Los Angeles – Già dalla sua primissima apparizione sul palco dell’E3, con un allora inedito Altair che mostrava per la prima volta al mondo la sua lama celata, si capii che il nuovo brand di Ubisoft avrebbe avuto un clamoroso successo. Quel mix di carisma, mistero e spettacolari ambientazioni open world cariche di fascino e storia hanno fin da subito catturato un pubblico avido (allora) di nuove meccaniche e visuali mozzafiato, e questo nonostante un titolo con oggettive lacune, prima tra tutte un’eccessiva ripetitività di fondo. Dopo il secondo capitolo però, che andava a limare e a migliorare ogni singolo aspetto del predecessore, abbiamo assistito all’epopea personale di Ezio Auditore, che seppur ci abbia regalato momenti più che piacevoli, non aveva la spinta innovatrice di quando è iniziata. Con questo terzo capitolo però le cose cambiano: nuovo protagonista, nuova ambientazione e nuova meccaniche, legate ad un ambiente più selvaggio e meno urbano, che promette di essere ben realizzato esattamente come ben realizzate erano la Firenze o la Venezia presenti negli altri titoli. Senza ulteriori giri di parole andiamo a fare la conoscenza di Connor, della frontiera americana, e del nuova capitolo dell’infinita guerra tra assassini e templari.
Boston Tea PartyDobbiamo confessarvi che dopo aver visto i nuovi spezzoni del gameplay di Assassins’ Creed III l’attesa per questo incontro era molto alta, e possiamo anticiparvi, senza oltretutto timore di smentita, che siamo stati piacevolmente impressionati da quanto Ubisoft è stata in grado di mostrarci. Abbiamo potuto assistere alla live demo di due differenti livelli: il primo cittadino e dal gameplay classico, mentre il secondo è la sequenza navale già ammirata nel corso delle conferenze pre E3. La Boston ricreata dagli sviluppatori Ubisoft è perfettamente in linea con quanto ci si possa aspettare dagli standard ai quali ci ha abituati la serie: ampia, esplorabile in quasi ogni anfratto, viva e vibrante. Gli NPC intenti a vivere la loro vita, o aiutarci nelle nostre missioni sono in numero decisamente maggiore rispetto al passato, riflettendo anche un’epoca di maggior civilizzazione ed espansione urbanistica. Nel corso della breve missione giocata abbiamo potuto assistere al classico gameplay della serie, con l’individuazione di un obiettivo, il superamento delle guardie a sua difesa, e la conseguente, inevitabile, sua uccisione. Quello che ci ha però colpito è il netto passo avanti che ha compiuto la serie nei confronti del precedente capito. Per intenderci, il salto generazionale è ampiamente paragonabile a quello che ci fu tra il primo ed il secondo capitolo. Connor ha ora a disposazion una serie di mosse, abilità ed animazioni del tutto nuove, che oltre ad aprire nuovi scenari sul fronte del gameplay rendono il personaggio sempre più carismatico e arrogante, in una parola: badass. Vi basti sapere che in una sequenza ad alto tasso di spettacolarità siamo riusciti a rubare un moschetto ad una malcapitata guardia, trafiggerla con la baionetta, e, con ancora l’arma infilzata nel torace del nostro nemico abbattere un suo compagno che stava sopraggiungendo. Sono stati inoltre introdotti diversi nuovi elementi di camouflage, utili a passare inosservati e a mettere fine a fughe rocambolesche: quando ci avvicineremo infatti a gruppi di due o più persone ora Connor si mimetizzerà compiendo delle azioni coerenti con il gruppo al quale si è avvicinato, come giocare a dadi o fingere di essere immerso in una interessantissima conversazione sul Tea Party. Si evolve anche il sistema di Fellowship, che ci darà la possibilità di accedere a nuovi gruppi di alleati in grado di farci passare ad esempio per un prigioniero scortato e farci così evitare interi gruppi di guardie. Unica pecca il sistema di combattimento, che rimane ancora una volta un aspetto troppo sacrificato del franchise Ubisoft. Nonostante infatti si sia stati attaccati da diversi gruppi di guardie, queste non hanno mai assalito il protagonista in gruppo, limitandosi ad attaccare sempre una alla vota. Nonostante gli sviluppatori abbiano assicurato che i combattimenti di gruppo siano più impegnativi e che sia richiesta una maggiore varietà di azione nel corso degli stessi, l’impressione è quella che ancora una volta ci troveremo davanti a interi plotoni di soldati facilmente eliminabili e ad un livello di sfida troppo settato verso il basso.
