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Recensione

The Talos Principle

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Avatar di Domenico Musicò

a cura di Domenico Musicò

Editor

Pubblicato il 17/12/2014 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

9

Nobilitare il medium videoludico non è mai un processo semplice, soprattutto quando le priorità aziendali mettono da parte la reale volontà di far cambiare la percezione che il pubblico ha dei videogiochi. Bisognerebbe sempre creare un equilibrio perfetto tra la narrazione, l’importanza delle tematiche trattate e il gameplay, tenendo costantemente alta la bandiera dell’ambizione e ampliando il più possibile la portata dei messaggi che si vogliono lanciare agli utenti. The Talos Principle, non solo riesce a fare tutto ciò egregiamente, ma va oltre e realizza qualcosa di sorprendentemente straordinario: crea la perfetta commistione tra quello che è un puzzle-game ispirato e ottimamente realizzato, e un impianto narrativo metafisico-filosofico che stordisce piacevolmente, coinvolge e apre a riflessioni profonde sul senso dell’esistenza.

Uno di pochi
Già dalla fase di anteprima era possibile evincere una profondità dei testi brillante e davvero fuori dal comune, e se pensate che dietro a questo lavoro di ricerca filosofica c’è anche Tom Jubert – che col magnifico The Swapper ha già dimostrato di essere perfettamente a proprio agio con una profondità di pensiero che non è mai veramente appartenuta ai videogiochi – si capisce fino a che punto The Talos Principle abbia voluto osare coraggiosamente: il risultato finale è un affascinante viaggio che fa tappa lì dove risiedono alcune della tematiche centrali legate alla coscienza umana, alle percezione che si ha di essa, e a interrogativi esistenziali mai veramente sciolti o opportunamente esplicati nel corso dei secoli. Oltre ad accarezzare con delicatezza e grande stile certi argomenti complessi da trattare, e a suggerire in modo liminale le conseguenze di certe risposte che sono le chiavi per accedere agevolmente nel regno del libero arbitrio, The Talos Principle ci lascia affrontare i quesiti e i numerosi enigmi nei panni di un androide senziente che vaga in una sorta di Eden artificiale, lungo un percorso di crescita personale scandito dall’esplorazione ambientale e dalle conoscenze che si accumuleranno durante una progressione dai ritmi perfetti. Talos, nella mitologia greca, era infatti un automa di bronzo che Efesto creò per Zeus, un guardiano invulnerabile che avrebbe dovuto proteggere l’isola di Creta. Il parallelismo col protagonista silente di The Talos Principle è quindi chiaro fin dall’inizio, perché senza badare troppo ai convenevoli, il giocatore si trova immediatamente a vagare lungo uno sconfinato giardino bucolico invaso da imponenti strutture architettoniche, dentro cui si svolgono i puzzle che stabiliscono la progressione e aprono le porte verso il proibito. La voce di Elohim (Dio, in ebraico), tonante e autoritaria, lancerà ammonimenti nel corso dell’avventura, avvertendovi che lì, al centro del Giardino, si erge un’imperiosa torre che non deve essere scalata. Eppure, per arrivare a conoscere la verità (o parte di essa), è necessario proprio invaderla interamente, fino all’ultimo piano. Per farlo, bisogna necessariamente ottenere dei sigilli specifici (identici ai tetramini del Tetris) e risolvere altri piccoli puzzle a incastro davanti a dei portoni.
Ma gli androidi sognano pecore elettriche?
Tutto lo scenario è il risultato di una riuscita dicotomia tra antico e futuristico: da una parte, tre settori che richiamano alla mente la civiltà egizia, quella greco-romana e una più medievale; dall’altra, la presenza costante di trappole e marchingegni tecnologici, assieme a terminali che fioccano sparsi lungo quell’Eden artificioso di cui non si conosce l’esatta natura. Attraverso questi ultimi è possibile interagire con un’intelligenza artificiale raffinata che ci pone quesiti complessi, spalanca le porte del pensiero e inquieta sottilmente, lasciando intendere che la detenzione delle verità assolute è parte di un complesso di dati caricato all’interno di archivi virtualmente sconfinati, a cui bisogna interfacciarsi con umiltà, parecchia attenzione e uno spirito di scoperta e conoscenza che trascende i vincoli del semplice gameplay. La quantità di testi da affrontare, comprendere e rileggere per non farsi sfuggire nulla può infatti spaventare più di un giocatore, specialmente quello più superficiale che non ama prendersi delle pause tra un enigma e l’altro e che ha premura di arrivare alla fine. In realtà, The Talos Principle offre questa possibilità senza alcun problema, ma l’utente che ignora di proposito la superba e brillante narrativa messa in scena da programmatori in evidente stato di grazia, al fine di godersi solo una parte di ciò che il gioco ha da offrire, oltre a farsi una violenza si trasforma in colui che decide scientemente di non supportare lo sforzo creativo di Croteam, che dal casinista Serious Sam ha fatto un salto di qualità che ha del portentoso. La pedanteria e un po’ di sovrabbondanza testuale sono spesso insite in parecchie opere filosofiche, ma l’arricchimento che se ne trae vale tutta la pazienza fin lì avuta; la stessa cosa vale per The Talos Principle, che richiede un buon livello di attenzione e comprensione per mostrarsi interamente per ciò che è: un’idea sensazionale sviluppata con grande chiarezza d’intenti, accompagnata da ottime intuizioni che ne accrescono la cifra stilistica.
Scopri e cresci, figlio mio
Giocabile sia in prima che in terza persona, The Talos Principle è strutturato in modo tale che i settori delle civiltà perdute abbiano al loro interno dei portali numerati, che una volta attraversati, lanciano l’androide in aree ricche di grandi stanze dove si trovano i sigilli. Una volta dentro, bisognerà recuperare i tetramini di diversa forma e colore risolvendo degli enigmi logico-deduttivi, che raramente richiedono enorme destrezza pad alla mano. C’è un po’ di Portal nella risoluzione degli enigmi di The Talos Principle, ma l’opera di Croteam si allontana concettualmente dal capolavoro di Valve per creare una strada tutta sua, parimenti soddisfacente e stimolante. Oltre a spostare cubi per bloccare raggi laser o posizionarci sopra degli ammennicoli riflettenti, è possibile usare un jammer che annulla le barriere energetiche, spegne le mitragliatrici fisse e blocca le mine mobili con sensori di movimento. Quest’ultime, opportunamente dislocate lungo strettoie o spazi angusti, rendono difficile ogni operazione, ma utilizzando i gadget in modo intelligente è possibile superare la minaccia senza mai sentire eccessivamente la frustrazione, per un bilanciamento che risulta sempre essere ottimamente calcolato. Nelle stanze più avanzate avrete anche a che fare con una sorta di registratore olografico che replica certi oggetti, e bisognerà necessariamente combinare diversi connettori laser facendo in modo che i fasci non si incrocino mai. A lungo andare certe soluzioni possono apparire lievemente ripetitive, e alcune stanze sembrano essere dei riempitivi poco degni di nota. Tuttavia, la grande longevità (si superano le venti ore, volendo), il numero di segreti da scoprire e i misteri che arricchiscono l’Eden di The Talos Principle, fanno in modo che il giocatore riesca a restare sempre sufficientemente coinvolto e voglioso di scoprire cosa si cela dietro a cotanto spessore narrativo. Anche tecnicamente il titolo si difende piuttosto bene, e rispetto all’early access con cui ci siamo confrontati, si nota un salto qualitativo evidente, mirato soprattutto alla stabilità del codice e a una resa visiva che presentasse meno sbavature possibili. C’è in effetti qualche texture in bassa risoluzione e talvolta le ombre non sono esattamente impeccabili, ma considerando l’insieme, da criticare c’è davvero ben poco. Quei glitch visivi voluti che di tanto in tanto si affacciano accompagnati da disturbanti effetti audio, sembrano voler suggerire la fallacia di tutto il sistema che ci circonda, ma noi siamo solo i figli di Elohim, e costruire un divenire fatto di esperienza e conoscenza sembra a tratti un compito improbabile da portare a termine. Cosa siamo? Cosa è la nostra coscienza? Quali sono le nostre reali percezioni e quale certezze crediamo di avere davvero? Scopritelo, perché The Talos Principle è qui per mettervi la pulce nell’orecchio, tormentarvi e regalarvi la sorpresa più bella, quella che quest’anno probabilmente non vi aspettavate affatto.

