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Recensione

Wheels of Aurelia

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Avatar di Domenico Musicò

a cura di Domenico Musicò

Editor

Pubblicato il 27/09/2016 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

7

Wheels of Aurelia viene etichettato dai propri autori come un titolo narrativo “on the road” ambientato nei ruggenti anni ’70 italiani, metà gioco di guida e metà fiction interattiva. Santa Ragione, team di sviluppo con sede a Milano, lo identifica come un gioco d’auto arcade vecchia scuola con visuale isometrica, con la differenza che durante la guida bisognerà costantemente parlare con chi si trova a bordo della vettura. In verità, la componente preponderante è proprio quest’ultima, poiché in Wheels of Aurelia ci si muove lungo una strada preimpostata che offre due sole diramazioni: una verso Civitavecchia o Bracciano e l’altra verso Piombino o Siena, con mete finali che – come vedrete – potrebbero essere altre. Potrebbero, appunto, perché i finali sono molteplici e la durata complessiva di un giro sulla popolare via Aurelia, che da Roma si snoda e attraversa il versante tirrenico del Bel Paese, è davvero esigua. La strada è quindi solo funzionale al ritmo della narrazione, ed è dunque lo strumento tramite cui viene fatto vivere un viaggio interattivo, un racconto multiforme i cui esiti dipendono dalle risposte che si danno, dal destino scelto e dalla condotta di guida: Wheels of Aurelia non è nient’altro che uno spaccato di vita di personaggi fittizi arricchito da una pletora di riferimenti storici, politici e socio-culturali reali dell’Italia degli anni di piombo.
Piangi Roma
La protagonista di questa mini avventura on the road è Lella, una ragazza borghese dei Parioli che vuole fuggire da una realtà che non le appartiene; è una “comunistella” (come l’apostrofa uno dei personaggi che incontrerà) tollerante solo con chi è vicina alle sue idee politiche, una femminista d’altri tempi e una donna che affronta i problemi di petto, senza mai farsi intimorire e andare nel panico. La conosciamo nella scena introduttiva, quando dopo una notte al Piper decide di partire. Con lei, sul lato del passeggero, una ragazza come tante appena conosciuta, una che non sa resistere ai bagordi e alle sue pulsioni sessuali, rimasta incinta di qualcuno tra i suoi partner di una notte. Vorrebbe andare a Nizza per abortire, ma durante il tragitto, in realtà, possono maturare decisioni diverse. Così come durante il percorso ignoto della vita reale, anche la loro sorte può mutare per dei particolari grandi o piccoli, per delle circostanze non volute, per via di una nuova consapevolezza. Ciò che non cambia è invece il passato, la storia, ciò che è già stato scritto, come quel periodo di grandi turbolenze politiche e sociali dell’Italia di fine anni ’70 e inizio anni ’80 in cui è ambientato il gioco. È un periodo storico di violenti sommovimenti, di terrorismo, gli anni delle Brigate Rosse e dell’assassinio di Aldo Moro, della strage di Bologna dei NAR e di spietati atti eversivi. Di questo e altro si parla nell’auto che Lella guida lungo via Aurelia, attraverso un sistema di dialoghi a scelte multiple che determina (assieme alla condotta di guida e alle strade imboccate) i numerosi esiti finali. 
La scelta delle risposta va effettuata entro un tempo limite e mentre si guida, ma tutto sommato potrete concedervi più volte diverse distrazioni, perché la vostra vettura continuerà ad avanzare senza problemi lungo quella che viene percepita come una serpentina incavata, che rende impossibile l’uscita di strada. Allo stesso modo, invadere la corsia opposta e fare un frontale non produrrà alcun effetto; al limite, solo qualche perdita di tempo preziosa durante alcune gare di velocità in cui potreste essere coinvolti. 
Non c’è dunque un modello di guida e di fisica credibile, visto che potrete solo muovere la levetta di sinistra per raddrizzare l’auto o premere il tasto preposto per l’aumento della velocità; ma questo in realtà non è così importante, perché come spiegato poc’anzi, la strada è solo uno strumento nelle mani della narrazione. 
Wheels of Aurelia vuole infatti raccontarvi la storia di Lella e degli altri comprimari: di due ragazze, degli autostoppisti e di alcuni personaggi di dubbia moralità; vuole offrirvi, in soli venti minuti di gioco, diverse istantanee di quel periodo storico. Starà a voi scoprire i finali, le conseguenze dei vostri atti e delle vostre parole, anche se va detto che non sempre riuscirete a interpretare in modo giusto quali risposte possano in effetti sbloccare esiti differenti rispetto a quelli che avete già testimoniato nelle partite precedenti.
‘O Paese do male 
Wheels of Aurelia, considerata la sua natura, non riuscirà a incontrare i favori di chi intende il videogioco in maniera univoca. Il motivo è semplice: si tratta di un’opera di nicchia molto particolare, che mette sul piatto della bilancia solo un paio di elementi di gioco, tra l’altro poco approfonditi e tutto sommato elementari, cedendo il passo a una narrazione gestita unicamente dalle linee di dialogo. Si tratta pertanto di un modo di narrare senza approfondimenti particolari, che usufruisce di poche e precise frasi per affrescare un determinato periodo storico, mettendo in scena ritagli di tumultuosa politica, fenomeni di costume e tragedie rimaste nella memoria.
A dispetto di una realizzazione tecnica modesta e con un numero esiguo di poligoni, utile però a dare una visione concettuale della costa tirrenica, Wheels of Aurelia fa un ottimo lavoro sul comparto artistico. La rappresentazione dei personaggi ricalca lo stile dei fumetti italiani di quel periodo, i caseggiati danno un’idea (seppur sommaria) dell’area geografica e, soprattutto, la colonna sonora è un’autentica perla. La traccia principale non sfigurerebbe in un disco di puro prog-rock italiano di fine anni 70′, così come altre canzoni ben riuscite che danno un carattere e un’identità precisi a Wheels of Aurelia, che prima di essere un videogioco è un progetto sperimentale dagli intenti molto chiari.

– Contesto narrativo interessante

– Molteplici finali a seconda della propria condotta di gioco

– Colonna sonora strepitosa, in pieno stile prog-rock anni ’70

– Modello fisico e di guida fantasioso

– Non è intuitivo capire gli esiti dalle risposte che si danno

– Per molti giocatori può sembrare un po’ fine a se stesso

7.0

Wheels of Aurelia è lo spaccato di vita di personaggi fittizi immersi in uno dei periodi storici italiani più irrequieti del secolo scorso. L’interazione è ridotta ai minimi termini e il viaggio che parte da via Aurelia è solo uno strumento per raccontare e mescolare storie inventate ad altre tristemente note e reali. Trattandosi di un titolo sui generis, che non condivide gli schemi classici del videogioco, difficilmente incontrerà il gusto di molti giocatori.

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