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Aggressors: Ancient Rome, la prova del nuovo strategico storico

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a cura di Daniele Spelta

Redattore

Roma non è stata costruita in un giorno, ma in qualche centinaio di turni. Questa è almeno la filosofia di Aggressors: Ancient Rome, titolo sviluppato da Kubat Software e pubblicato da quell’instancabile fucina di strategici che risponde al nome di Slitherine. Il gioco fonde al suo interno gli schemi tipici dei 4x, fatti di esplorazione, conquista, espansione e diplomazia, assieme ad alcune meccaniche prese in prestito dal mondo dei grand strategy firmati Paradox Interactive. Sulla carta l’idea pare ottima, lo scenario storico, gli albori della potenza romana, è sicuramente affascinante, ma questa prova anticipata non ha convinto pienamente chi sta scrivendo: con la pubblicazione finale prevista per fine agosto, è difficile prevedere uno stravolgimento del risultato finale, ma l’auspicio è che vengano rivisti almeno i dettagli, che lasciano trasparire una certa approssimazione nella realizzazione attuale. 
Aggressors promette di far rivivere al giocatore in modo fedele l’ascesa della potenza romana, settando le lancette dell’orologio attorno all’anno 280 a.C., quando la repubblica sorta sulle sponde del Tevere era alle prese con l’invasione delle truppe elleniche guidate da Pirro, mentre il bacino del Mediterraneo era conteso tra ciò che restava dell’immenso impero Macedone, con i regni Tolemaici, Seleucidi e gli stati greci pronti a lottare per la supremazia navale e terrestre. Allo stesso tempo, oltre le Alpi le tribù galliche e germaniche premevano ai confini della civiltà. Non si hanno invece notizie proveniente da nord e da est, perché la mappa proposta nello scenario storico è limitata solo alle regioni che si affacciano sul mare interno europeo e comprendono lo spazio che vi è tra l’Asia Minore e la penisola iberica, tagliando fuori a settentrione buona parte della Gallia e dell’attuale Germania. Inoltre, la ristrettezza della mappa cozza con la natura tipicamente libera dei 4X e, visti gli angusti spazi da esplorare, bastano una manciata di turni per svelare tutto il territorio. Le perplessità ruotano anche attorno ad una ricostruzione storica quanto mai approssimativa: le fazioni presenti sono piuttosto numerose, spaziano da Roma a Sparta, da Cartagine al regno degli Odrisi, ma la loro caratterizzazione è tutt’altro che ben definita e dà così vita a potenze anonime e tra loro molto simili. Anche la mappa non è esente da pecche: perché inserire la città di Bari al posto della più celebre Taranto nella Puglia che vide scontrarsi gli elefanti di Pirro e le legioni romane? Che fine hanno fatto gli etruschi, ancora vivi e vegeti in quella data? Queste e altre domande, purtroppo, non trovano risposta in Aggressors. Proseguendo con la lista dei paradossi storici ci si imbatte in una selezione di truppe numericamente buona, ma un po’ naif, con unità che non hanno mai militato sotto certe insegne o, ancora, semplicemente non sono mai esistite. 
Mentre macinavo turni su turni, mi accorgevo però di aver commesso io stesso un errore: a dispetto del suo nome altisonante, lo strategico non ha in realtà molte aspirazioni storiche e, date anche le molte libertà concesse al giocatore, dà il meglio di sé nelle classiche partite sandbox, dove la struttura tipica da 4x non deve viaggiare dentro gli stretti binari della Storia. Questa modalità di gioco permette all’utente di impostare senza troppi vincoli le caratteristiche della partita, come le dimensioni della mappa, la morfologia del terreno, lo stato tecnologico di partenza e gli altri fattori che concorrono allo svolgimento del match. Il supporto al day one per le mod sottolinea ulteriormente la natura fai-da-te di Aggressors ed è di certo uno dei maggiori punti di forza del titoli, strumento attraverso cui arriveranno scenari inediti, nuovi edifici, truppe e si spera anche qualche correzione in ambito storico e strutturale. 
Trattandosi di una versione provvisoria, è lecito aspettarsi delle modifiche da qua al lancio, perché analizzando la veste attuale del titolo i punti debolezza vengono mitigati solo parzialmente da quanto di buono è proposto finora.
Aggressors riprende molti degli schemi classici dei 4x e, se avete passato ore e ore sui vari Civilization o Endless Space/Legend, non farete alcuna fatica a ritrovarvi con i meccanismi proposti, anche grazie ad un’interfaccia semplice e chiara, ma soprattutto per via del lungo ed esteso tutorial, capace passo dopo passo di svelare tutte le componenti del gioco. Alla base vi sono l’esplorazione degli scenari, la creazione delle città, lo sfruttamento delle risorse sparse per la mappa e, ovviamente, la guerra e le conquiste. In tutti questi segmenti emergono però alcuni punti che lasciano piuttosto dubbiosi. Innanzitutto la gestione delle città, che appare fin troppo limitata e che ruota attorno a delle specializzazioni esclusive, come la creazione o di unità militari o di cittadini o di navi, ma mai di tutte queste, e ad una manciata scarsi di upgrade. C’è poi una gestione delle risorse piuttosto fantasiosa, perché non si capisce bene con quale criterio siano state assegnate alla creazione di truppe e infrastrutture. Inoltre, permane qualche arcaismo superato dalle ultime iterazioni nel mondo dei 4X, come la costruzione delle strade, compito che poteva benissimo essere automatizzato. 
Allo stesso tempo, Aggressors risulta convincente proprio là dove i suoi cugini falliscono, come nel lato diplomazia e nella gestione interna della propria fazione. Sono infatti numerose le relazioni che è possibile instaurare con le altre potenze, sostenute inoltre da una IA più che valida, in grado di capire quando è meglio far la guerra, oppure quando è più opportuno far tacere le armi. Inserite in un pannello, sono poi presenti tutte le opzioni legate alla struttura di governo, alle leggi o, ancora, addirittura al tasso delle nascite. Infine, appare fin da ora valido l’albero delle tecnologie, profondo e ramificato attraverso i turni di gioco. 

– Molta cura sulla diplomazia

– Accurata componente gestionale

– Tante fazioni

– UI pulita

Aggressors: Ancient Rome occupa uno spazio stranamente ancora lasciato vuoto, con un 4X ambientato ai tempi della nascita della potenza romana, un piatto certamente appetitoso per i tutti i generali da mouse e tastiera. Ad un mese circa dalla sua pubblicazione in versione 1.0, il titolo di Kubat Software e Slitherine presenta alcuni interessanti spunti, legati soprattutto alla diplomazia e alla gestione politica della propria fazione, ma a dispetto del suo nome evocativo pare molto debole proprio dal punto di vista storico, incapace di ricreare con fedeltà il contesto geopolitico del bacino del Mar Mediterraneo ad inizio III secolo d.C. Anche la formula ludica proposta non convince appieno, ma solo l’edizione definitiva potrà sciogliere tutti i dubbi a riguardo.