Recensione

Tomb Raider Underworld

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a cura di Star Platinum

La volontà di voler donare nuovamente ad un brand ormai famoso come Tomb Raider la giusta importanza, passa inevitabilmente attraverso scelte stilistiche e di meccanica che pur non potendosi allontanare dagli attuali standard ammirati su PS3 e Xbox 360 si ricollegano agli inizi della serie, attraverso soluzioni in passato abbandonate e che ora invece trovano giusta collocazione con l’obiettivo di presentare un’esperienza di gioco profonda, giocabile e finalmente convincente sotto ogni punto di vista. Riuscirà Lara Croft a far luce sull’ennesimo mistero affascinandovi come ai vecchi tempi? Continuate a leggere per scoprirlo.

Oltre la leggendaIl gioco si presenta subito con un biglietto da visita più che interessante, essendo di fatto il primo episodio della serie sviluppato pensando alle caratteristiche peculiari di PS3 e Xbox 360. Tutto ciò risulta evidente fin dall’inizio e come avremo modo di approfondire in seguito, se dal punto di vista tecnico i risultati ottenuti confermano gli sforzi degli sviluppatori, anche il profilo narrativo si sviluppa attorno ad una vicenda interessante e piacevole. Ancora una volta Lara Croft è infatti alle prese con un mistero e, come sempre in questi casi, le cose si riveleranno ben presto molto più complesse del previsto. Il suo compito questa volta consisterà nel riuscire a localizzare delle prove in grado di dimostrare l’esistenza di uno degli artefatti più leggendari che la mitologia nordica abbia mai generato, stiamo parlando del martello posseduto dal dio Thor, che pare sia dotato d’immensi poteri che potrebbero, nelle mani sbagliate, distrugere tutto ciò che esiste, divinità comprese. Ovviamente ricomporre ogni frammento dell’intricato puzzle non è compito semplice ed è qui che entreranno in gioco tutte le abilità di cui Lara è dotata fin dagli esordi, cui si affiancheranno nuove caratteristiche introdotte per l’occasione. Trattandosi di un progetto ambizioso che mira a correggere gli errori del passato proponendo una struttura ricca di spunti interessanti, grande risalto è stato dato al gameplay, oggi più convincente grazie ad una netta inversione di tendenza rispetto agli ultimi capitoli, a favore di una dimensione adventure più accentuata e che fin dall’inizio appare in grado di coinvolgre il giocatore in modo progressivo e senza l’assillo di situazioni impossibili da superare. Il tutto si traduce con una maggiore cura per le dinamiche d’interazione con gli ambienti che si andranno a visitare, decisamente suggestivi e pieni di “risorse”, ma soprattutto in grado di sottolineare in modo splendido l’eccellente stato di forma della bella archeologa. Lara è infatti in grado di compiere numerose azioni che risulteranno essenziali per superare con rapidità e precisione ogni pericolo o ostacolo da affrontare. Mai come in questo episodio il modello della vostra alter ego virtuale è apparso così in forma e supportato da animazioni estremanente convincenti, abbinate ad una risposta ai comandi che, a prescindere dalla versione in vostro possesso, risulta immediata e in grado di supportare ogni azione senza il minimo rischio di compromettere i passaggi più delicati a causa d’imprecisioni tecniche.

Un mondo da scoprirePer riuscire a risolvere il mistero si renderà necessario visitare numerosi luoghi decisamente affascinanti e ben caratterizzati. Per quanto le varie locations siano in parte state ispirate da alcune recenti produzioni videoludiche, è interessante sottolineare come esse risultino non soltanto di grande impatto visivo ma estremamente funzionali e costruite attorno ad uno schema ben esteso, in grado di rendere ogni ambiente aperto ad infinite possibilità di sperimentare la corretta via da percorrere, senza per questo costringere il giocatore ad un approccio troppo lineare o di immediata identificazione. In tal senso, il lavoro svolto da Crystal Dynamics non solo riesce a rendere l’atmosfera coinvolgente per varietà e scelte stilistiche, ma anche per via delle numerose varianti proposte a livello di esplorazione. Come da tradizione infatti, per superare i vari enigmi, le trappole ed i passaggi più ostici dovrete avvalervi di tutta una serie di acrobazie altamente spettacolari, ma non è detto che la soluzione apparentemente più comoda (o visibile) rappresenti anche quella migliore. Osservando con attenzione l’ambiente circostante, se il tempo ve lo consentirà, potreste infatti notare un passaggio precedentemente ignorato, una sporgenza più vantaggiosa o in generale un percorso alternativo da percorrere in minor tempo e rischi, il tutto a beneficio di una struttura che vuole fare della naturalezza e del realismo alcuni degli elementi portanti di questo episodio, riuscendoci in maniera ottimale.Il solo fatto di dover necessariamente agire con riflessione e spesso con intuizione per superare alcuni imprevisti ed improvvisi ostacoli, dovrebbe essere sufficiente a rendervi partecipi dei notevoli miglioramenti adottati a livello di approccio al gioco. Discorso analogo meritano anche le sessioni in cui ci si ritroverà ad impugnare delle armi da fuoco, altrettanto ritoccate a favore di una maggiore giocabilità. Il fatto di poter direzionare il proprio tiro secondo delle direzioni non necessariamente in sincronia, per colpire in questo modo differenti bersagli, risulta un aspetto senza dubbio positivo, anche se non sempre perfetto nella calibrazione della mira. Più utile, ma da usare con parsimonia per non rendere ogni cosa troppo semplice, appare invece la speciale barra energetica che si andrà a riempire ogni volta che realizzerete una sequenza di azioni in modo corretto e che, una volta completa, può dare il via alla possibilità di rallentare temporaneamente i nemici attraverso una sorta di focus, decisamente letale per colpirli in tutta calma o quasi.

