Recensione

Valentino Rossi: The Game

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a cura di Francesco Ursino

Pochi personaggi sportivi possono vantare la popolarità di Valentino Rossi: che lo si apprezzi o meno, il centauro di Tavullia ha comunque saputo costruire una carriera leggendaria, resa ancora più appassionante dagli inevitabili alti e bassi che compongono la vita di ogni sportivo. Per questo motivo, Milestone ha pensato bene di incentrare un nuovo gioco sulla figura del Dottor Rossi, ponendo l’attenzione sulle sue imprese e i traguardi raggiunti in vent’anni di carriera. Scopriamo se Valentino Rossi The Game, allora, ci ha convinto una volta scesi in pista.

Vent’anni sono tantiValentino Rossi The Game è un titolo dal carattere enciclopedico: possiamo dire subito che il punto di maggior rilievo del gioco Milestone, infatti, risiede nella importante mole di contenuti e modalità che accoglieranno fin da subito il giocatore. Per prima cosa, vale la pena sottolineare tutte le opzioni di gioco incentrate sulla figura di Valentino, per la maggior parte raggruppate nella sezione “Rossi Experience”; in questa sede troveremo la possibilità di battere i migliori tempi segnati da Rossi su vari tracciati, nonché sfide periodiche basate su moto e circuiti ogni volta differenti. Le opzioni di gioco, poi, continuano con la “Rossipedia”, che include informazioni e riproduzioni fedeli relative a tutte le moto, i caschi e le iniziative più stravaganti del centauro. La modalità che in questo ambito ci ha veramente convinto, però, è chiamata “Eventi Storici VR|46”. In questa sezione Valentino Rossi in persona ci racconterà delle gesta più importanti vissute nel motomondiale durante la sua carriera leggendaria. Potremo così rivivere il duello a quattro tutto italiano avvenuto al Mugello nel 2005, oppure rinverdire i fasti della prima vittoria del Dottore, avvenuta a Brno nel 1996. Questa modalità, oltre a un mero valore informativo, presenta una sfida veramente piacevole da portare a termine; le venti sequenze presenti hanno una durata ben calibrata e hanno obiettivi spesso diversificati tra di loro, aderenti alla realtà. Resistere per qualche giro davanti agli avversari scalmanati di Jerez ‘98, o cercare di superare Dovizioso e Lorenzo a Sepang come nel 2010, regala ottime sensazioni, e rappresenta una ottima chicca per tutti gli appassionati di motociclismo. Oltre a questo, il gioco propone altri eventi speciali dedicati a Valentino: è cosi, infatti, che avremo la possibilità di correre diverse specialità sul famoso ranch vicino Tavullia, ovvero la pista da flat track su cui il Dottor Rossi corre insieme ai piloti della VR 46 Academy; non mancherà neanche il mondo delle quattro ruote, con la riproposizione di tutti gli eventi del Monza Rally Track, completo di prove speciali e sfide dedicate al drifting.

La spallata che apre il mondialeAccanto a questo impianto dedicato a Valentino, poi, troviamo quella che difatti è la struttura del classico titolo dedicato alla MotoGP. Appena lanciato il gioco ci verrà chiesto di creare un nostro pilota virtuale, che entrerà a far parte della VR 46 Academy. Da qui, inizierà il nostro viaggio personale che ci porterà a correre prima come wild card nella Moto 3, e poi lungo le tortuose vie che portano alla classe regina, la MotoGP. Tra una gara e l’altra, Valentino ci contatterà per alcune sfide con gli altri piloti della VR 46 Academy.La modalità carriera, scendendo nello specifico, presenta interessanti variazioni sul tema: a seconda dei risultati registrati su pista, infatti, il nostro pilota vedrà l’incremento di alcuni parametri personali. È così che potremo migliorare, ad esempio, la nostra abilità sul bagnato, la resistenza e il controllo dell’acceleratore. L’evoluzione del nostro personaggio è utile non solo per il single player, ma anche per il comparto online, visto che nelle gare contro altri giocatori potremo sì scegliere quale moto più ci aggrada, ma non il pilota, che invece sarà sempre il nostro alter ego virtuale creato all’inizio del gioco.Fatte queste doverose descrizioni, è finalmente giunto il momento di parlare del gameplay. Possiamo dire che, da questo punto di vista, Valentino Rossi The Game non stecca su quella che è la caratteristica fondamentale di questo tipo di gioco, ovvero la varietà. La presenza di così tante moto diverse, dalle 125 di vent’anni fa alle MotoGP attuali, restituisce modelli di guida quasi sempre convincenti e differenti tra loro. Abbiamo svolto le prove nel nostro solito modo, ovvero disattivando tutti gli aiuti possibili, impostando il livello di difficoltà più alto della IA e lanciandoci in pista; la prima moto che abbiamo provato è stata la Moto3 dello Sky Racing Team by VR46, la scuderia di Rossi. Questo bolide ci ha restituito un senso di generale semplicità: il comportamento in curva è prevedibile, l’accelerazione è tutto sommato docile ed è veramente complicato riuscire a cadere; il discorso cambia drasticamente nel momento in cui si passa alle MotoGP, che sono dei mostri di potenza che faranno sudare sette camicie prima in fase di frenata e poi in accelerazione. Sarebbe un errore, poi, dimenticare di fare qualche giro con le moto storiche, visto che le 500 con motore a due tempi daranno anch’esse dei gran grattacapi; tra tutte, ci hanno veramente divertito le 250 a due tempi, che presentano molta della potenza e cattiveria delle 500, senza però dimenticare la leggerezza delle sorelle minori, le 125. Insomma, il quadro è molto ampio e, disattivando tutti gli aiuti, le sensazioni sono quasi sempre positive con tutte le moto proposte. Tra le altre, infine, meritano una menzione le moto da Flat Track, divertenti da far derapare sul ranch di Valentino.

