Anteprima

DMC: Devil May Cry

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a cura di AleZampa

Los Angeles – Il momento che sta attraversando Capcom non è certo dei più facili. Come moltissime altre compagnie giapponesi infatti la mamma di Resident Evil e Street Fighter si è trovata in mezzo ad un epocale cambiamento dell’industria videoludica, nel quale si è persa la visione Giapponecentrica del mercato, in favore di uno spostamento sempre più marcato, e ormai consolidato, versi lidi decisamente più occidentali. Ma a differenza di molte altre società del Sol Levante, Capcom ha provato (a onor del vero con fortune alterne), a invertire la propria deriva, cercando di allinearsi ai sistemi produttivi e ai mercati occidentali. E’ proprio in quest’ottica che ha deciso di affidare uno dei suoi brand più famosi e apprezzati ad un (invero sottovalutato) studio con sede a Cambridge, noto per le sue innovative tecniche di motion capture e per aver prodotto dei titoli che, seppur eccellenti, non hanno incontrato il successo che meritavano: i Ninja Theory. Andiamo quindi insieme a vedere come procedono i lavori su questo atteso reboot.

Gioventù bruciataNon ci addentreremo eccessivamente nella (stucchevole) querelle che ha visto scontrarsi fin troppo zelanti fan con il team dietro questo nuovo DMC – Devil May Cry, perché non sono questi la sede e il tempo adatti, ma vi basti sapere che la gestazione travagliata di questo titolo, così come l’aspetto di Dante, è stato oggetto di pesanti critiche, marcate a tal punto da costringere i ragazzi di Ninja Theory a rivalutare le loro idee iniziali. Quello su cui invece lo studio di Antoniades è andato avanti come un treno è la visione del mondo di Devil May Cry, rivisto, corretto, e aggiornato a valori produttivi e stili più moderni. Facciamo in tanto un piccolo passo indietro e cerchiamo di contestualizzare meglio la corice temporale nella quale si svolgono gli eventi di DMC. Il Dante che controlleremo in questo titolo infatti non ha tantissimo in comune con quello che abbiamo potuto apprezzare nel titolo originale, se non un’arroganza e una strapotenza di fondo non ancora mitigate dall’età e dall’esperienza. I suoi capelli sono ancora neri, ma non dubitiamo del fatto che non rimarranno tali alla fine delle nostre peripezie. Il capitolo che abbiamo potuto vedere per voi in una breve presentazione a porte chiuse si colloca più o meno a metà avventura, e vede il nostro giovane protagonista farsi un giro in un poco raccomandabile night club, gestito, manco a dirlo, da un demone di nome Lilith. I demoni infatti controllano praticamente ogni aspetto della vita degli umani, dal mondo economico a quello politico, passando, come è apparso chiaro anche nella demo, per quello dei vizi.

Menare con stileVisto il background del personaggio, non è stato molto difficile fare entrare Dante in un posto del genere, ma da bravo eroe senza macchia il nostro si getta in una missione che lo porta ad entrare in una sorta di limbo nel quale dovrà superare diversi ostacoli prima di riuscire ad affrontare il reale nemico. Da che mondo è mondo la qualità dei titoli action sta tutta nel sistema di combattimento, e possiamo assicurarvi che questo è uno degli elementi meglio riusciti del progetto targato Ninja Theory. Nonostante l’azione sia frenetica e richiami i suoi illustri predecessori, con il conteggio dei punti stile e i relativi commenti sempre bene in evidenza, l’approccio pare più ragionato e meno da smash button, visto il quasi obbligo di cambiare al volo il tipo di arma passando da quelle demoniache a quelle angeliche, ognuna maggiormente efficace con una tipologia di nemici particolari. Dante quindi salta da una parte all’altra del club trasfigurato in un tripudio di musica martellante e alternanza tra colpi pesanti, leggeri e da distanza, dovendo rispettare obiettivi specifici come resistere il più a lungo possibile o uccidere diversi gruppi di nemici in un tempo prestabilito. La varietà dei nostri avversari, per quello che abbiamo potuto vedere, è decisamente varia: siamo passati con facilità dai piccoli demoni senz’arte ne parte a degli altrettanto fastidiosi quadrupedi famelici, per arrivare infine ad entità ben più corazzate (e armate di scudo) da abbattere a suon di armi a due mani e rampini. Anche la verietà di colpi e movenze di Dante è di tutto rispetto, e non farà sicuramente rimpiangere i fan di vecchia data, ammesso ovviamente che superino lo scoglio (di fatto inesistente) del reboot. Tecnicamente il titolo è più che valido, fluido, ricco di modelli poligonali elaborati e ben animati (ma con ancora evidenti problemi di aliasing) e graziato da una direzione artistica davvero ispirata, caratteristica non nuova per i titolo Ninja Theory. Vedere Dante muoversi fluido su uno stage che sempra più la pista da ballo di una discoteca, con pareti che si muovono come fossero un equalizzatore a ritmo di musica, è veramente uno spettacolo. Molto buona, a quanto pare, anche l’intelligenza artificiale mostrata dalle orde dei nemici, sempre pronti a collaborare tra di loro per fare la festa al nostro protagonista, che rimane in ogni caso uno dei personaggi più carismatici del panorama videoludico. La data di uscita, fissata per il quindici gennaio 2013 è ancora parecchio lontana, sopratutto se consideriamo il già avanzatissimo stato dei lavori, ma lo studio inglese, così come la stessa Capcom sempre attenta a seguire l’avanzamento dei lavori, vuole prendersi tutto il tempo necessario per bilanciare il più possibile il sistema di combattimento e ottimizzare ogni aspetto della produzione, dando ai fan il miglior Devil May Cry possibile.

– Sistema di combattimento più tattico e ragionato

– Direzione artistica ispirata

– Dante non ha perso carisma

Non ascoltate chi vi dice che il nuovo Dante non tiene il passo di quello che abbiamo imparato ad amare con i precedenti Devil May Cry: il nuovo titolo del franchise Capcom sta infatti crescendo più che bene nelle sapienti mani di Ninja Theory, uno studio che ha raccolto molto meno di quanto effettivamente meritasse. La direzione artistica della nuova iterazione del brand è più che mai ispirata e moderna, e il suo combat system più ragionato aggiunge un nuovo livello di tatticità che certo non può far male alla produzione. E non temete per il protagonista, l’arroganza e la sicurezza di sé che l’hanno accompagnato fino ad ora non sono certo svanite.

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