Anteprima

The Witcher

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a cura di Mugo

Andrzej Sapkowski è uno scrittore polacco tra i più in voga al momento, le sue opere sono state pubblicate in molti dei paesi dell’ex blocco sovietico ed in Inghilterra, con un continuo successo di pubblico che potrebbe farlo approdare anche sui lidi del nostro Bel Paese. I suoi libri immergono in un ambientazione fantasy temi importanti ed impegnati quali l’ecologia, la discriminazione ed il terrorismo; protagonista di una sua fortunata serie è Geralt: un leggendario cacciatore di mostri mutante. Un witcher, “il” witcher.

Un fantasy con i piedi per terra.Gli sviluppatori polacchi di CD Projekt, che abbiamo avuto modo di incontrare personalmente in un evento tenuto da Atari, hanno utilizzato questo interessante tema per produrre un RPG con elementi action che va ad inserirsi nella storiline come ultimo capitolo della saga del witcher.Il fatto che ci si trovi di fronte ad un’ambientazione fantasy non deve farvi pensare a location come la ridente Contea degli hobbit, o a cavalieri senza macchia che sconfiggono draghi, bensì ad un mondo medioevale rappresentato in tutta la sua crudezza e materialità. Attraverseremo villaggi europei pervasi da un’atmosfera cupa che rispecchia le difficoltà che si presentavano a dei semplici contadini, ed incontreremo un mondo vivo e direttamente dipendente dalle nostre scelte.Proprio il lato della scelta è stato enfatizzato durante la presentazione del gioco: sappiamo tutti che quando ci troviamo di fronte ad una scelta abbiamo la possibilità di salvare, provare le alternative, e alla fine decidere quale sia la più conveniente. In The Witcher invece non avremo delle immediate conseguenze alle nostre scelte, o meglio, qualsiasi sia la direzione che intraprendiamo questa ci darà un immediata ricompensa, ma quello che davvero deriva dalle nostre azioni sarà possibile vederlo anche cinque, dieci ore di gioco più tardi. Abbiamo potuto vedere in azione questo meccanismo, e bisogna ammettere che è ben implementato e costringe il giocatore a ponderare attentamente le proprie azioni.Ma in quale tipo di background dovremo avanzare le nostre scelte? Come già detto impersoneremo Geralt, il più famoso e potente cacciatore di mostri del mondo, questi witchers sono esseri umani mutati tramite procedure segrete, gli stessi segreti che vengono trafugati proprio all’inizio della nostra avventura, indovinate un po’ a chi tocca andare a riprenderli? Il fatto che il tutto sia poi ispirato al mondo fantastico creato dalla penna di Sapkowski non deve far pensare che sia fondamentale la conoscenza dei suoi romanzi per comprendere bene la trama, infatti gli sviluppatori hanno utilizzato il fin troppo inflazionato escamotage della perdita di memoria, per far si che ci venga rispiegato tutto dall’inizio.Fin qui abbiamo una storia interessante ed un’atmosfera azzeccata, ma dove The Witcher vuole innovare è nel sistema di combattimento, mixando elementi tipici degli RPG con qualcosa di più action. Al momento di creare la partita ci verrà chiesto il livello di difficoltà con cui vogliamo affrontare la nostra avventura, questo non influenzerà il numero di nemici o la loro forza, bensì renderà più o meno intuitivo il sistema di combattimento garantendo un diverso livello di gioco che va dal più arcade al più tattico. Abbiamo potuto vedere il primo caso, il cui controllo a prima vista può sembrare simile a quanto visto finora, si clicca sul nemico con l’attacco desiderato (utilizzando diversi tipi di armi quali spade asce e mazze, e dieci magie diverse) e parte l’animazione del combattimento, in un determinato momento però il cursore si illuminerà vistosamente, e con un secondo clic daremo il via ad una combo dagli effetti rinforzati e più spettacolare dal punto di vista delle evoluzioni del nostro Geralt. Questo dovrebbe contribuire al nostro coinvolgimento nel combattimento, tenendoci sempre attenti e pronti.

Tecnica e sviluppo del personaggio.Il fatto che non si impersoni come nella maggioranza degli altri RPG un perfetto sconosciuto che si ritrova a combattere il male crescendo di livello e mercanteggiando gli oggetti più strani è sicuramente la prima cosa che salta all’occhio nel vedere Geralt, infatti il nostro cacciatore di mostri medioevale è un personaggio ben definito, con una sua storia, e che viene riconosciuto da più o meno tutti nel mondo data la sua fama. Questo da un lato apre la strada a nuove meccaniche, ma da un altro limita anche la possibilità di immedesimazione, per quanto visto poi visivamente Geralt è praticamente lo stesso dall’inizio alla fine del gioco, il che rende meno evidente il suo sviluppo. Sviluppo che è mediato da duecentocinquanta diverse abilità aggiuntive di cui alla fine del gioco potremo controllarne il sessanta percento. Sembrano tante, ma le strade che potremo scegliere saranno in realtà poche: soldato/guerriero, soldato/mago, soldato/alchimista. Quindi il minimo comune denominatore sarà la necessità di menare fendenti con una certa costanza, con la possibilità di specializzarci oltre che nel combattimento anche in arti magiche o curative. Da sottolineare come le scelte che compieremo nello sviluppo del nostro witcher preferito influenzeranno il gioco e ci porteranno a vedere tre finali differenti.Dal punto di vista tecnico quanto visto era sicuramente di buon livello. Le texture che ricoprono i molti poligoni che ricreano il mondo dei witchers sono azzeccate e dotate di personalità, molto bello il cielo e gli effetti dello scorrere del tempo che si tradurrà in allungamenti di ombre, variazioni di luce e di riflessi. Non male anche gli effetti atmosferici, la pioggia è ben realizzata, da segnalare che quando piove i vari NPC andranno a ripararsi come meglio possono. Anche l’acqua era ben realizzata, anche se non la migliore vista in un videogioco dato che in alcuni frangenti sembrava avesse la consistenza di un fango molto liquido.Purtroppo le belle immagini che abbiamo visto erano rovinate da vistosi cali di frame-rate, soprattutto nei filmati (che però ci è stato detto non essere ancora definitivi), ma purtroppo anche durante il gioco vero e proprio. Ultima nota da segnalare è una certa ripetitività nelle animazioni dei nemici, alcuni erano dotati di una sola animazione per segnalare il colpo subito.

The Witcher è un titolo interessante, che mescola abilmente elementi RPG con tratti più action, la storia non è il massimo dell’originalità, ma l’universo è interessante come interessante è la presenza di temi “scottanti” come terrorismo e razzismo. Il rischio però è che da un lato non ci si può creare un proprio personaggio e quindi sentirsi personalmente in gioco, e dall’altro questo titolo potrebbe non soddisfare ne gli amanti degli RPG ne quelli degli action proprio per la sua via di mezzo. Di sicuro però è una produzione interessante, e siamo molto curiosi di provare la versione definitiva. Appuntamento su Spaziogames a settembre!