Recensione

Titanfall

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a cura di FireZdragon

La storia che si cela dietro la nascita di Titanfall e dei suoi creatori non è sicuramente una delle più serene, ma ha sempre esercitato su di noi un forte fascino. Jason West e Vince Zampella dopo il licenziamento da Activision hanno raccolto i cocci della vecchia Infinity Ward e con qualche centinaia di milioni di dollari sulle spalle, ottenuti con la seguente causa legale, hanno dato vita a Respawn Entertainment, presa subito sotto l’ala protettrice di Electronic Arts. Proprio mentre tutte le orecchie erano tese verso lo studio di sviluppo, arriva l’annuncio tanto atteso: Lo storico duo rivela un nuovo shooter, frenetico come Call of Duty ma infarcito di robottoni e da nuove meccaniche che lo renderanno unico nel suo genere. L’hype schizza alle stelle e nel 2013, quando durante la conferenza Microsoft Titanfall viene mostrato per la prima volta al pubblico in sala, è un boato di applausi. Il titolo convince e piace, e il suo successo sembra essere già scritto nel firmamento dei videogame. A poco meno di due anni da quel giorno ci troviamo per le mani la sua versione completa pronta per la recensione e dopo le nostre prove entusiastiche dei mesi passati siamo pronti a dirvi oggi se le attese erano giustificate o se invece il titolo ci ha riserbato qualche amara sorpresa.
La storia ci insegna a non ripetere errori fatti in passato
Ci troviamo nel futuro e la Terra, per come noi la conosciamo oggi, non esiste più. L’umanità si è spinta oltre i confini dello spazio attraverso viaggi interstellari e la colonizzazione di altri sistemi solari è ormai iniziata.
La IMC ha avuto un ruolo importantissimo in questa operazione e sotto il suo controllo moltissime sono state le spedizioni inviate sui diversi pianeti per verificarne l’abitabilità e ricercare eventuali risorse da sfruttare. Con il passare del tempo le colonie hanno ottenuto l’indipendenza e l’allontanamento della IMC per un periodo lunghissimo dalla frontiera, un agglomerato di pianeti abitabili relativamente vicini, ha segnato l’inizio del declino. Abbandonati a loro stessi, i pionieri hanno vissuto anni terribili di conflitti interni e di povertà, messi in difficoltà dalla completa assenza di qualsivoglia punto di riferimento e isolati completamente dai Sistemi Centrali.
Dopo anni di latitanza e in seguito ad una richiesta sempre maggiore di materie prime, la IMC torna a farsi viva e con una flotta immensa di navi tenta i riprendere il controllo e il possesso dei pianeti precedentemente colonizzati. Mettendo da parte gli attriti preesistenti i coloni formano la Militia per respingere quello che secondo loro è ora un usurpatore senza diritti, facendo scoppiare una enorme guerra interplanetaria.
Il giocatore vestirà così i panni di un soldato dei due schieramenti in difesa dei propri ideali e tenterà in ogni modo di difendere la propria libertà da una parte e riconquistare il dominio territoriale dall’altra.
Tutti questi accadimenti vengono raccontati in una sorta di campagna, unicamente online, che grazie alla presenza di brevi cut scene tra una partita e l’altra svilupperanno la narrativa mettendo il nostro team al centro del mirino. 
Non potendoci porre nel ruolo del classico eroe solitario e invincibile come accade solitamente negli shooter odierni, in Titanfall saremo un semplice soldato e insieme ad altri cinque compagni di squadra dovremo affrontare altri sei giocatori dello schieramento opposto, ricevendo ordini dai comandanti della Milizia o della IMC a seconda della fazione scelta.
Purtroppo le cut scene in questo caso rendono difficilissimo affezionarsi ed entrare in sintonia con i pochi protagonisti della storia, rendendo questa serie di missioni della campagna piuttosto marginali e superflue. 
Quello che Respawn Entertainment ha inserito è giusto un contentino per tutti coloro che desideravano conoscere maggiormente il background di Titanfall, ma si tratta ad ogni modo di una feature utile unicamente a dare maggior spessore al gioco, che non ne aumenta la longevità in maniera significativa né tantomeno aiuta a prendere confidenza con i controlli. Per quello infatti c’è già un corposo e completo tutorial che spiegherà le basi del movimento, dell’uso dei wall jump e ovviamente di come controllare e combattere un titano.
Ci troveremo costretti quindi ad affrontare in serie otto missioni, suddivise unicamente tra la modalità Hardpoint e Attrition, cosa che non ci terrà impegnati per più di 2 ore per fazione. È indispensabile tuttavia completare queste partite per sbloccare la classe del titano Strider e l’Ogre, non ottenibili in nessun altro modo. Noi avremmo preferito ad esempio guadagnarli con la crescita del nostro personaggio, lasciando il giocatore libero di scegliere da subito dove e in che modo giocare senza ancorarlo forzatamente a una campagna tutto sommato inutile.
