Anteprima

Assassin's Creed III

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a cura di AleZampa

Milano – Sin dal suo annuncio, l’attesa e l’interesse intorno al terzo capitolo ufficiale della saga di Assassin’s Creed è sempre stato altissimo. Passati due capitoli minori (ma solo di nome, non certo a livello contenutistico) che non hanno portato avanti la numerazione ufficiale, si sentiva infatti il bisogno di un nuovo inizio e di un nuovo protagonista al quale affezionarsi, dopo aver visto il nostro Ezio Auditore da Firenze (da pronunciare rigorosamente con accento americano che finge di essere italiano) diventare uno degli Assassini più importanti della storia della Setta e un crocevia fondamentale all’interno dell’intricata trama pensata da Ubisoft. Ora però è il momento di farsi dare un passaggio dai Padri Pellegrini e andare a vedere cosa di speciale hanno il Nuovo Mondo e Connor, il protagonista di Assassin’s Creed III 

United we stand…Seduti nella nostra comoda postazione e preso in mano il pad, ci è stata data la possibilità di girare liberamente per diverse ore all’interno della sequenza sei, porzione di gioco abbastanza avanzata da poter accedere a sostanzialmente tutte le grandi novità di questo capitolo. L’azione inizia all’interno di una tenuta nei boschi, dalla quale potremo facilmente attivare una serie di missioni specifiche, andare verso la vicina Boston e sopratutto raggiungere un piccolo porto, nel quale dar via ad una delle missioni navali, su cui però torneremo dopo. Le origini indiane di Connor (gli indiani americani di Toro Seduto, non quelli di Rajesh Koothrappali) si ripercuoteranno ovviamente in maniera pesante sulla narrativa del titolo, centrata come non mai, visto il setting storico nella quale è contestualizzata, sul concetto di oppressione e liberazione. Come infatti il giovane popolo americano lotta per l’indipendenza dalla corona inglese, anche i nativi americani lottano per mantenere la loro identità, resistendo il più possibile alle espropriazioni dei loro verdi pascoli.

Avviata quindi la missione principale, ci siamo concessi la libertà di girovagare nei boschi circostanti, non potendo non notare quanto buono fosse il lavoro svolto dai programmatori. Tralasciando infatti l’enorme quantità di attività collaterali, dalla classica raccolta di oggetti sparsi per tutta la mappa alla caccia di animali utili a fornirci materiali per le nostre attività commerciali, il radicale cambiamento di ambientazione sembra aver giovato non poco alla formula classica del gioco. La frontiera è infatti una terra selvaggia e senza regole, nella quale dovremo guardarci non solo da briganti o pattuglie, ma anche, e sopratutto, dalla fauna locale (lupi in testa), sempre pronta a vedere Connor come un happy meal con sorpresa. Arrampicarsi sugli alberi, tendere agguati sfruttando gli arbusti o colpire in silenzio con l’arco saranno attività decisamente comuni, ognuna delle quali utile per determinate situazioni e in grado di gratificare il giocatore. In testa sicuramente il dardo con corda, arma che ci permetterà di effettuare alcune tra le più spettacolari uccisioni che la nostra carriera da assassino abbia mai visto. Se avevate dei dubbi sul fatto che i segmenti ambientati nel bel mezzo della natura potessero snaturare lo spirito del titolo, che è nato e si è perfezionato all’interno di ricchissimi contesti urbani, possiamo con cognizione di causa rassicurarvi nella maniera più assoluta, perché la cura messa dagli sviluppatori in queste sezioni è pari a quella che potrete trovare nella costruzione di Boston o delle altre città che visiteremo. Una volta che avrete in mano un pad inoltre, le dinamiche di fuga e corsa all’interno del bosco, con crepacci, pareti rocciose, e alberi da scalare vi ricorderanno molto quelle delle sparizioni sui tetti di Costantinopoli, Roma o Firenze, ad eccezione ovviamente di alcuni branchi di lupi dai quali potrete difendervi tramite piccoli eventi in tempo reale.

Le care vecchie abitudini di una voltaIl core del gameplay rimane sempre quello che abbiamo già apprezzato negli altri titoli, ma l’offerta ludica sembra essersi espansa in maniera davvero importante. Quando Ubisoft dice che questo Assassin’s Creed III sarà probabilmente una delle ultime megaproduzioni della corrente generazione non si allontana molto dalla realtà, almeno per quanto riguarda le impressioni lasciateci da questo lungo hands-on. Se infatti l’introduzione della frontiera e degli spazi incontaminati ampliano e rinfrescano le location di gioco, anche le missioni più, per così dire, classiche all’interno delle città stupiscono sempre più ad ogni apparizione.

