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EA Sports UFC

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a cura di Pregianza

Pubblicato il 20/05/2014 alle 00:00
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Guildford – È incredibile come le arti marziali si siano diffuse negli ultimi cinquant’anni. Custodite un tempo gelosamente e tramandate di generazione in generazione come segreti inviolabili, sono ora praticabili da chiunque e le loro basi antiche hanno dato vita a stili di combattimento di ogni tipo. Con la diffusione, peraltro, è arrivata anche l’analisi, la rielaborazione, e la fusione delle tecniche, partendo dal concetto che recita “tutti gli stili hanno punti di forza e punti deboli”. Attorno a questa filosofia sono nate le Mixed Martial Arts, una disciplina che mescola colpi, prese e quant’altro, allo scopo di ottenere uno stile di combattimento inattaccabile e forgiare combattenti perfetti. Dal nulla sono divenute seguitissime, al punto da portare alla creazione di una gigantesca federazione ufficiale, l’UFC, che ormai vanta milioni di fan. Per anni i giochi dedicati a questo campionato hanno soddisfatto gli appassionati, forti di una licenza con dozzine e dozzine di atleti famosissimi e di un combat system coi fiocchi. Con la caduta di THQ, tuttavia, la licenza è passata in mano a Electronic Arts, unica casa in grado di far vacillare la serie con l’ottimo, seppur quasi ignorato, EA Sports MMA. 
Noi avevamo apprezzato molto il gameplay della prima avventura di EA nel campo delle arti marziali professionistiche, dunque avevamo grosse aspettative per questo passaggio di consegne. Spediti a Guildford in mattinata, abbiamo potuto passare qualche ora con una build piuttosto avanzata del nuovo titolo, EA Sports UFC, in compagnia del suo Creative Director, il piazzatissimo Brian Hayes. Abbiamo preso il volo per Milano rintronati da una serie infinita di K.O. virtuali, ma anche con il sorriso sornione di chi ci aveva visto giusto. Round 1!
Pugni di carne
Cominciamo, diversamente dal solito, parlando dell’aspetto tecnico. Lo facciamo più che altro perché l’impatto iniziale con la presentazione del gioco ci ha sorpreso al punto da farci dubitare della sua reale esistenza (di filmati cg spacciati per gameplay in fondo ne abbiam visti tanti), non fosse che poi lo abbiamo provato con mano. 
Non stiamo esagerando, EA Sports UFC è tecnicamente impressionante, e vanta un realismo di combattenti e animazioni al limite del fanatismo. Le movenze sono quelle degli atleti reali, perfettamente riportate su schermo, i modelli tridimensionali hanno un conteggio poligonale da capogiro, e tutti gli attacchi, le proiezioni e le cariche sono curati all’inverosimile. Tirate un pugno poderoso in faccia all’avversario e vedrete il suo volto deformarsi per il colpo, e non crediate che le braccia dei combattenti si passino attraverso magicamente, perché due attacchi sferrati con gli stessi arti si scontreranno fermandosi a vicenda e magari sbilanciando uno dei due atleti. Un lavoro sorprendente, estremamente definito, che innalza già da solo la produzione EA, rappresentando senza dubbio il miglior uso del motore Ignite visto finora. Solo un piccolo problema… su Xbox One la situazione è abbastanza disastrosa se paragonata a quella della versione PS4. I modelli 3D restano molto dettagliati e la fluidità non varia, ma nel codice preview da noi provato l’aliasing era mostruosamente più netto sulla macchina di Microsoft, senza contare un po’ di Blur aggiuntivo. Non è comunque il caso di sottovalutare il gioco su Xbox One, mantiene dopotutto lo stesso gameplay, e nel nuovo UFC questo aspetto non pare aver nulla da invidiare a quello grafico. 
Inizialmente, testando la build a nostra disposizione, dobbiamo ammettere di aver storto il naso. Parte di ciò che aveva reso MMA così divertente era, secondo noi, lo striking system di Fight Night, appaiato a un sistema di prese piuttosto intuitivo che veniva indebolito solo da delle submission non riuscitissime. Questo sistema in UFC è stato abbandonato: ora tutti i colpi vengono portati direttamente, usando una combinazione di tasti, levetta analogica e trigger dorsali. Stando alle parole di Hayes, il gameplay così risulta più rapido e istintivo, ed è difficile dargli torto, anche perché i movimenti complessi con le levette analogiche del predecessore vengono ora utilizzati per le proiezioni, le prese e le transizioni, a cui si adattano maggiormente visto il ritmo più calcolato del combattimento a terra. 
