Anteprima

Dead Island

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a cura di andymonza

L’isola di Banoi sarebbe davvero un bel posto per rilassarsi, se solo esistesse veramente. Le feste durano tutta la notte, le ragazze sono tutte in costume e l’alcool scorre a fiumi. E’ proprio durante una di queste “notti brave” che comincia la storia di Dead Island: dopo una gozzoviglia che farebbe impallidire i fasti di Una notte da leoni il nostro protagonista collassa sul letto della sua suite, per risvegliarsi il giorno dopo con la testa annebbiata ed un bel problema da risolvere. Quasi tutti gli abitanti del paradiso vacanziero in Nuova Guinea sono stati infatti colpiti da una strana infezione, trasformati in zombie affamati di membra umane: in pieno stile “Sodoma e Gomorra”, il tempio della perdizione diventa d’improvviso un vero e proprio inferno. Grazie ad un codice preview messoci a disposizione dal publisher Koch Media ci siamo concessi un’ora per esplorare l’isola (limite di tempo purtroppo imposto dagli sviluppatori), e toccare con mano il nuovo promettente lavoro di Techland.

Balla con gli zombieTerminata la breve sequenza introduttiva ci si trova a scegliere uno tra quattro personaggi, una decisione che non si ferma al puro lato estetico: Xiai Mei, Logan, Sam B e Purna corrispondo ad altrettante classi dal punto vista del gameplay, cosicchè il giocatore possa scegliere il personaggio che meglio si adatta al proprio stile di gioco. L’efficienza con armi da lancio, da taglio o contundenti fa da spartiacque, identificando differenti approcci al nemico che potranno essere ulteriormente raffinati con la successiva spesa dei punti esperienza, sulla quale torneremo a breve. Effettuata l’importante scelta, comincia l’avventura vera e propria, introdotta da una breve fase tutorial che vede il giocatore fuggire dal resort infestato di non morti e rendersi conto di non essere l’unico sopravvissuto al disastro. Il rapporto con i superstiti si rivela infatti il principale motore dell’azione: da essi il protagonista otterrà le missioni, naturalmente divise tra principali e secondarie, che gli daranno un motivo per aggirarsi nella vasta isola, massacrare centinaia di zombie e completare obbiettivi più o meno complessi. Lo scopo ultimo, naturalmente, sarà quello di fuggire dall’ex paradiso vacanziero, nel contempo salvando le poche vite umane rimaste intatte.La prima ora di gioco da noi testata ci ha messo di fronte ad obbiettivi molto pratici: trovare un nuovo rifugio per i superstiti, poi concretizzatosi nella ex base della Guardia Costiera, aiutare un meccanico a trovare parti per riparare i veicoli, cercare benzina per bruciare i corpi degli zombie eliminati. I ragazzi di Techland sono infatti riusciti a dare al background narrativo un sapore tutto sommato realistico, utile a coinvolgere il giocatore nella vicenda, a farlo sentire un vero e proprio sopravvissuto.

Pomi d’ottone e manici di scopaA questo scopo contribuiscono anche le armi, perlopiù improprie, con le quali ci si trova a percuotere i cadaveri ambulanti: pagaie, mazze da baseball, tubature, coltelli da sub, manici di scopa, di questi oggetti sarà composto il bizzarro arsenale. Prendendo in prestito qualche idea da Dead Rising – ma, come vedremo, non si tratta dell’unica fonte d’ispirazione per i ragazzi di Techland – gli sviluppatori hanno pensato bene di introdurre due importanti caratteristiche per l’arsenale: la prima è il deterioramento, che vedrà ogni ferro (o legno) perdere progressivamente in efficienza ad ogni fendente fino alla rottura, la seconda è rappresentata dai tavoli da lavoro, tramite i quali sarà possibile riparare gli strumenti, aumentarne il livello di danno (su tre disponibili) o effettuare combinazioni, a patto di aver trovato le giuste “ricette” ed i corretti “ingredienti” sparsi nel mondo di gioco: proprio come Chuck Greene vi troverete a girare armati di mazze da baseball chiodate e machete elettrificati.Mentre quest’ultima opzione richiederà semplicemente il ritrovamento dei progetti e dei pezzi necessari agli upgrade, la riparazione ed il potenziamento del danno richiederanno un controvalore in denaro: fortunatamente l’isola è disseminata di banconote abbandonate un po’ ovunque – nelle valigie, nelle tasche dei cadaveri, addosso agli stessi zombie – oltre naturalmente a quelle che vi guadagnarete completando le varie missioni.

