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Driver: San Francisco

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Avatar di U MastrU

a cura di U MastrU

Pubblicato il 09/05/2011 alle 00:00
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Dopo aver abituato bene i palati dei giocatori la serie di Driver si è purtroppo adagiata sugli allori, offrendo al pubblico titoli tutt’altro che memorabili: questo è infatti il caso di Driv3r, il terzo episodio della serie sbarcato sulla precedente generazione di console nel 2004, ed andato incontro agli strali di critica e pubblico. Come la storia tuttavia insegna una serie non è mai completamente spacciata, ed interventi intelligenti e decisi la possono riportare ai vecchi fasti (vedi Tomb Raider). Questo è esattamente quello che Ubisoft, strappate le redini ad Atari, ha intenzione di fare mettendo i ragazzi di Reflections di fronte ad un’opera di vera e propria rinascita.

StoriaPer quanto assurda possa sembrare l’affermazione, la rinascita di Driver passa in primo luogo attraverso l’aspetto narrativo.  Gli eventi prendono le mosse pochi mesi dopo quelli narrati in Driv3r: Tanner, sulla fida Dodge Challenger, segue il convoglio che porta in tribunale il suo, ammanettato ed apparentemente inoffensivo, rivale Jericho in attesa di giudizio per gli innumerevoli crimini. Le cose non vanno ovviamente come da copione: Jericho riesce infatti a liberarsi e a mettersi alla guida del veicolo blinadato che fino a poco prima lo ospitava. Quello che segue è un rocambolesco ed indiavolato inseguimento per le vie di San Francisco che si conclude con un incidente che lascia il nostro sfortunato eroe agonizzante sul selciato, attorniato da paramedici che cercano di rianimarlo e…bam! Ci si ritrova, come se nulla di questo fosse accaduto, al volante della fida Dodge con accanto il nostro parner. Come se ciò non bastasse, a farci capire che evidentemente ci stiamo perdendo qualche passaggio, intervengono le scritte dei cartelloni pubblicitari, che si trasformano in suggerimenti a Tanner di svegliarsi ed eco delle lamentele mentali dei guidatori delle auto vicine. Una successiva esplosione di un camion chiarisce finalmente questo intricato quadro: in realtà tutti gli avvenimenti qui descritti sono avvenuti solo nella mente di Tanner, che si ritrova in coma (impossibile per ora capire se già alla fine degli avvenimenti di Driv3r o dall’incidente avvenuto in seguito alla liberazione di Jericho). Questo stratagemma narrativo è in realtà, oltre che abbastanza goffo, fondamentale a livello di meccaniche ludiche.

