Anteprima

Divinity: Original Sin

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a cura di Pregianza

I Larian Studios sono un cittadino piuttosto strambo nella sconfinata metropoli degli sviluppatori. Lo studio belga è paragonabile a un tizio sveglio e occhialuto con un paio di d20 in tasca, ma con la spiacevole tendenza a scomparire tra la folla e a non farsi notare, visto che negli anni distributori e grandi case non hanno mai ricoperto questa squadra di abili programmatori di attenzioni e contratti. Eppure, partendo da progetti creati esclusivamente con le loro forze, i Larian si sono ritagliati un posticino nel cuore degli amanti dei giochi di ruolo grazie alla serie Divinity, molto apprezzata fin dal primo capitolo e capace di mantenere una qualità più che degna negli anni. 
Rimasta silente per un bel po’, la software house è tornata recentemente alla ribalta con due progetti, Dragon Commander e Divinity: Original Sin. Il secondo titolo è uno di quei “cavalli pazzi” spuntati dalla prateria grazie ai finanziamenti di Kickstarter, un GDR vecchia scuola con molteplici elementi atipici inseriti nella formula base. Oggi siamo pronti a parlarvene, visto che sono arrivate molte nuove informazioni a riguardo, e credeteci quando vi diciamo che potrebbe rappresentare un netto balzo di qualità per i già apprezzabilissimi Larian.
Partner o serpe in seno?
Original Sin vi vede nei panni di una strana coppia composta da un guerriero condannato che ha riacquistato la libertà da poco e da un’eroina riportata alla vita da forze mistiche. Il gioco è classico che più classico non si puote all’apparenza, e pur essendo in tempo reale si trasforma automaticamente in un gdr a turni all’inizio di ogni battaglia. A questa base fortemente ancorata al passato vanno però ad aggiungersi tutta una serie di idee molto interessanti, capaci di distinguere con forza il titolo dalla massa.
Una delle trovate più significative è sicuramente legata alle opzioni morali e all’interazione tra i due protagonisti. La struttura a coppie propria dei primi capitoli della saga è stata mantenuta, ma è ora molto più importante per via di un nuovo sistema di dialoghi e interazioni che permette al proprio compagno di influenzare le azioni del duo durante la campagna. Per essere più specifici, in ogni conversazione si hanno a disposizione scelte variabili legate a ognuno dei personaggi principali: giocando da soli si scelgono le risposte di entrambi, ma con un partner in cooperativa le scelte possono essere contrastanti. Alla fine della discussione, in base ai modificatori delle frasi selezionate parlando, vincerà il giocatore le cui statistiche hanno permesso di ottenere un punteggio finale maggiore, poiché sarà riuscito a convincere il suo partner della validità della sua posizione. Piuttosto divertente in particolare è stata una conversazione con una magica conchiglia parlante desiderosa di tornare in mare, durante la quale abbiamo dovuto scegliere se rispettare il volere del nostro piccolo interlocutore o se venderlo per del vil denaro. 
E’ inoltre evidente come le scelte influenzino il mondo di gioco, quindi un giocatore desideroso di mantenere un approccio aggressivo potrebbe trovarsi facilmente contro buona parte delle guardie cittadine dopo qualche screzio di troppo con un paio di militanti ubriachi. Chiaramente ogni scelta crudele porterà anche il livello di compassione degli eroi a calare, modificando in seguito le reazioni degli npc alla loro presenza. 
L’idea ci è piaciuta parecchio, così come abbiamo apprezzato l’umorismo da cui è permeato il gioco, che tra citazioni e momenti leggeri non sembra volersi prendere eccessivamente sul serio. Se usate a dovere, queste meccaniche possono offrire un mondo in continuo mutamento e una complessa ragnatela di scelte etiche da districare durante la campagna. L’aumento di complessità è, in questo caso, una ventata di aria fresca.
La cooperativa è drop in-drop out, senza sbalzi di sorta, con la possibilità di riconfigurare il personaggio in base alle proprie preferenze una volta entrati nell’avventura e risistemarlo al momento della disconnessione. Interessante, anche se i cambiamenti alla storia e all’ambientazione rimarranno immutabili una volta apportati.
Aspetta il tuo turno, orco
Forse la principale differenza rispetto ai predecessori riguarda il sistema di combattimento, di cui abbiamo parlato all’inizio. Sparite le botte in tempo reale alla Diablo dei primi Divinity, ora tutto si basa su una struttura a turni, con un numero limitato di punti azione spendibili per muoversi, attaccare o usare le abilità. Potrà sembrare una scelta poco saporita, ma viene in realtà speziata a dovere dall’importanza della magia e degli elementi durante le battaglie. Entrambi i personaggi, infatti, dispongono di capacità magiche piuttosto poderose, che spaziano da classiche fireball alla possibilità di ghiacciare il terreno. Questi elementi tuttavia, oltre ai soliti danni ad area o su singolo bersaglio, interagiscono tra loro amplificandosi o annullandosi a vicenda. Congelate un pavimento e i nemici potrebbero scivolarci sopra, dopodiché vi basterà sciogliere la placca di ghiaccio per trasformarla in una pozza d’acqua e infradiciarli per benino, giusto per prepararli a un bel fulminazzo magico. Le abilità a disposizione per il momento sono limitate, ma tra possibilità di raccogliere e usare vari oggetti nella mappa durante i turni, combinazioni, e persino elementali evocabili che alla morte producono effetti variabili legati agli elementi, la profondità del tutto pare evidente. Molto gustoso.
Tecnicamente il gioco è riuscito a colpirci positivamente, nonostante un motore senza troppe pretese. La direzione artistica è solida, il mondo di gioco colorito e piacevole, e i dialoghi ben scritti. Considerando che siamo ancora in pre-alpha i miglioramenti possibili sono moltissimi, quindi la presenza di modelli temporanei e qualche bug non ci ha preoccupato più di tanto. Original Sin sembra davvero essere su un ottima strada anche in questo campo.
Chiudiamo con il sistema di crafting, semplicissimo ma davvero intuitivo. Basterà unire due oggetti in una zona dedicata dell’inventario per vederli fondersi in caso di compatibilità. Sperimentare è facilissimo e spesso i risultati sono tanto logici quanto soddisfacenti. Anche qui siamo curiosi di vedere quante saranno le opzioni a disposizione dei giocatori nel gioco completo.

– Gameplay vecchio stile, ma ricco di elementi originali interessanti

– Approccio innovativo alla cooperativa nei dialoghi e nelle scelte morali

Divinity: Original Sin sembra essere uno dei più promettenti progetti spuntati dal mare di finanziamenti noto col nome di Kickstarter. I Larian sono sviluppatori esperti che già in passato hanno superato le aspettative, sfornando una lunga serie di prodotti apprezzabili. Questo titolo potrebbe essere la loro occasione per scrollarsi di dosso lo status di software house minore, e di conquistare definitivamente una larga fetta di appassionati dei giochi di ruolo vecchio stile. La carne sul fuoco sembra davvero tanta, vedremo se questi cuochi provenienti dal Belgio sapranno cucinarla a dovere.

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