Contatti maldestriPossiamo dire che, almeno fino a quando si guida da soli, Valentino Rossi The Game è un gioco che offre ripetute soddisfazioni; i primi guai arrivano, appunto, quando si scende in pista contro i piloti guidati dalla IA. I due problemi maggiori riguardano i contatti tra piloti e l’intelligenza artificiale che li muove. Su questo ultimo aspetto, per la verità, dobbiamo dire che il quadro è migliore di quello visto nel recente MXGP 2, anche se non sarà raro vedere piloti che non riescono a sorpassarci perché praticamente incapaci di staccarsi dai nostri scarichi; in fase di sorpasso, poi, i centauri virtuali sembra non vedano altro che la strada, visto che non si faranno problemi a venire a contatto con il giocatore. Il fatto che sia possibile subire ed effettuare sorpassi giocando leggermente di sponda con gli altri piloti, che si guarderanno bene dal cadere a meno che non li si prenda in pieno a più di 200 km all’ora, rimane un difetto fastidioso, che inficia l’immersività durante le gare. Dobbiamo spendere qualche parola, inoltre, sulla riproduzione delle gare a quattro ruote: a questo proposito, constatiamo con dispiacere l’impossibilità di utilizzare un volante. Dopo aver collegato il fidato G25, infatti, ci siamo accorti che la periferica veniva riconosciuta solo durante la navigazione nei menu, e non durante le gare; affrontare tornanti e chicane con il pad, in effetti, non è proprio la soluzione ideale, anche se dopo qualche tentativo siamo riusciti ad inanellare qualche giro positivo. In senso generale, dunque, il gameplay complessivo si conferma comunque piacevole e relativamente simulativo; va constatata, in questo senso, la consueta possibilità di modificare il setup della moto sia agendo in maniera manuale sui diversi parametri, sia affidandosi ai consigli dell’ingegnere di pista.

Bolidi lucidati per l’occasioneAnche la grafica propone uno dei problemi già incontrati in altri titoli Milestone: esiste una discrepanza, spesso netta, tra l’ottimo livello qualitativo dei modelli di moto e piloti e quello degli elementi secondari, siano essi l’erba di alcuni tracciati, il muretto dei box, oppure le tribune. Rispetto a MXGP 2 questa differenza sembra essere più marcata, forse per via della varietà più elevata degli elementi a bordo pista; questo rimane un difetto evidente, sebbene alcune piste ne siano più colpite di altre. In ogni caso, non si può non fare un plauso alla riproduzione devota di così tante moto e livree: tutti i piloti dei campionati di motomondiale inclusi nel gioco, infatti, presentano caschi e tute che rispecchiano fedelmente la realtà. A questi vanno aggiunti i modelli e le livree della Ford Fiesta RS da rally, della Mustang GT per le gare di drift, nonché delle moto da Flat Track. Insomma, anche da questo punto di vista, il livello di contenuti è invidiabile, soprattutto se si pensa al numero di tracciati storici presenti, che ricalcano i calendari delle varie stagioni coinvolte nelle modalità di gioco dedicate a Rossi. Il comparto audio, cambiando argomento, contribuisce ad alzare il livello qualitativo dell’esperienza: non parliamo tanto delle introduzioni alle gare ad opera di Guido Meda, né dei messaggi vocali con cui lo stesso Rossi ci allieterà saltuariamente. Ci ha convinto decisamente, invece, la riproduzione differente dei vari bolidi, diversi tra loro per via della classe e della tipologia di motore. Guidare una Ducati Desmosedici invece che una Honda RC213V è un’esperienza differente anche sul versante sonoro, e tutto ciò non può che essere un merito della produzione italiana in questione.

– Quantità importante di contenuti e modalità

– Fedeli riproduzioni di livree, caschi e moto storiche

– Rivivere le gesta di Rossi attraverso il suo commento fa un certo effetto

– Modelli di guida diversificati tra loro e quasi sempre piacevoli

– Fisica dei contatti ancora rivedibile

– IA non proprio al massimo in alcune situazioni

– Alti e bassi spesso evidenti nella grafica

7.5

Valentino Rossi The Game è un atto d’amore per il motociclismo, prima ancora che per la figura del centauro italiano. Il titolo Milestone può contare su una mole veramente importante di contenuti, e consente ai giocatori di rivivere alcune delle stagioni del motomondiale più avvincenti non solo per i tifosi di Rossi, ma per tutto il movimento italiano. Sentire discutere il Dottore delle sue imprese diverte e appassiona, e c’è da dire che tutte le modalità dedicate al campione italiano sono ben riuscite.

Come dicevamo in sede di recensione, però, il gioco sembra dare il meglio di sé quando si corre da soli: nel momento in cui ci si lancia nella carriera, e ci si ritrova ad affrontare la IA, le magagne affiorano e si manifestano in una riproduzione dei contatti spesso imprecisa, e in una intelligenza artificiale sufficiente ma talvolta poco reattiva alle nostre sollecitazioni. A tutto ciò va affiancato un comparto tecnico positivo nella sua complessità, che però mostra un livello altalenante sul fronte grafico, specie per quanto riguarda gli elementi di contorno. Nel complesso, dunque, siamo davanti a un gioco più che discreto, consigliato soprattutto agli appassionati del mondo dei motori, prima ancora che a quelli dei giochi di guida.

Voto Recensione di Valentino Rossi: The Game - Recensione


7.5