Ready to Rumble!
Portata a termine la campagna e con tutti i titan a disposizione, finalmente, il giocatore potrà concentrarsi sulle cinque modalità multigiocatore presenti in Titanfall, poche a dire il vero per un gioco del genere. Il titolo tuttavia riesce a nascondere queste sue mancanze sotto un gameplay incredibilmente dinamico, risultando tra i più divertenti nel genere FPS degli ultimi anni.
Ad affiancare gun fight veloci ma pensate per lasciare ai giocatori il tempo di reagire ai colpi subiti con manovre evasive, si presenta la possibilità di sfruttare completamente la verticalità delle mappe per una complessità dell’azione sinceramente incredibile. Cambia completamente la percezione a cui il giocatore si è abituato negli ultimi anni e ora, oltre a dover controllare le linee di tiro orizzontali ci si trova immersi in un ambiente che offre decine e decine di punti pericolosi dai quali un nemico potrebbe sorprenderci. È incredibile quindi la concentrazione richiesta per ottenere buoni risultati e l’occhio deve correre veloce per lo schermo esplorando ogni singola copertura, finestra, tetto o parete presenti nel nostro campo visivo. Titanfall è un gioco indubbiamente frenetico ma, come dicevamo prima, non esente dalla strategia. Subire un paio di colpi dalla media distanza non significa morte certa e la grandissima mobilità dei personaggi permette di scappare dai pericoli in maniera rapida ed efficace. Grazie ai Jump Kit forniti ai piloti questi potranno infatti scavalcare muretti o aggrapparsi ai vari tetti degli edifici per inventare nuove vie di fuga o di attacco. Ci piace come la mente debba ragionare veloce mentre corriamo attaccati ad una parete e dobbiamo scegliere da che parte andare o in quale stanza entrare, decisioni da prendere nel giro di qualche secondo e che potrebbero davvero fare la differenza tra portare a casa una kill facile o trovarsi nel punto sbagliato al momento sbagliato. In tutte le mappe presenti, ben 14 in totale, la velocità è infatti il fulcro di tutto e appostarsi su un tetto ad attendere che passi qualcuno non risulta essere sempre una strategia fruttuosa come negli altri shooter. Il camping è difatti decisamente limitato, anche se cecchinare è un’opzione che risulta comunque disponibile. Il fucile longbow-DMR in questo caso risulta estremamente adatto grazie al suo zoom 6X e il suo rateo di fuoco alto, indispensabile se pensiamo che per uccidere un pilota anche con lo sniper rifle serviranno almeno due colpi (ad eccezione degli headshot). Il Quick Scope non è fattibile e l’estremo ingombro visivo delle suddette armi porta un ulteriore handicap per i tiratori più abili. Abbiamo provato durante le nostre partite ad appostarci e bersagliare i nemici da posizione nascoste e, sebbene il K/D ratio fosse completamente dalla nostra a fine partita, i punti effettivi utili a portare benefici alla squadra non erano paragonabili ad eventuali sessioni di run and shoot eseguite con mitragliette o fucili d’assalto.
Titanfall è quindi completamente indirizzato al dinamismo e solo in Capture the Flag, magari armato di cariche esplosive, un cecchino può permettersi di difendere da una posizione fissa la propria base.
Ad andare ulteriormente contro questa filosofia di gioco ci si mettono un’interfaccia e abilità tattiche studiate appositamente per contrastare i camper. La minimappa infatti mostrerà chiaramente i  nemici dopo che questi sono stati rivelati e salendo di livello si sbloccheranno perk grazie ai quali vedere attraverso i muri gli scheletri dei giocatori.
La personalizzazione diventa così un altro punto importante della produzione e, sebbene sia piuttosto standardizzata, mostra comunque una buona quantità di opzioni. Non siamo ai livello del pick ten visto su Black Ops 2, ma si torna sulla possibilità di scegliere liberamente un’arma primaria, una pistola, un’arma anti titan e una manciata di bonus e opzioni tra cui per l’appunto le abilità tattiche e le granate, il tutto completamente slegato dalle singole classi.
A rafforzare la componente strategica nella costruzione del proprio soldato arrivano anche le burn cards, abilità uniche a consumo selezionabili nei menu e attivabili poco prima di spawnare sul campo. Esistono carte di diverso tipo e rarità che vanno dal semplice potenziamento di un’arma fino ad avere radar in grado di rilevare tutti i nemici sulla mappa o ancora azzerare il cooldown per richiamare il vostro titan, proprio quei titan che danno al titolo Respawn una doppia faccia strabiliante regalando a mappe e giocabilità una doppia lettura. 