Esperienze extracorporee e guida spericolata La suddetta esplosione proietta infatti la coscienza di Tanner fuori dall’auto e con essa la telecamera.  Il tutto non è fine a se stesso, bensì introduce alla meccanica di gioco che regge tutta l’impalcatura ludica. Da questa visuale a volo d’uccello potremo infatti “possedere” i corpi, e quindi sostanzialmente i veicoli, vicini (e con l’accrescersi di questa abilità, via via più lontani) alla nostra auto. La cosa ha molteplici risvolti interessanti. Innanzi tutto è un originalissimo modo di interagire col mondo di gioco, dato che tutto si svolge a bordo di veicoli (non si potrà quindi esplorare la città a piedi). Utilizzare l’abilità Shift e prendere possesso dei veicoli permetterà inoltre di attivare le missioni. Esse saranno suddivise, come prevedibile, in principali (legate alla storia) e secondarie. Il completamento di queste ultime andrà a sbloccare la disponibilità delle prime. Abbiamo ora un quadro più completo: durante i nostri giretti in città, alla pressione di un tasto frontale attiveremo l’abilità Shift e saremo trasportati, come uno spirito, sopra la nostra auto. A questo punto potremo accostarci con la visuale ad uno dei veicoli vicini, accanto al quale compariranno le caratteristiche del suddetto veicolo, ed occuparlo per il puro piacere di farlo. Oppure individuare quale tra i veicoli a noi prossimi è dotato di una partcolare icona che segnala una missione disponibile. Queste sembrano ben caratterizzate: si spazierà dal condurre un malato in ospedale con un ambulanza al far impazzire un istruttore di scuola guida, prendendo possesso del ragazzo cui stava facendo lezione. L’accento posto sulla caratterizzazione degli sventurati passeggeri di coloro i quali andremo ad abitare i corpi spicca e fa piacere. I dialoghi che scaturiranno dalle folli situazioni in cui vi caccerete probabilmente strapperanno più di un sorriso, il gioco non sembra infatti prendersi troppo sul serio. La struttura delle missioni principali sembra invece più canonica: si passerà dalle gare agli stunt, passando per inseguimenti e probabilmente per le gare con  checkpoint. Tuttavia l’abilità Shift si presenta come molto interessante per un motivo che va ben oltre il suo semplice ruolo di sostituto delle passeggiate a piedi (al fine dell’esproprio vericoli à la Grand Theft Auto) o di menu di selezione delle missioni. Esso sarà foriero di un originale approccio al completamento delle stesse. Immaginate la situazione: siete appena saltati dentro una macchina della polizia attivando una missione di inseguimento di un fuggitivo. Il malvivente è troppo veloce e sta per scapparvi (sembra che le meccaniche di inseguimento siano quelle canoniche: se la preda esce e rimane per troppo tempo al di fuori di un perimetro attorno alla vostra auto, avete fallito). Non disperate: l’attivazione dello Shift vi permetterà infatti di impossessarvi, poniamo, di un veicolo proveniente dalla corsia opposta a quella che state percorrendo. Dopo aver arrestato la corsa del criminale con un bel frontale, tornate nuovamente al veicolo della polizia, acciuffando comodamente la preda. Le possibilità aperte sono molto interessanti e starà agli sviluppatori creare delle missioni che inducano ad un uso creativo di questo assai strano potere.Shift a parte, il gioco integrerà anche un sistema di upgrade per i veicoli, tramite garage sbloccabili, che fungeranno anche da sistema di viaggio rapido da un punto all’altro della città. La città sembra ricca di particolari e dettagli (anche se non “viva” come la Manhattan di Grand Theft Auto IV) e ben si presta, data la sua struttura, a divertenti inseguimenti ed evoluzioni su quattro ruote. A proposito di queste ultime, pare proprio che Reflections abbia prestato particolare attenzione a rendere ben diversificato e riconoscibile il modello di guida dei diversi veicoli, fermo restando l’approccio apertamente arcade con un forte accento sulle derapate. Cosa molto gradita sarà, a questo proposito, la presenza di oltre 100 veicoli su licenza per la felicità degli amanti delle muscle car americane, che potranno scorrazzare su oltre 200 miglia di asfalto.Il tono del titolo sembra scanzonato quanto basta, pur non mancando inquietanti sogni ad occhi aperti legati allo stato comatoso di Tanner, con dialoghi sopra le righe e musica anni ’70.L’aspetto estetico appare soddisfacente, con una visuale da dentro l’abitacolo a farla da padrone (altre tre visuali sono comunque disponibili) per dettaglio ed animazioni del protagonista.

– Abilità Shift molto promettente

– Non si prende troppo sul serio

– Ambientato a San Francisco!

Il tentativo di resuscitare la serie di Driver sembra aver intrapreso una strada bizzarra, eppure in qualche modo interessante. L’assurdità del pretesto narrativo che introduce la meccanica Shift è a nostro avviso compensata dalle potenzialità della stessa. Rimane solo da attendere per verificare se questo innegabilemente coraggioso, e forse incosciente, cambio di direzione della serie si rivelerà vincente: è certo però che la partita si giocherà sopratutto sullo sfruttamento non banale di questa nuova meccanica di gioco.

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