Los Angeles – Pur non avendo raggiunto lo status di altre serie ruolistiche, Divinity ha comunque raccolto attorno a sé un buon numero di appassionati, riuscendo con Divinity II: Ego Draconis e relativa espansione a proporre un vinteressantissimo esempio di action-GdR fantasy con validissimi intrecci free roaming. Tutto merito di un talentuoso team di sviluppo come Larian Studios, che ha in serbo per i prossimi mesi proprio due nuovi titoli legati a questo brand. Se di Divinity: Original Sin ci occupiamo in un’altra anteprima, qui prendiamo in esame il promettete Dragon Commander, che a differenza degli altri capitoli della serie abbandona la forma ruolistica (seppur non del tutto) per abbracciare un originale mix tra gestionale, strategico e action.
Gioco di alleanze…e matrimoni
Si tratta insomma di un classico spin-off che, a parte l’ambientazione e la centralità dei draghi, non ha quasi nulla a spartire con il trademark di Divinity. Non per questo però Dragon Commander merita meno attenzione rispetto al suo nuovo compagno, anche se dalla presentazione a Colonia lo scorso agosto sono trascorsi quasi dodici mesi di silenzio assoluto. Si temeva addirittura che il team belga avesse abbandonato il progetto, ma la recente presentazione dell’E3 ed una nuova versione del sito ufficiale del gioco hanno rivelato una data di uscita più precisa, stimata indicativamente per il primo trimestre del 2013 nelle versioni per PC e Mac (niente console per ora). Manca ancora molto insomma, ma già iniziano a trapelare in rete le prime informazioni e alcuni nuovi screenshot, visto che dallo scorso agosto ad oggi Larian Studios ha praticamente rifatto da zero l’engine grafico giustificando così il lungo periodo di silenzio di quasi un anno. Ma esattamente cos’è Dragon Commander? Fermo restando che l’ambientazione rimane quella di Divinity II: Ego Draconis con l’aggiunta di una forte dose di steampunk prima assente, siamo di fronte a un titolo diviso in tre parti ben distinte ma che in generale mantiene un cuore prettamente strategico. Nel ruolo di un Cavaliere Drago dobbiamo allearci con quante più nazioni possibili del mondo di Rivellon per sconfiggere la malvagia Imperatrice Aurora, stringendo alleanze, sposando principesse di altre razze, gestendo il nostro potere e naturalmente scendendo anche in battaglia in forma di drago con tanto di jetpack. La carne al fuoco è insomma molta e se da un lato il tutto pare molto originale, solido e maturo, dall’altro lato il rischio di titoli così ricchi di sottogeneri e di così tante sfaccettature è che alla fine nessuna delle varie componenti goda del necessario sviluppo.

La subdola arte della diplomazia
La prima parte di Dragon Commander è organizzata come un classico wargame da tavolo, con una grande mappa, pedine da muovere, carte da giocare in stile Magic (ognuna con punteggio, poteri e caratteristiche proprie) e uno sguardo d’insieme sul mondo di gioco e sulle nove razze-nazioni che lo compongono. Il funzionamento è quello classico a turni e in questa fase potremo attaccare territori confinanti, difenderci da un attacco e stringere alleanze. Una volta effettuate le decisioni del caso, si passa all’interno di un’immensa nave aerea chiamata The Raven, che funziona come l’hub principale del gioco. Qui, a seconda delle sezioni in cui andremo, potremo approfondire gli aspetti diplomatici del gioco, informarsi su eventuali “gossip” politici, frequentare il bar per raccogliere quest e conoscere nuovi PNG e persino visitare la nostra sposa nella camera da letto. Quello del matrimonio non è però una questione di sola facciata o di colore “pruriginoso”. Scegliere la principessa giusta al momento giusto significa allearsi con la rispettiva razza e ognuna di queste è caratterizzata da pregi e difetti che bisognerà valutare attentamente. Non manca la possibilità di interrompere il matrimonio e di sposare un’altra principessa, ma anche questa scelta avrà ripercussioni positive e negative facili da immaginare (la razza “tradita” non la prenderà molto bene). Gli sviluppatori promettono inoltre un notevole realismo degli intrighi politici e una buona manciata di temi sul piatto abbastanza “caldi” tra religione, fanatismo, intrighi di ogni tipo e persino devianze sessuali, anche se su quest’ultimo elemento non si sa ancora nulla.

Il drago e il jetpack
Se le sezioni di gioco a bordo del The Raven rimangono ancora piuttosto statiche e molto dialogate, è nella terza parte del gameplay che Dragon Commander assume connotati più action. In queste fasi potremo infatti gestire un vero e proprio campo di battaglia controllando le nostre unità e costruendo torri e altri strutture di carattere bellico. Sarà possibile gestire il tutto con una visuale dall’alto facendo in pratica da spettatori attivi, ma è inevitabile che tutti vorranno entrare nel vivo degli scontri con l’accoppiata drago-jetpack e qui il gioco diventa un action aereo con visuale in terza persona. Sarà possibile combattere anche contro altri draghi e non solo con le normali unità nemiche simili a piccole astronavi e per quanto visto, il titolo sembra poter contare su un motore 3D sufficientemente solido e su battaglie spettacolari e pirotecniche al punto giusto. Da parte nostra ci auguriamo che i vari poteri del drago (oltre al fuoco naturalmente) possano evolvere e potenziarsi con un classico modello ruolistico, ma per ora su questo versante gli sviluppatori nicchiano e anche sul multiplayer circolano pochissime notizie. Sappiamo solo che la Campagna principale sarà affrontabile in co-op e che non mancherà una modalità Schermaglia tutti contro tutti fino a quattro giocatori, speriamo in ulteriori dettagli magari nel corso della prossima edizione del Gamescom di Colonia.
– Mix intrigante di generi
– Forte componente politica-diplomatica
– Le sezioni action promettono bene
Temevamo di averlo perso per sempre e invece Dragon Commander è vivo e vegeto, anche se per vederlo in azione sui nostri PC passeranno ancora parecchi mesi. Larian Studios sembra aver realizzato un mix molto intrigante tra wargame, RTS e action, creando un originale mondo fantasy con venature steampunk in cui si incrociano mappe tattiche, sezioni di dialogo, molta diplomazia e naturalmente un bel po’ di sani combattimenti aerei con tanto di jetpack. Speriamo naturalmente che il tutto sia amalgamato nel migliore dei modi, ma raramente Larian Studios ha sbagliato e anche in questo caso le aspettative per un titolo di ottimo livello ci sono tutte.