Master and CommanderVeniamo però al pezzo forte della dimostrazione: il combattimento navale. Se siete tra i pochi che ancora non hanno visto il video del giovane Connor intento a timonare una nave vi faremo noi un breve recap. Novità del terzo capitolo saranno infatti delle sezioni in cui potremo pilotare nientemeno che un galeone, e sentirci dei novelli bucanieri. E’ infatti questa l’epoca delle esplorazioni navali, delle rotte commerciali insicure, e, ovviamente, della pirateria. Come un novello (Capitan) Jack Sparrow dovremo farci largo tra gli attacchi di diversi altri vascelli, ripagando le loro cannonate con la stessa moneta: una volta infatti che saranno a tiro apparirà una griglia bianca che rappresenta la portata dei nostri cannoni, se riusciremo ad avere a tiro i nostri inseguitori potremo sparare e sperare di affondarli. Avremo a disposizioni tre differenti tipi di munizioni, anche se nella demo ne sono state mostrate solo due: le classiche palle di cannone esplosive e quelle invece doppie con catena, utile per abbattere gli alberi delle altre navi. Terminata una prima sequenza dal percorso fisso, e poco prima dell’abbordaggio finale, punto conclusivo della demo, si avrà la possibilità di guidare liberamente la neve nel mezzo di una furente tempesta, così da scegliere la rotta migliore per cercare di affondare gli avversari.Il livello di coinvolgimento e realismo raggiunto in questi frangenti finali è davvero impressionante: le urla dei marinai, la schiuma delle onde, l’incessante battere della pioggia raggiungono un climax interrotto solo dall’imminente abbordaggio che fa apparire il logo di Assassin’s Creed III, e che ci fa capire che il nostro tempo con gioco e sviluppatori è terminato. Gran parte del merito di cotanta opulenza grafica va ovviamente ad AnvilNext, nuovo motore grafico del titolo in grado di dare un boost prestazione davvero notevole. Il dettaglio di Connor è impressionante, così come il suo rinnovato parco animazioni, ora sempre più vario e spettacolare. La telecamera, con un angolazione leggermente diversa (si parla di pochissimi gradi) rispetto al passato, contribuisce ad aumentare il livello di spettacolarità dell’azione, essendo più ravvicinata e permettendoci di godere appieno della fluidità dei movimenti del nostro protagonista. Nonostante sia evidente che il titolo necessiti di ulteriore pulizia grafica e ottimizzazione, la profondità di campo è già a livelli impressionanti, e l’impressione è che in proporzione si sia già ad un livello più avanzato se rapportato alle precedenti uscite.
– Le nuove sessioni navali appaiono già convincenti
– Comparto tecnico decisamente migliorato
– Gameplay ampliato dalle sezioni nella frontiera
Che Assassin’s Creed III avrebbe riservato delle sorprese era una scommessa vinta in partenza, ma che queste si sarebbero rivelate in spettacolari sequenze nautiche è francamente qualcosa che non ci saremmo aspettati. Queste sessioni sembrano già una scommessa vinta da parte degli sviluppatori, che continuano comunque nel lavoro di ampliamento del franchise, capace di aggiungere qualcosa ad ogni sua nuova uscita. Il motore grafico in fine da la spinta definitiva ad un titolo che, non dubitiamo, sarà un sicuro successo.