Recensione

Yoshi's New Island

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a cura di LoreSka

Yoshi’s Island ci evoca un sacco di bei ricordi. Anche se in Europa venne ribattezzato con il sottitotitolo “Super Mario World 2”, il gioco non aveva quasi nulla a che fare con il titolo di lancio per Super Nintendo. Ufficialmente era un prequel, in realtà era un’avventura dal gameplay radicalmente diverso, dai temi ancora più spensierati e con protagonista Yoshi. Mario era un semplice passeggero in fasce, che Yoshi (o, meglio, “gli Yoshi”) si portava sulla groppa fino alla conclusione della vicenda.
Yoshi’s New Island è il reboot di questo classico del 1995. Non parliamo di un sequel, ma di un gioco che recupera il gameplay e persino la sottilissima trama del gioco originale. Il primo titolo è ricordato come un gioco indimenticabile, e questo “nuovo” Yoshi’s Island fa leva sui bei ricordi per evocare i fasti del passato.
Ritorno alle origini
Baby Mario e Baby Luigi viaggiano a bordo della cicogna che li sta per consegnare a mamma e papà. Il malvagio Kamek, però, è in agguato: abbatte la cicogna e rapisce Baby Luigi. Mario, usando il pannolino a mo’ di paracadute, atterra dolcemente sull’isola degli Yoshi, che decidono di ricongiungerlo al fratellino portandolo in groppa a turni. Le premesse narrative, come potete notare, sono identiche a quelle del gioco originale.
Ma la storia non è l’unica cosa che New Island condivide con il titolo orignale: il gameplay è sostanzialmente lo stesso. Per chi non avesse familiarità con il gioco di diciannove anni fa, Yoshi può mangiare i nemici con la sua lingua retrattile, quindi sputarli o deporre delle uova. Gli ovetti possono poi essere lanciati con un sistema di mira molto intuitivo. Vi è poi un buon sistema di collectibles, che richiede al giocatore di raccogliere cinque fiori ben nascosti, di ottenere un certo numero di monete rosse e di giungere al traguardo del livello con 30 secondi di “vita”. Quando Yoshi viene colpito, infatti, Baby Mario si racchiude in una bolla e inizia a fluttuare. Un timer inizia a scendere verso lo zero, e se non si recupera il frugoletto in tempo, questi verrà rapito dagli scagnozzi di Kamek, portando inevitabilmente a perdere una vita.
Se confrontato con il titolo del 1995, Yoshi’s New Island presenta un ritmo vistosamente più lento. Yoshi si muove con una velocità ridotta, e la struttura dei livelli è spesso più claustrofobica e, conseguentemente, più guidata. I segreti sono ancora ben nascosti, e l’esplorazione spesso richiede una certa dose di attenzione per poter scovare tutti i passaggi che portano ad ottenere tutti i collectibles. Nel complesso, però, dopo due o tre mondi ci si fa la mano. Alcuni segreti possono essere scoperti solo con l’aiuto di un po’ di fortuna (e qualche tentativo andato a finire male). Un aspetto, quest’ultimo, che non ci ha convinti pienamente.
Il platforming è abbastanza preciso, sebbene non restituisca lo stesso feeling di Super Mario né dell’originale. Si ha la sensazione che la ridotta velocità del gioco – introdotta presumibilmente per abbassare sensibilmente la difficoltà di gioco – abbia compromesso alcune buone sensazioni tipiche dei platform a marchio Nintendo. Ciò non toglie che Yoshi’s New World è un gioco tecnicamente ineccepibile, e ogni morte è interamente imputabile al giocatore. Il salto svolazzante, presente anche in New Island, funziona molto bene per facilitare alcuni passaggi e per scoprire alcuni segreti ben celati.
Le nuove meccaniche, purtroppo, si contano sulle dita di una mano: vi sono due tipologie di uova speciali che possono essere lanciate, entrambe giganti. La prima è un uovo regolare, capace di distruggere tutto quello che incontra sul proprio cammino e di rimbalzare sulle superfici indistruttubili. La seconda è costituita da un uovo di acciaio, anch’esso in grado di distruggere tutto ma senza rimbalzare, e che può tornare utile come zavorra nelle rare sezioni subacquee del gioco. A questo si aggiungono vari minigiochi bonus nascosti in alcuni livelli, che trasformano Yoshi in vari “oggetti” tra cui una slitta, un martello pneumatico, una mongolfiera, un sottomarino e un carrellino da miniera. In questi frangenti il gioco fa uso dei sensori di movimento, e queste sezioni rappresentano un gradevole diversivo, sebbene non particolarmente ispirato.
Infine, sono stati inclusi sei minigiochi per multigiocatore, tutti sbloccabili completando i sei mondi che costituiscono il gioco. Anche in questo caso non abbiamo trovato nulla di particolarmente interessante, e i minigiochi – della durata di 60 secondi – tendono a stufare abbastanza in fretta.
Un’avventura piccina piccina
Uno degli aspetti più deludenti di Yoshi’s New Island è rappresentato dalla sua durata. Il gioco si può ultimare in meno di quattro ore e, contrariamente a tanti platform della grande N, non c’è davvero nulla da fare una volta completato il gioco. Non ci sono livelli aggiuntivi, non ci sono aree segrete: il gioco termina lasciandoci a bocca asciutta, e la rigiocabilità è limitata alla ricerca di tutti i collezionabili.
La difficoltà, come detto, è piuttosto accessibile. I passaggi più ostici si possono superare con l’ausilio di un paio di ali, attivabili dopo tre morti consecutive nello stesso punto del livello. I checkpoint di livello sono spesso rarefatti – ed è un bene – mentre la lunghezza degli stessi alterna fasi molto lunghe ed intricate a livelli piuttosto brevi.
Se la longevità del gioco delude, il reparto artistico è straordinario. Sono state recuperate le idee del primo gioco, che mescolavano gli asset del primo Super Mario World con sfondi disegnati a pastello. In questo caso, però, tutto sembra disegnato a pastello e gli sfondi sono animati in maniera deliziosa, creando un’atmosfera onirica e fantastica che colpisce sin dai primi istanti.
Le musiche contribuiscono a creare la splendida sensazione che lascia questo gioco quando lo si guarda e ascolta per la prima volta: ninna nanne che si alternano a temi dalla costruzione semplice, ma molto efficaci. In questo senso, Nintendo ha davvero centrato l’obiettivo.

– Atmosfera deliziosa

– Splendida direzione artistica

– Alcune belle idee nel level design

– Troppo breve

– Minigiochi poco ispirati

– Poche novità nel gameplay

7.0

Confessiamo di essere rimasti un po’ delusi da Yoshi’s New Island. Il gioco non fa nulla di sbagliato dal lato del gameplay, proponendoci una formula che non è certo invecchiata e che ci riporta indietro nel tempo, facendoci emergere tanti splendidi ricordi. Al contempo, però, le nuove idee sono troppo poche per poter definire questo titolo un ottimo rilancio della serie, e la longevità in ultima analisi lascia l’amaro in bocca. Siamo davvero felici di rivedere Yoshi e Baby Mario ma, al contempo, ci aspettavamo qualcosina in più.

Voto Recensione di Yoshi's New Island - Recensione


7