All’essere umano è sempre piaciuto vincere facile. Esplorate i desideri più reconditi di buona parte dell’umanità, e quasi sicuramente troverete una larga percentuale di persone che vorrebbero avere tutto senza aver mai fatto una mazza. È una volontà piuttosto comprensibile, e lo è specialmente nei videogiochi, visto che la vita è già dura di suo e molti vogliono staccare completamente dalle difficoltà quando prendono in mano il pad o appoggiano il palmo al mouse. C’è però un istinto che, negli appassionati, non viene mai meno, una sete di sfida che pervade chi bazzica tra computer e console da una vita, e che viene davvero soddisfatta solo con un videogame capace di offrire complessità e difficoltà elevate. Hideki Kamiya è, da anni, uno dei più grandi maestri nella creazione questo tipo di prodotti, una sorta di guru del game design con un caratteraccio tanto acido quanto geniale è la sua mente, che nella vita ha sempre congegnato titoli di una profondità e finezza inverosimile. Bayonetta, è forse il punto più alto mai raggiunto da questo designer per quanto riguarda il gameplay, l’apoteosi del combat system, considerato da molti appassionati il culmine del genere action hack ‘n’ slash. C’è dunque un motivo se, quando Nintendo sì è accaparrato il suo seguito diretto in esclusiva, molti utenti privi di WiiU si sono incavolati non poco. Fatto sta che Bayonetta 2 senza Nintendo non potrebbe nemmeno esistere, che Kamiya stavolta è solo un supervisore, e che finalmente abbiamo avuto modo di provarlo a fondo per una bella preview. Avevamo parecchi dubbi sul nuovo gioco di Platinum (e la mancanza del padre di Bayonetta alle redini dello sviluppo era quello più grosso), ma già ora possiamo dirvelo senza troppo timore di essere smentiti: Bayonetta 2 potrebbe superare il suo predecessore in tutto.
Un inizio strabiliante
Uno dei motivi per cui il primo Bayonetta è rimasto nella memoria, oltre alla sua prorompente protagonista, è la tamarraggine fuori di testa delle situazioni presenti nel gioco. Ecco, Bayonetta 2 prende quelle situazioni, gli dà una bordata atomica e le spedisce in home run senza neanche guardare dove sono atterrate. L’inizio della campagna è follia allo stato puro, un misto di flashback, boss giganteschi, combattimenti su jet e scenette volutamente improponibili il cui unico scopo sembra far capire un concetto molto semplice: questo seguito vuole sorprendere oltre ogni limite. Il prologo serve comunque solo a impressionare, la reale qualità del prodotto la si nota quando si inizia a combattere seriamente. Appena i nemici si normalizzano (anche se non accade mai del tutto e in generale gli scontri contro bestioni enormi sono molto più numerosi), si può tornare a godere dell’incredibile gameplay visto nel gioco base, con qualche novità. Bayonetta è eccezionale da questo punto di vista, perché offre un’evoluzione di ogni possibile sistema e meccanica negli action: la schivata offre frame di invulnerabilità perfettamente calcolati per non essere né eccessivi né troppo difficili da sfruttare, evitare un colpo all’ultimo momento rallenta il tempo garantendo combo molto dannose, le combinazioni offensive sono numerosissime e spettacolari, vi sono innumerevoli mosse extra da acquistare con effetti variabili sui nemici, e il combattimento dalla distanza si fonde a meraviglia con quello in corpo a corpo grazie alla possibilità di sparare dopo ogni attacco.
Non è certo tutto, nel gioco ci sono elementi avanzati magnifici, come la possibilità di bufferare le combo durante una schivata, accessori che permettono di ottenere vantaggi ulteriori, e la chance di equipaggiare due tipi di armi diversi contemporaneamente, peraltro sostituibili in ogni momento in battaglia. Non esiste gioco con un tale quantitativo di possibilità offensive, eppure ogni cosa funziona a meraviglia. Ci addentreremmo di più nell’analisi, ma non è il caso ora. Voi sappiate solo che, se si tratta di botte, Bayonetta 2 è persino migliore del primo capitolo.
L’unico serio dubbio che avevamo, dopo aver testato il gioco a qualche fiera, era legato alla difficoltà. La possibilità di attivare il Witch Time, un potere che rallenta il tempo e potenzia le combinazioni della protagonista una volta caricata una specifica barra, e la facilità con cui avevamo ottenuto medaglie di alto livello dopo ogni scontro ci avevano disturbato. Fortunatamente il gioco era settato in easy, e provandolo per bene ne abbiamo avuto conferma. Ottenere medaglie di platino nei livelli non è affatto una passeggiata, e se vorrete avanzare dimenticandovi di oggetti curativi e quant’altro non mancheranno le fasi capaci di mettervi in difficoltà. C’è pane per i denti dei veterani insomma.
Se il gameplay ci ha impressionato, non possiamo dire lo stesso del comparto tecnico, con qualche sgranatura delle ombre e modelli non proprio super dettagliati, ma le ambientazioni offrono spesso un colpo d’occhio notevole, e la fluidità è impeccabile, quindi c’è poco da recriminare anche in questo campo. Vorremmo potervi descrivere di più, ma non temete, vi sveleremo molte altre sorprese del titolo con almeno un’altra preview prima della recensione. Per ora cancellate le preoccupazioni legate alla possibile semplificazione del gameplay, i Platinum queste cose non le fanno.
– Combat system stratosferico
– Definirlo “esagerato” è davvero troppo poco
Le prime ore in compagnia di Bayonetta 2 ci hanno positivamente sorpreso. Il combat system eccezionale ce lo aspettavamo, certo, ma non potevamo prevedere che gran parte dei nostri dubbi sarebbero stati dissolti quasi immediatamente. Così a occhio il nuovo action di Platinum Games dà l’impressione di poter essere tutto quello che i fan della serie desideravano. Resta solo da vedere se riuscirà a mantenere il suo ritmo folle dall’inizio alla fine.