HARDWARE

REQUISITI MINIMI: OS: Windows XP 32-bit (with service pack 3) Processor: Dual-core 2.0 GHz Memory: 2 GB RAM Graphics: DirectX 10 class GPU with 512MB VRAM (nVidia GeForce 8600 series, AMD Radeon HD 3600 series, Intel HD 4000 series) DirectX: Version 9.0c Hard Drive: 5 GB available space Sound Card: DirectX9.0c Compatible Sound Card

REQUISITI RACCOMANDATI: OS: Windows 7 64-bit Processor: Quad-core 3.0 GHz Memory: 4 GB RAM Graphics: DirectX 11 class GPU with 1GB VRAM (nVidia GeForce 480 GTX, AMD Radeon HD 5870) DirectX: Version 9.0c Hard Drive: 8 GB available space Sound Card: DirectX9.0c Compatible Sound Card

– Profondità narrativa fuori scala

– Puzzle vari e ottimamente congegnati

– Artisticamente ha un fascino pazzesco

– La filosofia e certe tematiche non sono per tutti

9.0

The Talos Principle ha tutti i connotati dal capolavoro inatteso: dal sistema di gioco ottimamente congegnato a una narrativa superba e ricca di spunti esistenzialisti, metafisici e filosofici, fino ad arrivare a una colonna sonora che si ispira alla musica sacra di fine ‘700, carica di mistero a ogni sua traccia, all’opera di Croteam manca davvero poco per essere annoverata tra le più importanti degli ultimi anni. Riuscire a coniugare tematiche così potenti con un puzzle game non è affatto semplice, ma quando ci si rende conto della capacità del team di sviluppo e dell’illuminazione che ha dato i natali a The Talos Principle, non si può fare altro che togliersi il cappello e congratularsi con chi ha fatto un salto di qualità davvero inaspettato.

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