Anteprima

Diablo 3

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a cura di Pregianza

La frase più azzeccata per descrivere i ragazzi di Blizzard è con ogni probabilità “bravi ma lenti”. Il colosso statunitense fa uscire un titolo ogni morte di papa, e non può nemmeno essere criticato per questo, dopotutto ogni suo prodotto si rivela essere un capolavoro curato nei minimi dettagli. Tuttavia, ci sono casi in cui questa cura maniacale sembra un po’ eccessiva… un esempio? Diablo 3. Si vocifera che il terzo capitolo della serie sia in sviluppo dal 2001. Sono oltre dieci anni, un’eternità per qualunque software house. Con l’arrivo della closed beta i milioni di fan in attesa si aspettavano un rilascio imminente, e invece Blizzard sembra voler ritardare ancor di più la release, tanto che ogni mese ritocca qualche aspetto del gameplay. Non bastasse, di recente il senior producer del gioco, Steve Parker, ha deciso improvvisamente di mollare il progetto (sembra in modo amichevole, ma le motivazioni non sono state ancora del tutto chiarite). Come ovvio sono partite speculazioni a non finire online, divise tra chi pensa che non cambierà nulla, chi vede la data d’uscita di Diablo 3 allontanarsi sempre più, e chi afferma che la fuga di  Parker potrebbe influire negativamente sulla qualità dell’hack ‘n’ slash
Noi di dubbi sulla qualità del gioco ne abbiamo pochi, avendolo seguito con attenzione fin dal suo annuncio, fatto sta che le ultime affermazioni di Jay Wilson lasciano intendere neanche troppo velatamente che la possibilità del suo arrivo nei negozi a marzo è piuttosto utopistica e la cosa non ci fa certo piacere. Oggi vi descriveremo gli ultimi cambiamenti apportati al sistema di questo epico videogame, sperando che siano quelli definitivi, o finisce che ce lo ritroviamo rimandato al 2020.
Toccatemi tutto, ma non il Calderone di Jordan
Il team di sviluppo di Diablo 3 sembrava aver raggiunto un certo equilibrio con gli ultimi ritocchi a classi e giocabilità. A quanto pare era un fuoco di paglia, visto che di punto in bianco hanno deciso di rimettere mano al sistema nella sua interezza. Qualche giorno fa, Wilson in persona ha descritto sul sito ufficiale le novità previste, e sono davvero parecchie. La prima riguarda la scomparsa delle pergamene di identificazione, notevole fastidio nei giochi di questo genere. Ora qualunque personaggio può identificare un oggetto con un semplice click. Ottima scelta. Altro cambiamento è la trasformazione del quinto pulsante per le abilità rapide in un pulsante dedicato alle pozioni, vista l’innegabile importanza delle bevande rossoblu nelle difficoltà avanzate. Modificati sostanzialmente anche gli artigiani con la cancellazione in toto della mistica. Stando agli sviluppatori, le migliorie apportate da quest’incantatrice non aggiungevano nulla di significativo alla personalizzazione delle armi, quindi è stata rimossa per essere riveduta e corretta, così da poter essere reintrodotta in seguito. 
Tra tutte queste rivoluzioni ce n’è però una orribile. Con il ritorno dei portali cittadini al posto della pietra teletrasportante introdotta nella beta, sono spariti il Calderone di Jordan e il Cubo dei Nephilim. Queste due fantastiche chicche permettevano di vendere e smantellare oggetti comodamente nell’inventario. Adesso non sarà più possibile, e i giocatori dovranno tornare in città ogni volta che si ritroveranno con l’inventario pieno. Solitamente accogliamo con ottimismo i cambiamenti, ma in questo caso ci sembra davvero una mossa azzardata. Avevamo apprezzato molto l’eliminazione del tediosissimo ritorno in città per le vendite, e ora ci ritroviamo al punto di partenza. Così a occhio, sembra una modifica legata all’Auction House. Probabilmente Blizzard si è resa conto che con il Calderone e il Cubo i giocatori raccoglievano materie prime e denaro con velocità eccessiva, e hanno voluto limitare la cosa per non devastare l’economia del mondo di Sanctuary. Per limitare le proteste almeno hanno reso impossibile il riciclo degli oggetti comuni. Un modo come un altro per dire “non raccogliete tutto quello che trovate per terra”. A nostro parere avrebbero potuto trovare una soluzione alternativa nettamente migliore. Comunque è presto per fasciarsi la testa, tutto è ancora in mutamento.  
L’ultima modifica, e forse la più rilevante, è la semplificazione degli attributi. Le caratteristiche principali saranno Forza, Destrezza e Intelligenza. I barbari guadagneranno danno e armatura dalla forza, monaci e cacciatori di demoni otterranno danno e probabilità di schivata dalla destrezza, e maghi e sciamani miglioreranno la potenza delle loro magie e il recupero dei punti vita con l’intelligenza. Molto basilare, ma sicuramente intuitivo. Sono state poi abbandonate le caratteristiche secondarie Difesa, Attacco e Precisione. Armatura e resistenza fisica sostituiranno la difesa, mentre la percentuale di danno critico prenderà il posto della precisione. Questo stravolgimento di numeri porterà a un’enorme opera di ribilanciamento delle classi e degli oggetti, atta a restringere il campo degli “oggetti utili” per certi eroi. Nell’inventario è stata anche aggiunta una schermata degli attributi, che permetterà di visionare immediatamente i miglioramenti apportati da un certo pezzo di equipaggiamento. Sembra infine che sia sotto analisi persino l’intero sistema delle abilità e delle rune. Tutto molto bello e interessante, peccato che porterà senza ombra di dubbio ad un ulteriore allungamento dei tempi di sviluppo. 

– Blizzard non ha mai deluso

– Il gioco è chiaramente ad un ottimo punto del suo sviluppo

– I ritocchi continui dimostrano una cura inverosimile per la qualità del prodotto

Chiariamo subito la situazione: noi ci fidiamo ciecamente di Blizzard. La casa americana non ha mai deluso e siamo convinti che non accadrà con questo terzo capitolo di una delle sue serie più amate. Il titolo però sembrava già qualitativamente superlativo, e queste continue modifiche ci preoccupano un pochino. Forse ci sono stati dei calcoli errati in fase di progettazione del gameplay? Qualcosa nello sviluppo è andato storto? Improbabile, ma non impossibile. Speriamo solo di vedere il gioco nei negozi quest’anno. Se continuano così rischiamo di morire di vecchio.

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