El Matador entrerà nel mercato dei videogiochi per PC come una matricola che prenda spunto dai commilitoni con più esperienza. Cenega e Plastic Reality ci propongono un nuovo titolo in un mercato già abbondantemente collaudato. Si tratta di uno sparatutto in terza persona con elementi action/stealth, e, come nel caso degli FPS, anche qui un nuovo titolo, specie se non può contare sul blasone delle software house più note, rischia di entrare in collisione con un mercato ormai saturo. El Matador dunque deve riuscire nell’intento di stupirci, proponendo innovazione e trama avvincente, giocabilità elevata e grafica quantomeno all’altezza. Abbiamo messo le mani sul titolo e in questa sede lo sveliamo in anteprima, pur tenendo presente che non si tratta della versione definitiva del gioco ma solo di una preview, per cui è lecito ritenere che il prodotto finale possa solo essere migliore.
Innovazione? No, grazie!E’ possibile affermare, con certezza, che il titolo non brilla in particolar modo per l’originalità, dunque fallisce uno degli obiettivi primari della missione a cui era chiamato: la trama risulta scontata, una di quelle storie che sembrano voler essere un pretesto per creare un gioco, magari tecnicamente bello, ma, almeno per il momento, poco avvincente. Se state cercando un Third Person Shooter in grado di offrirvi orde di nemici da massacrare con armi e gingilli vari allora questo è il gioco che fa per voi e, alla luce di una realizzazione tecnica buona, riuscirete magari a far passare in secondo piano la scontatezza della trama e della caratterizzazione dei personaggi. La nostra controparte virtuale sarà l’agente Victor Corbet della DEA (Drug Enforcement Administration) che dovrà farsi largo nei loschi ambienti dei Cartelli colombiani a suon di colpi di arma da fuoco fino a raggiungere il numero uno dell’organizzazione criminale, il boss del clan La Valedora. Si vuole ribadire che la trama in effetti sembra essere niente più che un pretesto, ma non possiamo escludere che nella versione finale (noi abbiamo giocato solo la parte introduttiva in sede di preview, ed essa comprendeva soltanto tre livelli) i programmatori riescano ad introdurre colpi di scena ed evoluzioni stilistiche in maniera tale da sopperire ad una carente introduzione. Ed è infatti ciò che hanno promesso: ben 26 livelli pieni di adrenalina vedranno protagonista il nostro Victor.
E’ un bel vedere…La realizzazione grafica è buona sotto ogni punto di vista, grazie al Typhoon 2 il motore grafico sviluppato dagli stessi programmatori del gioco per mezzo del quale qualsiasi elemento presente nel titolo sarà renderizzato tramite pixel e vertex shader, con precisione certosina mentre shadow-mapping e bump mapping conferiranno quel tocco di fotorealismo a tutto ciò che si trova negli ambienti. A ciò viene aggiunta la possibilità di attivare l’HDR e rendere così più suggestive le fonti di luce. Considerate queste promesse, per giocare sarà necessario munirsi di una GPU in grado di gestire gli shader versione 2.0. Ottima anche la realizzazione dei personaggi che si muovono sullo schermo, per i quali sono state utilizzate textures ad elevata risoluzione e una quantità di dettagli notevole. Leggermente inferiore rispetto al contesto risultano le animazioni facciali, un pò approssimative e sicuramente non al livello di giochi simili attualmente usciti per PC. Un punto importante è rappresentato anche dalla fisica e dalla dinamica dei poligoni. Il Typhoon 2 infatti, garantisce un’elevata interattività con tutto quanto ci circondi, sia gli oggetti afferrabili ed utilizzabili dal nostro eroe, sia quelli accidentalmente colpiti con i proiettili o urtati con il corpo. Ciò ci aiuterà a sopravvivere in ogni situazione potendo trarre vantaggio dalla maggior parte degli elementi di contorno. Discreto anche il comparto audio, ben curati gli effetti sonoro ma piuttosto anonime le musiche della colonna sonora, che solo di rado è incalzante e invece spesso è ripetitiva.
Usate un pò di più il cervello…!L’IA potrebbe essere migliore. Le squadre d’assalto che ci accompagneranno in alcune missioni sembrano essere, al pari dei nemici, non troppo brillanti in quanto a intelligenza artificiale. Quest’ultima è limitatissima se decidiamo di coordinare azioni di squadra e strategie più complesse, che vadano oltre il normale accucciarsi dietro ad un riparo. Lo Slow- Motion (o Bullet Time) accorre in nostro aiuto rivelandosi una “manna dal cielo” nei momenti di maggiore difficoltà, ovvero quelli in cui saremo circondati da troppi nemici. Per queste soluzioni, durante le fasi di sviluppo, El Matador è stato spesso accusato di plagio (in maniera ufficiosa) nei confronti di titoli più famosi, Max Payne in primis, e non possiamo fare a meno di notare come in effetti qualche tentativo di emulazione ci sia, ma dobbiamo però ravvisare che tale tentativo non sembra concludersi a buon fine, poichè El Matador potrebbe sembrare, agli occhi dei videogiocatori più esperti, una copia non troppo ben riuscita di qualche successo videoludico di alcuni anni fa.
Arcade…?Il titolo di Cenega e Plastic Reality, va considerato per quello che è, senza troppe critiche premature, ovvero un TPS con elementi tipici del gioco arcade. E abbiamo modo di appurarlo nel momento in cui andiamo a considerare il respawing. In parole povere, in determinate sezioni, i nemici continueranno ad arrivare all’infinito fin quando non avremo portato a termine la missione di turno, come l’uccisione di un “pezzo grosso” (un ufficiale) o il compiere una specifica azione (sparare ad una tubatura); Se a questo però aggiungiamo un pop-up mal calcolato, che farà apparire i nemici solamente quando saremo a pochi metri da loro, vanificando di fatto l’utilità del fucile di precisione o del lancia granate, allora potremo aver ragione di rimpiangere i momenti in Far Cry, quando ci si poteva muovere con tale libertà d’azione, che avremmo potuto colpire i nostri nemici anche da molto lontano. Le caratteristiche di gioco arcade vengono palesate anche in altri momenti: prima di schiattare definitivamente e lasciar posto alla schermata di Game Over sarà necessario subire una quantità esorbitante di colpi di arma da fuoco oppure ancora, potremo portare con noi tutte le armi che di volta in volta ci si presenteranno dinanzi e, infine, elemento che denota il carattere tipicamente arcade del gioco è soprattutto la presenza dei boss di fine livello uccisi i quali potremo procedere nella nostra avventura, sempre nella stessa maniera, andando avanti e senza mai guardarci indietro.
Prime considerazioni…El Matador riesce a mescolare una grafica ben realizzata ad una fisica da fare invidia a titoli dell’attuale generazione maggiormente pubblicizzati, ma non riesce, almeno stando alla versione dimostrativa, ad offrire qualcosa di nuovo. L’intento di Cenega e Plastic Reality sembra piuttosto essere quello di rispolverare il genere arcade, proponendo delle soluzioni di gioco ormai cadute in disuso da tempo. Possiamo sperare in un gioco comunque gradevole in considerazione di quella che sarà la versione definitiva di questo controverso titolo.