Nell’arco dei trent’anni nei quali si svolgerà l’epopea di Connor, saremo in grado di assistere in prima persona alla nascita di uno dei più grandi stati occidentali, contribuendo fattivamente alla sua fondazione. Andati infatti a Boston per capire meglio cosa ci fosse dietro alla compravendita delle nostre terre, ci siamo imbattuti in alcuni dei più vigorosi sostenitori dell’indipendenza dei territori americani, in costante conflitto con la dominazione inglese. Una delle missioni ad esempio consisteva nello scortare uno dei tanti capi della nascente rivoluzione per le strade cittadine, cercando di difenderlo il più possibile dalle guardie mentre lui incitava gli abitanti della città a ribellarsi contro gli oppressori. Questo breve spezzone ci ha dato modo di capire qualcosa di più sul rinnovato gameplay del titolo: nel corso delle missioni ora, oltre all’obiettivo principale, l’interfaccia di gioco ci indicherà anche tre obiettivi secondari, da cui non prescinderà in ogni caso l’esito della missione. Nella fattispecie ad esempio, uno dei nostri obiettivi era quello di non far scendere l’indicatore di salute di chi stavamo scortando oltre il 75% del totale, o far durare i combattimenti meno di quindici secondi. Queste piccole aggiunte, potrebbero aiutare ad alzare in maniera collaterale il livello di difficoltà del titolo, parso, nonostante i buoni propositi degli sviluppatori, sempre molto basso. Se è da un lato vero che le guardie saranno più attente ai nostri movimenti e sarà più difficile passare inosservati, dall’altro i combattimenti di gruppo, vero tallone d’Achille del combat system, vedono un comportamento eccessivamente permissivo da parte degli attaccanti, che ad eccezione delle guardie armate di moschetto avranno sempre grossi scrupoli ad attaccarvi in massa facendo valere la superiorità numerica. Il far pendere il sistema di combattimento verso un sistema di counter-attack più ragionato al posto dello smashing button dei precedenti ha forse reso le cose più interessanti, ma non è riuscito a rendere la vita difficile a tutti quei giocatori che hanno sempre individuato nel livello di sfida offerto dalle battaglie il problema primario della produzione. Non si può invece non approvare in pieno la decisione di inserire anche, vista l’estensione della mappa e delle aree esplorabili, una funzione di spostamento veloce più potente e organica rispetto ai precedenti capitoli, utilissima per non perdersi nei boschi o per evitare di ripetere magari per la decima volta lo stesso identico spostamento.

Corsari si diventaDedichiamo un piccolo spazio anche alle missioni navali, che convincono sempre più ad ogni nuovo incontro. Nel corso della nostra prova abbiamo avuto la possibilità di attivarne una ancora inedita, diversa da quella che ormai tutti voi avete già visto in centinaia di video dall’E3 in avanti. In questa missione il nostro compito di bravi Corsari sarà quello di scortare una nave mercantile, difendendola dagli attacchi di pirati e briganti. La prima parte è una battaglia navale in grande stile, fatta di virate, frenate e accelerazioni improvvise (premendo il tasto X infatti sarà possibile avere le vele chiuse, spiegate per metà o per intero, in modo da poter variare con semplicità la nostra velocità), che ci permetterà di utilizzare il piccolo cannone orientabile (con uno dei tasti frontali infatti prenderemo la mira, e una volta rilasciato partirà il colpo) o il fuoco di fila (utilizzabile tramite tasto dorsale), quest’ultimo con carica a tempo.

Una volta difeso il mercantile, ci toccherà farci strada tra una insenatura particolarmente insidiosa a causa delle mine, prima del gran finale composto da un vero e proprio assedio ad un forte, il quale metterà a dura prova le nostre capacità di skipper e cannoniere. Queste sezioni sono oggettivamente ben realizzate e divertenti, grazie alla loro alternanza di momenti scriptati e liberi, che mantengono sempre molto alto il ritmo di gioco. Governare il vascello corsaro è decisamente piacevole e, nonostante l’evidente semplificazione del modello di guida di un mezzo tanto particolare, il comportamento è perlopiù coerente, e non mancherà di farci sentire dei novelli Jack Sparrow, con però un’equipaggio più pronto a seguire le nostre indicazioni che ad ammutinarsi.

…In AnvilNext We TrustDal punto di vista prettamente tecnico, Assassin’s Creed III sembrerebbe portare il livello grafico dei giochi open world a nuovi standard. Già solo vedere le vesti di Connor muoversi in maniera così realistica è un vero spettacolo, ma quando ci si rende conto che un tale livello di dettaglio e di cura è stato riposto in tutta l’area calpestabile ci si rende conto che siamo davanti ad un nuovo potenziale campione del genere. Il parco animazioni del protagonista, dei nemici e dei comprimari è stato ancora una volta ampliato, e per quanto si notino ancora delle imperfezioni a livello grafico il lavoro svolto è di assoluto pregio. Le zone di frontiera, già ammirate in precedenti prove, si ripropongono ancora in perfetta forma, con una sorprendente alternanza tra il giorno e la notte che è quanto di più realistico e coerente ci si possa aspettare, con i rumori della foresta perfettamente accordati con le fasi di luce e di buio. Un plauso speciale anche alle sezioni navali, che oltre a farci vedere i vascelli in tutto il loro dettagliatissimo splendore ci offrono una resa visiva (e relativo comportamento fisico) dell’acqua davvero stupefacente.

– Area esplorabile enorme e varia

– Comparto tecnico strepitoso

– Connor non farà rimpiangere Ezio e Altair

– Missioni navali divertenti

Visto che non lo fa Ubisoft non lo faremo nemmeno noi: è inutile nascondersi dietro alle solite frasi di circostanza, Assassin’s Creed III è un prodotto sul quale la compagnia punta fortissimo, destinato ad essere, forse in maniera anche superiore, quello che il secondo capitolo è stato per il primo, e cioè un’espansione contenutistica e qualitativa su ogni singolo aspetto del gioco. Non solo infatti sono stati limati gli aspetti che già funzionavano, con ad esempio l’inserimento di nuove armi, la possibilità di sporgersi dagli angoli o un rivisto sistema per confondersi tra la folla, ma sono state introdotte aree totalmente nuove e mai esplorate prima, come la Frontiera o le incredibili battaglie navali. Unica pecca (non da poco in senso assoluto, ma in linea con lo standard della serie) è il sistema di combattimento, che pur rinnovato non è riuscito a rassicurarci del tutto sul fronte del livello di sfida.

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