Pugni d’acciaio
Ogni due minuti circa ogni soldato potrà chiedere alla propria nave madre di lanciargli tramite drop orbitale un titano, colossale ammasso di ferraglia in grado di aiutarci sul campo di battaglia. È incredibile il lavoro fatto dagli sviluppatori per bilanciare titani e soldati, in un continuo gioco al gatto con il topo che trasforma gli uni e gli altri più volte nella stessa partita da prede a predatori. Se è vero infatti che i titan possono uccidere facilmente i piloti con un sol colpo o addirittura schiacciarli, l’altra faccia della medaglia mostra una fanteria capace di sgusciare tra gli edifici e di rifugiarsi nelle varie fessure, ma anche di contrattaccare grazie a specifiche armi studiate appositamente per l’occasione e capaci in questo caso di fare letteralmente a pezzi i robot. 
All’interno dei titani il modo di giocare cambia completamente, così come la lettura della mappa. Muretti che prima erano perfette coperture ora non arrivano a proteggerci nemmeno il ginocchio e l’impossibilità di saltare rende le strade le uniche vie percorribili. Grossi ma non impacciati, i titani possono utilizzare i booster posteriori per effettuare brevi scatti e schivare missili e proiettili in arrivo, oppure decidere di blindarsi dietro a scudi energetici o vortex shield capaci di rispedire al mittente i colpi sparati. Ad ampliare la forbice di diversità ci si mettono tre modelli di titan: uno basato sulla velocità, uno sulla resistenza e l’altro sul danno. Cambiano fondamentalmente le Core Ability passive dei titani improntate sull’output di danno, sul sovraccarico degli scudi difensivi o sulla possibilità di effettuare dash illimitati per un breve periodo di tempo. A prescindere dal telaio scelto potremo comunque equipaggiare i mech con qualsiasi armamentario disponibile adattandoli in maniera perfetta al nostro stile di gioco. Purtroppo abbiamo notato che l’Atlas, il modello intermedio e bilanciato, durante la nostra prova è stato completamente abbandonato da quasi tutti i giocatori, segno che il suo poter fare tutto ma non eccellere in nulla non è stato apprezzato e dovrebbe essere rifinito. Ci vuole anche un ribilanciamento su alcune armi, soprattutto il quad rocket launcher, decisamente meno efficace e potente di altri fucili visti in gioco. Il discorso sul bilanciamento vale anche per alcune armi dei piloti, dove si contrappongono mitragliatori estremamente efficaci ad altri dalla dubbia utilità, laddove raffiche e armi dal rateo di fuoco maggior come l’R97 vengono praticamente sempre preferiti ai fucili più precisi ma dotati di raffiche brevi.
Solo cinque modalità?
Proprio il combattimento tra titani è al centro di una modalità di gioco dove sei mech si affronteranno in un duello all’ultimo bullone. Probabilmente nel Last Titan Standing emerge al meglio la necessità di collaborazione tra i membri del team, laddove con combattimenti tra titani molto bilanciati riuscire ad ottenere la superiorità numerica risulta essere una chiave di lettura facile ma estremamente efficace. Le strategie si sprecano in questo caso e anche scendere dal proprio mech per continuare a combattere a piedi, saltando magari sopra ai titani avversari per tentare di friggergli le celle energetiche poste sulla schiena, dà vita ad un vero e proprio rodeo. Non sono pochi i modi per sbarazzarsi degli ospiti indesiderati e, sebbene questa sia una strategia efficacissima per liberarsi velocemente dei mech nemici, sono stati inseriti molteplici sistemi di difesa per liberarsene, dal fumo elettrico capace di bruciare letteralmente i piloti e mech avversari fino alle esplosioni dei missili, oppure potrete tentare sempre di scendere dal mech e crivellare di colpi l’ospite indesiderato.
Ad ogni modo, come dicevamo, i titani arricchiscono l’offerta e danno uno spessore al titolo che gli permette di elevarsi indubbiamente sopra la media del genere. I mech non dovranno per forza essere pilotati manualmente, ma tramite semplici comandi gli si potrà impartire ordini basilari come la guardia di una zona o utilizzarli addirittura come scorta personale. Certamente l’IA che li controlla non li renderà letali come quando guidati dai piloti ma la loro efficacia è indubbia, soprattutto per offrire un target alternativo mentre il giocatore conquista obiettivi principali o si posiziona nelle retrovie nemiche per sforacchiare gli ostili alla schiena. L’IA dei titan è sicuramente superiore rispetto a quella vista nei grunt e negli spectre, NPC che letteralmente invadono le aree di gioco in tutte le modalità. Oltre ad offrire punti nella modalità Attrition (un grosso death match