All inclusiveSia che vi troviate all’aperto, tra palme, mare e sole accecante, sia che esploriate quel che rimane delle strutture dell’imponente restort torcia elettrica alla mano, l’incedere in Dead Island sarà costantemente ostacolato dagli incontri con i non morti che infestano l’isola, pasteggiando sui cadaveri o semplicemente ciondolando senza apparente scopo. Ispirandosi a Left 4 Dead i ragazzi di Techland hanno opportunamente diviso gli zombie in differenti “classi”, forse in maniera meno evidente di quanto sperimentato nel titolo Valve, eppure abbastanza da rendere ogni incontro differente – perlomeno nella prima ora di gioco. Alcuni avanzeranno lentamente, menando ciechi fendenti con le braccia, altri vi correranno incontro a grande velocità, urlando. Altri saranno in fiamme, altri ancora cercheranno di mandarvi a gambe all’aria. Approcci differenti richiederanno naturalmente una buona capacità d’adattamento da parte del giocatore, aiutato da due fondamentali strumenti: il calcio, sferrabile alla pressione del dorsale sinistro, fa le veci del colpo melee di Left 4 Dead, allontanando il nemico, mentre la possibilità di lanciare le armi (e recuperarle in un secondo momento) sarà ottima per affrontare i nemici più ostici.Armi alla mano, il feeling di combattimento è senza dubbio particolare e richiede un po’ d’abitudine: inizialmente i fendenti sembrano lenti e poco efficaci, ma si tratta più che altro di “prendere le misure” e soprattutto sfruttare il sistema di danni localizzati: una volta sufficientemente vicini ad un nemico, il puntatore andrà dinamicamente a selezionare diverse parti del suo corpo a seconda della direzione dello sguardo, permettendo così al giocatore di rompere braccia e gambe, o semplicemente di mirare alla testa, ottenendo il massimo del danno. Padroneggiare questa meccanica richiederà un po’ di adattamento, ma garantisce grandi soddisfazioni, anche a causa della buona risposta dei nemici alle diverse sollecitazioni.Va altresì detto che la disponiblità di un solo colpo offensivo rende talvolta monotoni i combattimenti, perdipiù legati ad una barra della resistenza fisica, che costringerà ad arretrare dopo un po’ di fendenti consecutivi.

Zombie HunterOltre alla libera esplorazione ed alla customizzazione delle armi, Dead Island offre anche un sistema di crescita del personaggio. Ogni fendente messo a segno restituirà un certo numero di Punti Esperienza, i quali andranno naturalmente ad accrescere il livello del personaggio. Ad ogni nuovo step sarà possibile spendere un punto abilità scegliendo nuove skill da tre classici alberi, ben noti a chiunque abbia un minimo di familiarità con le meccaniche del GDR. Questo ulteriore livello di raffinamento permetterà fondamentalmente due approcci: o potenziare ulteriormente l’abilità di base del personaggio, oppure scegliere di migliorarne le caratteristiche in altre direzioni, creando un combattente meno specializzato ma più versatile. Purtroppo i sessanta minuti a nostra disposizione non sono stati sufficienti per sperimentare adeguatamente con le varie combinazioni, anche se la varietà sembra non mancare. Va altresì detto che le abilità sono per la maggior parte passive, confermando almeno in parte l’impressione iniziale legata alla possibile monotonia dei combattimenti, data la disponibilità di una sola offensiva. Solo in fase di recensione potremo sviscerare a dovere questi aspetti, dando risposta anche a queste importanti domande.

L’isola dei sogniNon occorre moto tempo per rendersi conto di quanto i ragazzi di Techland abbiano compiuto molti passi avanti nel padroneggiare il loro engine proprietario, il Chrome, ormai alla versione 5. L’isola immaginaria di Banoi si staglia in tutte le sue ragguardevoli dimensioni, interamente caricata in streaming sia all’esterno che indoor. Il livello di dettaglio sul paesaggio circostante è notevole, così come buone le texture che ricoprono le ottime basi poligonali. Convincenti anche gli zombie, molto ben animati. Nel complesso uno spettacolo di tutto rispetto, quasi sempre fluido ed apparentemente privo di bug già sin d’ora. Apprezzabile il lavoro svolto sull’effettistica audio, anche se gli NPC tendono a volte a ripetere un po’ troppe volte alcune frasi.

– Ambientazione vasta e variegata

– Molte armi contundenti e da taglio

– Atmosfera originale

Per quanto breve e limitata alla sola esperienza singolo giocatore, la nostra prova diretta su Dead Island ha confermato le buone premesse: l’ambientazione e la buona contestualizzazione rendono i primi minuti di gioco magnetici, un incipit davvero ben orchestrato per quella che si preannuncia come un’avventura interessante per tutti gli appassionati di zombie. Di certo, la componente online potrebbe rendere l’esperienza ancor più interessante, a patto che venga bilanciata a dovere. Questa ed altre domande troveranno risposta nella nostra recensione, ormai prossima. Rimanete con noi.

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