Los Angeles – La serie Crysis ha indubbiamente lasciato un segno nel campo degli FPS, anzi, dal punto di vista tecnico si può tranquillamente dire che ha scavato un burrone, in grado di venir superato da ben pochi prodotti. Non che il gameplay congegnato dai ragazzi di Crytek fosse da buttare via, ma non ha goduto del plauso unanime ricevuto dal comparto grafico ed è stato criticato da alcuni giocatori, convinti di aver notato un’involuzione del sistema dal primo al secondo Crysis. In realtà questo peggioramento non c’è stato, semplicemente il secondo Crysis ha reso la campagna più lineare, sacrificando parzialmente la natura sandbox del predecessore e spostando l’azione verticalmente su mappe meno estese ma più diversificate, in favore di una maggiore capacità di personalizzare tuta e armamentario. Vista l’uscita piuttosto vicina di Crysis 3, e la nostra volontà di scoprire le principali novità legate al sistema di gioco, siamo entrati nello stand di Electronic Arts per mettere mano alla missione mostrata durante la conference, ambientata nei pressi di una grossa diga. Ecco cosa dovete aspettarvi dal nuovo capitolo della saga.
Su, giù, destra, sinistra, centroGli sviluppatori di Crytek hanno ascoltato le critiche, e in Crysis 3 hanno deciso di rimescolare ulteriormente le carte in tavola. Il gioco ha sempre obiettivi ben definiti e uno svolgimento lineare, ma è una mescolanza dei primi due titoli con mappe estremamente estese sia in verticale che in orizzontale. Questo è reso possibile dalla nuova ambientazione, che vede New York invasa da una foresta amazzonica a sviluppo rapido grazie all’azione di una enorme nanocupola creata dalle CELL Industries per contenere l’infezione dei Ceph vista nel precedente capitolo (o almeno questa è la versione “ufficiale” della multinazionale, che in realtà vuole impadronirsi della tecnologia aliena rimasta in città). Sono addirittura sette le diverse tipologie di foresta sviluppatesi in città, cosa che dovrebbe permettere a Crytek di variare spaventosamente le situazioni durante la campagna principale.I programmatori hanno anche deciso di rendere il gameplay molto più aggressivo. La tatticità è rimasta invariata, e all’inizio di ogni fase è sempre possibile osservare accuratamente i dintorni con il binocolo e marchiare nemici e obiettivi per decidere come muoversi, ma stavolta Prophet ha molti più trucchi a disposizione, ed è indubbiamente più pericoloso, al punto da non essere più una preda in pericolo costante ma un cacciatore di cui qualunque nemico dovrebbe avere paura. Il primo nuovo aggeggio è ovviamente l’arco, arma poderosa in grado di eliminare quasi ogni nemico umano o umanoide con un colpo solo, silenziosa, e utilizzabile rimanendo invisibili. Devastante, ma limitata dallo scarso numero di proiettili disponibili e pertanto non abusabile. Il protagonista può inoltre ancora modificare i pezzi del suo arsenale, aggiungendovi silenziatori, caricatori allargati e mirini vari. Non è sparito nemmeno il menu dei potenziamenti alla nanotuta, ampliatosi nettamente con un sacco di nuove chicche, e non più dipendente dai naniti alieni. Nella demo provata avevamo a disposizione alcuni skill points da distribuire, ma non è chiaro se nel gioco finito il sistema sarà a esperienza o sfrutterà altri espedienti, lo stanno ancora ritoccando. Nelle nostre scorribande ci è sembrato pure di avere a che fare con un eroe nettamente più resistente rispetto a quelli visti in passato, specialmente con l’immancabile armor upgrade attivato, e dotato di una tuta più rapida nella ricarica dell’energia. Troppo facile così, direte voi, ma non dovreste sottovalutare un piccolo fattore: i nemici sono una marea. Per valutare le potenzialità del buon soldato ci siamo infatti lanciati in battaglia senza nemmeno tentare l’approccio ninja nella prima fase. Grosso errore, perché ci siamo trovati circondati da decine di nemici armati fino ai denti e tempestati da una pioggia di proiettili. Per carvarcela siamo stati costretti a fuggire usando lo stealth, raggiungere una posizione sicura, e rivalutare attentamente la situazione in modo da poter eliminare l’esercito di nemici in piccoli gruppi. I poteri di base in generale sono rimasti invariati, si possono ancora raggiungere zone sopraelevate con un supersalto, spostare oggetti pesantissimi usando la super forza, prendere nemici per il collo e scagliarli nella stratosfera, ed effettuare brevi scatti in velocità per filarsela quando il gioco si fa troppo duro. Ci sono però nuove abilità extra quali l’hacking, utilizzabile su certi macchinari nemici, o la capacità di usare armi aliene, cosa che dovrebbe disattivare brevemente le abilità della nanotuta ma non abbiamo avuto modo di testare durante la nostra prova. Dopo un sacco di uccisioni “toccata e fuga”, e senza più una freccia nella faretra, abbiamo raggiunto finalmente la diga, dove ci siamo trovati in una base militare molto più chiusa e claustrofobica rispetto alla vasta zona naturale attraversata in precedenza.Lì abbiamo dovuto aggirare un gruppo di guardie messosi a sparare alla porta dell’ascensore con cui eravamo entrati, passando dalla tromba dello stesso grazie al supersalto sopracitato. Evidente da queste sezioni la volontà di Crytek di unire non solo le ambientazioni, ma anche le situazioni dei primi due Crysis, con fasi liberissime affrontabili in tanti modi diversi, e missioni semi-scriptate con scelte più limitate ma dove è necessario aguzzare l’ingegno. La demo si è conclusa con la distruzione della diga, e un’immancabile cliffhanger che ha lasciato in sospeso il destino di Prophet.C’è solo un modo per definire l’impatto visivo di Crysis 3: maestoso. Il gioco ha un livello di dettaglio quasi inverosimile, e una qualità grafica generale superlativa. Tutto è sopraffino, modelli, animazioni, ambientazioni e texture. Non c’è niente che non risulti una gioia per gli occhi. Persino l’intelligenza artificiale dei nemici è stata migliorata, e ora assaltano molto più attivamente le zone in cui hanno notato la nostra presenza dopo un attacco, anche se riattiviamo subito l’invisibilità. Aggirarli è sempre possibile, ma risulta leggermente più difficoltoso, specialmente se si considera la loro tendenza a non distaccarsi mai troppo dal gruppo. Qualche piccola imperfezione visiva la si è notata, ma era pur sempre una pre alpha, e sono piccolezze che non possono rovinare un aspetto grafico così spaventosamente curato. Certo, tutto si muoveva su PC, ma dopo aver visto Crysis 2 è difficile dubitare della qualità del gioco su console. Nessuna nuova sul multiplayer purtroppo, ma qualcosa sta bollendo in pentola anche in quel campo.
– Unisce ottimamente il gameplay e le ambientazioni dei primi due capitoli
– Graficamente eccezionale
– Sempre molto tattico, ma con un bel po’ di azione in più
Crysis 3 unisce il gameplay e le ambientazioni dei suoi due predecessori in modo estremamente naturale ed efficace, proponendo così una formula non particolarmente innovativa, ma di certo molto ben strutturata e godibile, che unisce egregiamente tatticità e azione al cardiopalma. Graficamente poi è divino, almeno su PC. Vogliamo seriamente vedere fino a che punto si spingeranno i ragazzi di Crytek con questa loro nuova opera. Sarà il Crysis definitivo? Speriamo di sì.