a squadre dove vengono coinvolti anche loro nel conteggio delle uccisioni) la loro principale funzione è quella di mantenere sempre alto il ritmo di gioco risultando quindi fondamentali per il titolo Respawn. Le mappe infatti, dovendo ospitare i titani, sono particolarmente grandi, soprattutto per il numero ridotto di giocatori, e la loro presenza non solo offre ai piloti sempre dei bersagli per tutta la durata dei match ma si rivela utile anche per offrire ulteriori strategie per ottenere la vittoria. Tutte le meccaniche presenti insomma si incastrano alla perfezione tra loro e la mancanza di uno solo di questi elementi farebbe cadere tutto come un castello di carte. Ci teniamo quindi a sottolineare il più che ottimo lavoro di game design svolto da Respawn Entertainment, davvero sbalorditivo se considerato quanti ingranaggi deve muovere per funzionare alla perfezione.
Calci di cristallo
Possiamo quindi chiudere un occhio sulle poche modalità e sulla mancanza di innovazione in queste, anche se francamente ci saremmo aspettati davvero qualcosa di più oltre al solito Capture the Flag e varianti del team death match, e quantomeno avremmo voluto una modalità co-op o orda che desse una valida alternativa alle continue sessioni di shooting competitive.
Ci troviamo per le mani insomma un titolo validissimo, con un lavoro di background enorme, ma ridotto in fin dei conti a sole cinque modalità e a contenuti da sbloccare che terranno il giocatore impegnato per circa quindici ore. È nostro dovere dunque avvisarvi che, nel caso aveste provato la beta e il gioco non fosse risultato per voi appetibile, nulla nella versione finale vi farà cambiare idea, dato che la struttura di gioco ed il gameplay, nonostante nuove armi, nuovi mech e più mappe, rimane identica a sé stessa per tutta la sua durata. A questo punto il giudizio sulla longevità diventa estremamente personale e Titanfall potrebbe durarvi all’infinito nel caso vi rapisse completamente con il suo gameplay stratosferico, o potrebbe abbandonarvi dopo appena una manciata d’ore se l’unica spinta derivava dallo sbloccare tutto lo sbloccabile. Certo, presenziano sempre le Sfide da portare a termine, ma sono ben poca cosa se le vediamo in ottica di attrattiva in più per il pubblico.
Ci togliamo il cappello altresì per la costruzione delle mappe, sempre curate, tutte disegnate benissimo, estremamente differenziate tra di loro e con tante e tali di quelle tattiche applicabili che ogni partita vi sembrerà completamente diversa rispetto alla precedente. Un peccato quindi che su Xbox One non si sia fatto un passo in più dal punto di vista tecnico per perfezionare il tutto, con texture nettamente inferiori rispetto a quelle viste su pc, una risoluzione tra i 720 e i 900p e la mancanza completa di interazione con gli scenari. Sebbene il Source Engine faccia un ottimo lavoro in termini di stabilità e i sessanta frame per secondo siano la regola, ci saremmo aspettati quantomeno la possibilità di far saltare in aria piccole parti delle ambientazioni o avere maggior interazione con gli oggetti scenici, nulla ovviamente che andasse a toccare minimamente il design delle mappe. Poco male comunque, una volta imbarcati su Titanfall sarete davvero troppo presi ad osservare le mille cose a schermo per rendervi conto di queste inezie.
Chiudiamo infine con il comparto delle animazioni che nasconde purtroppo alti e bassi: l’esecuzione melee con il calcio è una delle peggiori mosse viste fino ad oggi, e soprattutto particolarmente imprecisa, mentre quelle di salto corsa e anche di kill silenziosa mostrano un più che discreto lavoro. Ottima attenzione anche per quanto riguarda la salita e la discesa dal titan con decine di aperture del boccaporto diverse e colpi corpo a corpo come finisher differenziati tantissimo da mech a mech. 

– Gameplay solido, dinamico e divertente

– L’introduzione dei Titan modifica completamente mappe e giocabilità

– Particolare cura in alcune animazioni

– Mappe estremamente riuscite, difficile annoiarsi!

– Povero contenutisticamente

– Alcuni sbilanciamenti tra gli equipaggiamenti

– Flessioni tecniche su Xbox one

8.5

Titanfall è un titolo incredibile dal punto di vista del gameplay e del divertimento, ma mostra il fianco ad un comparto contenutistico non all’altezza della produzione e qualche flessione tecnica che non gli permette di raggiungere l’eccellenza. L’esperienza offerta dallo shooter di Respawn Interactive è comunque solida e getta le basi per un brand che saprà offrire in futuro altissime vette qualitative, questo è solo il primo passo verso un nuovo e radioso futuro degli FPS, Battlefield e COD sono avvisati.

Voto Recensione di Titanfall - Recensione


8.5