Torino Comics 2016

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a cura di ViKtor

Una nuova location da 20mila metri quadri e il record assoluto di affluenza: sono sufficienti questi due dati per dare l’idea di quanto il Torino Comics in abito 2016 fosse l’edizione più attesa in 22 anni di storia. Noi ci siamo stati e vi diremo perché, pur meritando l’appellativo di quarta fiera più importante in Italia (dopo Lucca, Napoli e Roma), la kermesse piemontese abbia del potenziale ancora inespresso.
Un po’ di numeri (e nomi)
A poche ore dalla chiusura delle biglietterie il numero di visitatori aveva superato i 55000, per un incremento del 37% rispetto al 2015; un successo assoluto, insomma, merito anche dello spazio regalato dall’Oval, area scelta come sede dopo il trasloco dai padiglioni 1 e 2 del Lingotto Fiere.
Nelle intenzioni del suo direttore artistico, il Comics della Mole doveva fare quest’anno il salto di qualità offrendo al pubblico più espositori (in effetti sono stati 205), più eventi e tre incontri con attori internazionali di spessore. Ad alternarsi sul prima sul palco e poi allo stand a loro dedicato sono stati Robert Picardo di Star Trek: Voyager, il mitico C1-P8 nella sua versione umana (al secolo Kenny Baker) e Kandyse McClure di Battlestar Galactica. Nulla di clamoroso, a dire la verità, considerando anche la non proprio modica cifra extra richiesta per trovarsi faccia a faccia con loro.
Più azzeccata, invece, la scelta della formula per la rinnovata area autori: ogni fumettista ha goduto finalmente di un proprio spazio personale in cui accogliere i fan ed essere libero di dare sfogo alla vena artistica. Un ottimo modo per incontrare nomi del calibro di Ivo Milazzo (Ken Parker), Paolo Barbieri, l’inseparabile trio Guido De Maria-Silver-Clod e alcuni importanti disegnatori Disney.
Cosplay, videogiochi e… fumetti?
Dati i numeri, passiamo alla parte divertente. All’uscita dalla fiera siamo rimasti con sensazioni contrastanti perché dove il Torino Comics regala allo stesso tempo il meglio e il peggio di sé è proprio nel suo stesso cuore, in quello che un appassionato cerca in una fiera di tale importanza. Ma andiamo con ordine.
Prima nota lieta, manco a dirlo, i Cosplayer: tra Capitan America bassini e fuori allenamento e Lara Croft impegnate in maratone di pizze, lo spettacolo offerto è stato come sempre eccellente. Due i contest organizzati dalla Cospa Family dell’ex campione mondo Massimo Barbera: il sabato si sono alternati sul palco i costumi a tema Villains, mentre la domenica ben 300 partecipanti hanno sfilato per la conquista del superpremio finale, un viaggio verso le palme e il sole della Florida per raggiungere Disneyworld Orlando. A spuntarla, direttamente da Azeroth, è stato un fantastico Malfurion Stormrage che ora potrà portare le sue corna negli Stati Uniti.
Rimanendo in tema videogiochi (che poi è quello che ci interessa di più, non ce ne vogliano alcuni lettori), due sono state le attrazioni principali: lo stand youtuber invaso dal pubblico più giovane ansioso di conoscere, tra gli altri, J0k3r, Jakidale e Klaus e la zona dedicata ai tornei competitivi dove invece i veri duri (come noi) hanno assistito alle finali di tre importanti tornei Italian Team League. Tra le cornici di una partita a Hearthstone e una mappa di Battlefield il main event è stato l’invitational di League of Legends, campionato che ha visto clan di grido come gli Inferno, i Liquid e i Tes contendersi i 5000 € del ricco montepremi.
Fino a qui, direte voi, tutto bene. Vero, ma due aspetti ci hanno fatto storcere un po’ il naso. In primis la stessa area videogames, pur illuminata da quanto vi abbiamo appena raccontato, presentava diversi spazi vuoti: il richiamo non è ancora quello che si aspettano gli organizzatori e lo si è capito chiaramente dalle pochissime postazioni disponibili per il pubblico e dalla totale assenza di novità in mostra, buco che non può essere colmato dalla presenza di gingilli pur interessanti come l’oculus rift. Secondo problema, questo sicuramente più evidente, la non eccelsa qualità dell’area fumetti. Chi è arrivato in Piemonte attratto esclusivamente dalla nona arte è rimasto inevitabilmente deluso nello scoprire che gli stand a lui dedicati si contavano sulle dita di una mano. I feedback in tal senso non hanno tardato ad arrivare e sulla pagina Facebook ufficiale sono diversi i commenti che confermano la nostra idea, gettando ombre su una manifestazione che invece deve continuare a crescere.
Da qui il Torino Comics, a nostro parere, deve ripartire e lavorare per stupirci in positivo nel 2017: dal migliorare quanto di buono si è visto su cosplay e videogames e, più di tutto, dal dare nuova luce al settore fumetti. Perché la location adesso c’è, e con essa una grande ambizione: non sfruttarle del tutto sarebbe davvero un peccato mortale.

Al netto di luci e ombre descritte nel reportage, Torino Comics si conferma una realtà concreta nel panorama fieristico italiano del settore, con grande spazio per il Cosplay e sempre maggior interesse verso i videogiochi. E’ una manifestazione in continua evoluzione e, come tutte le cose che crescono in fretta, deve trovare il proprio equilibrio. Dall’edizione del prossimo anno ci aspettiamo innanzitutto questo, perché le basi ci sono eccome, le ambizioni pure, e la location merita di essere sfruttata al 100%.