Anteprima

X Rebirth

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a cura di Ctekcop

Dopo più di dieci anni dal debutto la serie X, da sempre curata dai tedeschi di Egosoft, ha deciso di uscire dal lungo periodo di torpore proponendo una sorta di rinascita, un reboot di quelli che vanno tanto di moda oggi. Il tutto col preciso obiettivo di svecchiare e rinnovare mirati elementi di gameplay, raccontando fatti ed eventi completamente nuovi. Riprende lo stesso universo narrativo seppur in un periodo successivo, tagliando di netto i ponti col passato. Sono riscontrabili tanti e tali cambiamenti al punto da risultare un universo quasi del tutto nuovo, di vaste dimensioni, organizzato e proporzionato in maniera decisamente più credibile, rimandando alle precedenti anteprime per curiosare maggiormente sul setting narrativo. Rimane come punto fermo l’inconfondibile gameplay tipico della serie riconoscibile di primo acchito anche se sono state rivelate interessanti e succose novità che andremo ora ad analizzare.
Complesso ma non complicato
Con X Rebirth i ragazzi di Egosoft hanno voluto aggiungere uno strato nuovo di profondità tramite importanti scelte strategiche a medio e lungo termine.
Innanzitutto si deve costruire una stazione spaziale in maniera del tutto similare a quanto avveniva nei precedenti capitoli. Si è costretti a procurarsi un’apposita nave che rappresenta di fatto un cantiere, una sorta di piattaforma di costruzione contenente numerose navi saldatrici che diventa di fatto l’HUB centrale del processo di costruzione della propria stazione. Quest’ultima viene quindi costruita pezzo dopo pezzo, parete dopo parete dalle navi saldatrici solo dopo che i trasporti hanno provveduto a portare sul luogo le materie prime necessarie. Nel mentre si possono ricevere speciali missioni per accelerare il processo di costruzione.
Si ha la possibilità di scegliere tra diverse tipologie di moduli installabili: meglio focalizzarsi sulla protezione della stazione stessa, migliorandone pesantemente le capacità militari e difensive, trasformarla in una sorta di grande magazzino in cui accumulare grandi quantità di risorse o ancora trasformarla in una vera e propria catena di montaggio dove ogni modulo è strettamente legato al successivo? Questo dilemma trova risposta nella direzione strategica e nell’interpretazione che il giocatore vuole dare alla propria partita, considerando anche che ogni modulo può addirittura essere espanso aggiungendo elementi e dettagli come torrette o scudi, tutti quanti visibili direttamente sulla superficie della stazione.
Anche le navi più importanti possono essere costruite allo stesso modo, personalizzando ogni piccolo dettaglio o più semplicemente delegando a un qualche NPC, Non-Player Character.
Devo assolutamente avere quella nave
Uno dei maggiori cambiamenti di questo nuovo X Rebirth riguarda il controllo delle navi. Il giocatore ne controlla direttamente una ed una soltanto: il Pride of Albion, soprannominato bonariamente The Albion Skunk. Un po’ come avviene in Mass Effect, suddetta nave è composta da diverse stanze esplorabili ed è caratterizzata da un equipaggio che, oltre a lavorare per il proprio capitano, ossia il giocatore, si può incontrare faccia a faccia. Alcuni di questi possono essere assunti o scambiati, mentre altri si incontrano per caso o nel corso delle vicende della trama.
Anche qui la propria astronave può essere potenziata con motori, scudi, armi, oltre all’importante novità rappresentata dai droni, in grado di agire in piena autonomia, utili per una miriade di compiti da assegnare mediante un rapido e comodo menu a compasso. Essi, volendo, sono anche controllabili in prima persona tramite un sistema di realtà virtuale, mentre il co-pilota si occupa di controllare la nave.
Proprio gli NPC rivestiranno un ruolo importante in grado di facilitare e semplificare la vita del giocatore meno smaliziato e non desideroso di impegnarsi troppo in tediose microgestioni. Anziché dare loro ordini mediante freddi menù, è sufficiente instaurare un dialogo, una conversazione mediante la quale impartire comandi o ricevere feedback riguardo il loro status. Ecco quindi figure come il già accennato co-pilota e il resto dell’equipaggio, oppure i manager in grado di curare l’aspetto economico, comprando e vendendo merci quando gli viene indicato.
Agli ordini comandante
Le Capital Ship sono ancora presenti e grazie ad esse si possono effettuare tutti i compiti più importanti come il trasporto di merci, l’approvvigionamento di risorse quali il gas o il plasma, oppure dedicare loro un ruolo chiave dal punto di vista bellico.
Si può atterrare su queste mastodontiche Capital Ship e incontrare l’equipaggio di ciascuna, mentre sullo sfondo lo spazio continua a muoversi. Non si possono pilotare in prima persona dal cockpit poichè considerate le loro dimensioni, le scarse prestazioni e la pessima manovrabilità risulterebbe noioso e difficoltoso pilotarle: sono controllate indirettamente mediante gli NPC.
Tutti gli elementi delle superfici delle astronavi di cui abbiamo parlato poco sopra, come le torrette o i motori, non sono lì solo per estetica ma anche per fini di gameplay, dato che possono essere colpiti e distrutti in maniera mirata. È importante decidere non solo quali costruire, ma sopratutto quali attaccare per primi durante gli scontro a fuoco.
Rivista anche la fisica, che prevede zone di influenza in grado di facilitare l’avvicinamento graduale a una grossa astronave mediante una forza attrattiva, rendendo possibile l’atterraggio su navi in movimento anche quando stanno effettuando manovre complesse.
Bello. No: bellissimo
Concludiamo confermando che X Rebirth, come da tradizione della casa, è costruito attorno a un engine completamente nuovo realizzato internamente e specificamente pensato per questo titolo ambientato nello spazio, seppur ancora in grado di girare semplicemente con le classiche Directx 9. Considerato che anche in passato i vari X2 e X3 si sono sempre rivelati all’avanguardia, al punto da essere spesso usati come veri e propri benchmark, si può stare tranquilli al riguardo: il prossimo capitolo della serie X sarà ancora una volta in grado di stupire, ovviamente sperando in una degna ottimizzazione.
Il dettaglio promesso è semplicemente da urlo sopratutto per quel che riguarda la cura nella realizzazioni delle astronavi le quali, grazie ai droni più piccoli, saranno esplorabili perfino a livello dell’impianto di ventilazione.
Inoltre sarà garantito il supporto per le mod e la creazione di missioni user-created grazie al sistema di scripting estremamente similie a quello di X3. Tuttavia non verrà rilasciata alcuna documentazione, API o Tool prima del lancio del gioco proprio perchè costruito su un motore grafico nuovo di zecca costruito da zero. Non rimane altro da fare che rimanere alla finestra in attesa dei requisiti minimi.

– Vasto universo rinnovato e grande libertà d’azione

– Astronavi dettagliatissime

– Nuovi risvolti a livello di gameplay

Tirando le somme, bisogna ammettere che X Rebirth sembra prefigurarsi sin da ora come un potenziale ottimo titolo. Gli appassionati della serie non dovrebbero rimanere delusi ritrovando il gameplay tipico della serie, mentre qualche semplificazione, si badi bene opzionale, potrebbe facilitare l’approccio a questo vero e proprio simulatore spaziale da parte di un pubblico più ampio. Considerato il background degli sviluppatori tedeschi di Egosoft, che stanno lavorando duramente per poterlo pubblicare in un non ancora precisato periodo del 2012, probabilmente si rimarrà ancora una volta a bocca aperta anche dal punto di vista tecnico.