MMO
Rift, sta infatti per portare sui nostri monitor
End of Nations.
Forever free to play
Abbiamo già descritto
End of Nations in
una nostra precedente anteprima, ma questa volta potuto partecipare a un fine settimana di beta chiusa constatando come, nonostante qualche inziale sovraffollamento dei
server e piccolo bug, non si sia poi così lontani da una versione definitiva rifinita a dovere. Gli sviluppatori hanno infatti avuto la possibilità di raccogliere e mettere in pratica importanti feedback provenienti dai videogiocatori.
È possibile scegliere tra due diverse fazioni, ciascuna delle quali prevede a sua volta un paio di classi da cui accedere a specifiche unità e abilità. Si punta tutto sulla possiblità di personalizzazione del proprio piccolo esercito, non solo a livello estetico ma anche per quanto riguarda l’albero delle tecnologie, che può venir migliorato spendendo punti esperienza (farlo rende disponibili potenti e utili mezzi da affiancare a quelli già in nostro possesso). Ovviamente questi una volta sbloccati vanno comprati e inseriti nella compagnia, ovvero il gruppo di unità poi effettivamente disponibile sul campo di battaglia.
Il gameplay vero e proprio si basa su delle semplici ed elementari meccaniche “sasso, carta, forbice” dove ogni unità risulta particolarmente adatta in certi ambiti. Ad esempio, i carri più potenti non possono difendersi dalle letali unità aeree, che però crollano facilmente sotto il fuoco della contraerea. Immancabili le torrette difensive, da piazzare nel punto giusto al momento giusto, così come le abilità speciali di supporto, utilissime per cercare di ribaltare una situazione disperata o solo all’apparenza irrimediabilmente compromessa.
Per quel che riguarda le modalità disponibili durante la beta, si oscillava in scontri da 2 a 24 giocatori, dove l l’obiettivo è distruggere la base nemica o fare più punti possibile prendendo possesso di nodi di controllo in pieno stile
Company of Heroes. A queste è stata affiancata una divertente modalità orda dove bisogna resistere alle continue ondate nemiche cooperando con i propri colleghi. Nel complesso un’offerta ludica più che accettabile considerando la misera manciata di mappe disponibili per la prova. Sarebbe auspicabile trovare qualcosa di più nella
release definitiva, qualcosa di fresco, nuovo, affascinante e divertente. Il tutto sperando ovviamente che comunque gli sviluppatori mantengano le promesse degli scontri tra 56 giocatori e della ricca campagna a missioni articolata in un mondo persistente. A parte lo sbloccare nuovi mezzi o livree sembra mancare per ora un vero e proprio senso del progresso, cosa che
Age of Empires Online, nonostante la sua natura multigiocatore, è riuscito a creare con successo. La contestualizzazione proposta, per quanto piacevole, non sembra brillare nè per originalità né per capacità di coinvolgere.
Due parole infine riguardo il business-model: tutti gli item, come skin o nuove bocche da fuoco, sono acquistabili con la sudata valuta in-game senza dover sborsare per forza denaro reale. Ciò è cosa molto buona, ma purtroppo chi ha acquistato in pre-order la Founders Edition si è portato a casa diversi vantaggi non indifferenti, come la possibilità di partire da un livello superiore con unità e moneta aggiuntive pronte all’uso (situazione che genera un certo senso di iniziale frustrazione nei giocatori novelli non disposti a sborsare denaro).
Un Command & Conquer all’acqua di rose?
Tecnicamente parlando End of Nations si è dimostrato quasi pronto per essere lanciato, come ribadito in apertura. A livello grafico si difende molto bene: non setta nuovi standard ma considerando che si tratta di un gioco free to play non ci si può certo lamentare dell’impatto generale vista la cura riposta nelle texture, nei modelli poligonali, nelle animazioni e nelle mappe. Il pezzo forte sono ovviamente gli effetti speciali come esplosioni, fumo, mantelli di invisibilità e così via. L’interfaccia nel complesso risulta semplice al punto giusto e intuitiva per chi già abituato a giochi del genere. Il tutto è sembrato anche alquanto leggero visto che come al solito in questa tipologia di giochi gratuiti l’obiettivo è riuscire a rendere il titolo godibile anche su PC non molto moderni.
Da segnalare qualche piccolo difetto. Innanzitutto la chat in posizione centrale è decisamente fastidiosa, anche perchè non è possibile nasconderla. Inoltre va rimarcato che per prendere parte a una partita capita di dover aspettare molto tempo, salvo poi venire catapultati in un match quasi concluso. Decisamente auspicabile per il lancio una migliore gestione di code, matchmaking e relativo drop-in / drop-out.
– Gratuito
– Gli sviluppatori promettono un gioco imponente
– Tecnicamente accettabile
Una volta provato si capisce subito cheEnd of nations non ha timori nel proporsi come alternativa a RTS e MOBA ben più blasonati e affermati.
Nonostante qualche problemino emerso nella beta rimane un titolo da tenere sott’occhio in attesa della release gratuita definitiva. Noi speriamo in un modello di business convincente e in una giocabilità solida. L’autunno è dietro l’angolo, non resta che attendere.