Anteprima

Aliens: Colonial Marines

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a cura di jewel

Los Angeles – Uno dei primi incontri del day one ci ha visti impegnati con Aliens: Colonial Marines, titolo su licenza che promette di essere quello che i fan della celebre serie cinematografica chiedono in realtà da anni e anni, un gioco che possa far rivivere lo stesso identico feeling visto e rivisto in quelle storiche pellicole d’autore. In questo frangente dell’E3 abbiamo avuto modo di fare qualche domanda al team e poi di mettere le nostre stesse manacce su una versione dimostrativa del prodotto, testando in particolare il comparto multiplayer messo a punto dai ragazzi di Gearbox Software e SEGA. Eccovi le nostre impressioni.

Fedeltà è convenienzaCome vi avevamo già accennato nelle precedenti anteprime, questo Aliens: Colonial Marines sarà un vero e proprio sequel di Alien 3 e dell’Aliens di James Cameron, collocato in particolare diciassette settimane dopo la notizia della distruzione della nave Sulaco sul pianeta-prigione di Fury 161. Una nave viene ora individuata attorno all’orbita di Acheron (LV 426), avvenimento misterioso che porta i marine coloniali a indagare sulla faccenda. Parlando con gli sviluppatori ci è stato chiarito come nel processo di realizzazione di una trama così rischiosa (visto il diretto collegamento con i film) sia stato fondamentale contattare subito i personaggi chiave delle produzioni cinematografiche da cui attinge. Brian Martel, co-fondatore di Gearbox, ha infatti ritenuto opportuno incontrare lo stesso Ridley Scott per ottenere informazioni su molti dei concetti alla base della storia. Pare inoltre che il regista abbia tirato fuori gli storyboard originali descrivendoli ai developer per permettergli di dare uno sguardo molto più approfondito a quello che era inizialmente il mondo di Aliens. Altro passo fondamentale è stato quello di contattare Syd Mead, concept artist non solo per Aliens ma anche per Blade Runner e Tron, un vero veterano del mestiere. Grazie a lui è stato invece possibile consultare i disegni e gli artwork della Sulaco, così da avere informazioni oltremodo esaustive sulla struttura della nave, roba che nei film era stata soltanto accennata.

Atmosfera sì, ma il resto?Dopo una breve chiacchierata a tu per tu con qualche membro del team, siamo stati condotti alle postazioni dedicate per provare una piccola fetta del comparto multiplayer del titolo. Come vi avevamo accennato nelle precedenti preview, le modalità previste dal multiplayer saranno asimmetriche, nel senso che i team si divideranno tra xenomorfi e marine coloniali e avranno di conseguenza meccaniche di gioco differenti. Noi abbiamo giocato nei panni dei buoni in un deathmatch 6 vs 6 ambientato in una location notturna e piovosa, piena di formazioni rocciose e stretti passaggi simili a gallerie. Queste ultime erano in particolare ottime per creare una forte tensione e senso di claustrofobia, dal momento che passandoci attraverso spesso risultava difficile vedere l’avversario anche a pochi metri di distanza. La tensione non sembra particolarmente forte nel multiplayer, complice probabilmente il fatto che grazie al tracker device tutti i nemici erano fin troppo facilmente individuabili. Supponiamo però che nel single-player la situazione sarà diversa, soprattutto perché l’intelligenza artificiale sarà tale da far fermare quelle maledette creature nemiche nei momenti più indicati in modo da non farli apparire sull’ingombrante apparecchio di rilevamento. Il layout dei comandi è poi essenzialmente lo stesso della stragrande maggioranza dei first-person shooter odierni e quindi, chiunque in possesso della benché minima esperienza in titoli come Call of Duty, riuscirà ad essere adeguatamente competitivo anche dopo pochi minuti di gioco. I match sono abbastanza veloci e l’esito delle sfide si decide generalmente in maniera piuttosto semplice. Se un marine vede il maledetto xenomorph a più di una decina di metri di distanza, la creatura nemica non ha scampo: una veloce mitragliata dal tipico fucile d’assalto e non c’è storia per nessuno. Al contrario, se un alien sorprende un marine saltando giù da posizioni sopraelevate o magari proprio sbucando improvvisamente fuori da quelle iconiche “fottute pareti”, lo xenomorfo avrà sicuramente la meglio. Nelle nostre prove tuttavia, i colonial marines hanno dominato quasi sempre in virtù del fatto che probabilmente serve più tempo ed esperienza per poter gestire al meglio la razza aliena. Concludiamo parlando dell’aspetto grafico del titolo, che pur avvalendosi di uno stile decisamente fedele alle produzioni originali presenta non poche falle dal punto di vista tecnico. Mentre ci avvicinavamo allo schermo, preparandoci alla partita che avremmo sostenuto da lì a pochi secondi, l’impatto con le immagini era stato decisamente positivo. Essenzialmente ci sbagliavamo, perché se da una parte la realizzazione di marines e xenomorfi risultava adeguatamente dettagliata, dall’altra una certa povertà dei poligoni e una scarsa cura delle texture rendevano l’arena di gioco piuttosto insoddisfacente. La nostra speranza è che il codice mostrato in tale sede fosse ancora incompleto sotto questi aspetti e che quindi, in vista dell’ancora lontana data di rilascio, tutto venga sistemato per il meglio.

– Atmosfera fedele a quella dei film

– Multiplayer asimmetrico interessante

Questa nuova prova di Aliens: Colonial Marines ci ha rassicurato su alcuni aspetti e messo la pulce nell’orecchio per quanto riguarda molti altri. L’atmosfera dell’ambientazione è decisamente fedele a quella del film, ma una modalità come il deathmatch a squadre evidentemente non si sposa affatto con il feeling di tensione sci-fi che dovrebbe essere costantemente presente in un titolo del genere. Anche dal punto di vista tecnico il gioco è stato piuttosto deludente, ma ci aspettiamo che da qui all’ancora lontana data di rilascio il team riuscirà a migliorare il suo prodotto su molti fronti. Non dimentichiamoci poi dell’intero comparto in singolo ancora tutto da scoprire, che sicuramente riuscirà a regalare qualche piacevole sorpresa.

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