Premettiamo subito una cosa: UFC non è un gioco per tutti. Siamo di fronte a un titolo di complessità immane, con un numero elevato di tecniche da memorizzare per essere padroneggiato a dovere. Anche se ci si limita allo striking, resta importantissimo tenere d’occhio una fondamentale barra della stamina, che regola potenza e rapidità dei colpi, e gestire al meglio il movimento e la difesa con schivate improvvise, scatterelli e parate nella giusta direzione. Il titolo tenta di essere una simulazione ovviamente, non un fighting game, quindi è molto più lento e ragionato della norma, e il combat system congegnato da EA ci è parso in grado di supportare il tutto egregiamente.
Unico dubbio, le succitate submission. Le meccaniche che le regolano sono cambiate rispetto all’incomprensibile circolo del passato, ma si basano ora sul movimento dell’analogico destro per liberarsi, che rende a nostro parere fin troppo difficile vincere per tap out (a inizio incontro è praticamente impossibile). Il Director comunque ci ha confermato che le submission si fanno sempre più ardue da contrastare con l’affaticamento dei combattenti, e non dubitiamo che, in caso di sbilanciamenti, verranno ritoccate. 
Sii acqua, amico mio
Nulla da recriminare anche per quanto riguarda le licenze. Il gioco ha quasi un centinaio di combattenti (praticamente tutti quelli ufficiali che gli sviluppatori sono riusciti a infilarci nel tempo a loro disposizione), qualunque atleta ufficiale UFC manchi dovrebbe venir inserito gratuitamente nel gioco in forma downloadabile, e i dlc a pagamento si limiteranno solo ad alcune “leggende” della disciplina. Abbiamo voluto che gli sviluppatori lo precisassero perché, tra i tanti menù, non ci è scappato uno store sospetto per gli atleti.
Altro argomento della giornata è stato l’inserimento di Bruce Lee nel gioco, che ha creato un po’ di scompiglio tra i fan più sfegatati del Jeet Kune Do e dellle Mixed Martial Arts. Stando alle parole di Hayes, ad ogni modo, per il 99% dei giocatori l’inserimento di Lee è una “figata pazzesca”, e solo le frange più estremiste sembrano disturbate dalla cosa. Noi abbiamo trovato la sua versione videoludica estremamente fedele alla realtà e divertente da usare. Non bastasse, sarà disponibile anche per chi non preordinerà il gioco, semplicemente andrà sbloccato con un po’ di sana fatica. 
Hayes ha infine confermato che il titolo punterà moltissimo sull’online, con competizioni varie e un sistema di matchmaking legato alle cinture piuttosto interessante. Considerando anche la cura notevole della modalità carriera (classica ma apparentemente più che solida), e della presentazione, con tanto di materiale video ufficiale UFC e spot aggiornati in vista degli eventi, siamo usciti più che soddisfatti dalla prova. Solo una piccolezza ci ha disturbato: il create a player ci è parso un pochino limitato quanto a opzioni di personalizzazione. Comprensibile, per mantenere il realismo degli atleti di fantasia vicino a quello dei combattenti reali, ma un peccato per chi ama trasferire le sue fattezze o creare guerrieri particolarmente strambi nei videogiochi. 

– Gameplay solido ed estremamente complesso

– Tecnicamente galattico

– Licenza ufficiale UFC

– C’è Bruce Lee

EA Sports UFC ci ha colpito con la forza di un calcio in faccia. Il titolo di EA è tecnicamente maestoso, estremamente realistico, curatissimo e molto divertente, specie se siete appassionati della disciplina. Lasciando da parte qualche singhiozzo tecnico su Xbox One, e un sistema di submission ancora un po’ rozzo, la software house pare avere le carte in regola per superare brutalmente chi l’ha preceduta, specie ora che ha la prestigiosa licenza UFC dalla sua. Fan delle botte, siete avvertiti.

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