Un nuovo inizio?Trovandosi a dover in parte ricostruire quanto di buono era stato fatto agli esordi, Tomb Raider Underworld non rinnega le proprie origini, ma anzi le sfrutta al meglio per dare il via ad un progetto di rinascita che segna il primo punto a suo favore, proponendosi idealmente come nuovo punto da cui ripartire in futuro, possibilmente attraverso una svolta davvero rilevante all’intero concept.Dal punto di vista tecnico, il gioco si rivela esaltante e ben programmato, nonostante alcuni piccoli difetti che riteniamo opportuno segnalare in questa sede. A livello di modelli poligonali, animazioni (davvero eccellenti) ed in generale per tutto ciò che riguarda le ambientazioni (splendide quelle localizzate nelle profondità marine) si raggiungono livelli davvero elevati, anche se si nota una palese concentrazione di buona parte delle risorse verso Lara piuttosto che per i personaggi e nemici comprimari. L’engine poligonale risulta solido e convincente nell’insieme, ma occasionalmente abbiamo riscontrato anche dei brevi cali di frame-rate e alcuni piccoli effetti di pop-up e bad clipping relativi alla versione PS3, che stonano un po’ se si considerano le potenzialità tecniche dei sistemi in oggetto. La stessa visuale adottata, per quanto funzionale e valida, non sempre appare in grado di trasmettere il miglior punto di vista dell’azione e per quanto si possa intervenire manualmente per porvi rimedio, alcune volte si ha una piccola sensazione di smarrimento, fortunatamente non penalizzante ai fini del gioco.Il sonoro, composto da ottime musiche in grado di sottolineare degnamente ogni passaggio e con effetti sonori ben riprodotti, si rivela uno degli aspetti migliori in assoluto e supporta egregiamente l’avventura.A livello di giocabilità pura, nonostante sia possibile intervnire a livello d’opzioni per delineare il giusto profilo verso cui confrontarsi a livello di sfida, il gioco non sembra in grado di proporre un bilanciamento tecnico molto elevato e ciò alla lunga si traduce con un’intelligenza artificiale non irresistibile che potrebbe risultare fin troppo abbordabile per i gamers esperti. Nel complesso la longevità è comunque molto buona, ma al completamento del gioco potrebbe non corrispondere un grado di rigiocabilità sufficientemente elevato da riuscire a mantenere alto l’interesse per lungo tempo. Fatte queste doverose precisazioni, nel complesso ci si trova di fronte ad un prodotto più che valido, senza gravi difetti e meritevole di essere preso in considerazione da tutti i fans vecchi e nuovi, con la speranza che in futuro la serie possa essere supportata da scelte ancora migliori ed originali.

– Tecnicamente valido

– Il gameplay segna un ritorno alle origini…

– Enigmi ben strutturati

– Trama poco originale

– …ma forse servirebbero nuove idee

– Presenti alcuni occasionali bug grafici

7.7

Tomb Raider Underworld si rivela un gioco ben realizzato, in cui la sensazione di vivere un’avventura si fonde perfettamente con una meccanica che spinge il giocatore all’esplorazione e alla risoluzione di enigmi, senza lasciare nulla al caso ma prestando molta attenzione all’ambiente circostante. Il tutto condito con una trama interessante, anche se non indimenticabile, oltre che una buona dose d’azione che non guasta mai.

Dal punto di vista tecnico il lavoro svolto può considerarsi degno di nota sia a livello grafico che per quanto riguarda la colonna sonora, in grado di abbinare quantità a qualità in modo costante.

Per certi versi ci si trova di fronte ad un parziale ritorno alle origini o comunque a quegli elementi chiave che hanno caratterizzato i primi episodi (probabilmente i più riusciti) dell’intera saga, tuttavia ciò non deve essere considerato come un difetto ma come un pregio, in quanto l’esperienza di gioco risulta molto positiva e, grazie ad alcune scelte operate a livello di calibrazione della difficoltà, adatta a tutti. Consigliato a tutti coloro che ammirano Lara Croft e più in generale per chi cerca un buon gioco in prospettiva Natale.

Voto Recensione di Tomb Raider Underworld - Recensione


7.7