Anteprima

The Division

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a cura di Hybr1d

Dopo essere stato presentato a sorpresa l’anno scorso nella conferenza Ubisoft, quest’anno The Division torna a far parare di sé con in un incontro a porte chiuse nel quale abbiamo assistito a un’interessante presentazione composta in parte da filmati di gameplay e in parte in una sezione giocata dal vivo dagli sviluppatori presenti in fiera. Il motivo di tanto interesse è da ricercarsi nel portentoso motore di gioco che anima una New York spettrale decimata da un letale virus in grado di fare in poche settimane milioni di vittime e di ridurre a un rudere deserto una delle città più vive e vibranti del mondo. I pochi sopravvissuti cercano di sopravvivere alla crisi unendosi in piccoli gruppi, che talvolta sfociano in vere e proprie organizzazioni armate che si contendono i potere nelle strade nel tentativo di prenderne il controllo e rifondare una società che non tornerà mi più com’era prima. Il protagonista di The Division si troverà nel bel mezzo di questa lotta tra fazioni, animato dal desiderio di capire chi e cosa si cela veramente dietro a questa brutale devastazione e, nell’eventualità, trovare un rimedio per fermare l’epidemia ormai incontrollabile.
TPS + RPG
The Division è un gdr open world dalla forte deriva action e dalla spiccato orientamento cooperativo. La demo mostrata durante l’incontro a porte chiuse parte subito forte, con una sezione da sparatutto in terza persona che, se si vogliono trovare paragoni, a livello di gameplay ricorda molto Mass Effect. Coperture, un arsenale di armi piuttosto variegato e la tipica visuale da dietro le spalle ricordano molto la creatura Bioware, anche se in questo caso di fantascientifico non vi è nulla, tuttalpiù una reinterpretazione futuristica di radar, granate cerca persone e visori di vario tipo. Basta poco però per rendersi conto che ci sono tantissimi elementi rpg molto interessanti: combattendo, proseguendo nella trama e portando a termine obiettivi specifici il protagonista accumula punti esperienza da spendere per apprendere nuove skill dal complesso albero delle abilità. Questo ci ha stupito per la ricchezza di scelte e per la peculiarità di non presentare alcuni schema di evoluzione predefinito o riferito a un classe specifica. Le skill selezionate andranno a modificare direttamente l’equipaggiamento a disposizione, rendendo disponibili nuove armi, gadget e perk da utilizzare durante la storia, ma anche a migliorare le statistiche riguardanti resistenza e caratteristiche fisiche del giocatore. L’aspetto interessante è che una volta acquisite, queste possono essere modificate di volta in volta con caratteristiche specifiche in base alle singole situazioni o alle abilità degli altri giocatori con cui si sta giocando. 
L’ambientazione ricopre un ruolo di primaria importanza all’interno dell’economia del gioco. Il fascino di New York traspare cristallino da ogni fotogramma visualizzato sullo schermo, nonostante il velo di devastazione e desolazione che ne permea ogni angolo. Strade, palazzi, persino il Madison Square Garden paiono riprodotti alla perfezione, con un incredibile livello di dettaglio che rafforza l’idea di fondo di raccontare più con le immagini che con le parole o i soliti collezzionabili la storia della violenta diffusione del virus e delle persone morte nella speranza di salvarsi. Siamo passati vicino ad un posto di blocco della polizia, con le macchine ricoperte da una leggera coltre di neve e i corpi inermi dei poliziotti appoggiati scomposti ai pneumatici, anche loro periti per colpa dell’implacabile epidemia, oppure ci è capitato di vedere cadaveri di persone comuni assalite brutalmente e uccise dalle gang che oramai si contendono il potere in città. 
New York, New York
La demo a cui abbiamo assistito era piuttosto breve e non possiamo ancora dire quanto vasto ed effettivamente esplorabile sarà l’open world messo in piedi da Massive Entertainment, ma quanto visto finora ci fa ben sperare. Al di là dell’aspetto visivo, la scelta di ambientare il titolo a New York si ripercuote positivamente anche sul level design, che sfrutta la verticalità offerta dalla città in modo molto interessante. Dalle sezioni ambientate sotto terra, nelle fogne o nelle stazioni della metro, si passa in momenti prevalentemente esplorativi per le strade della Grande Mela, fino ad arrivare a concitate sparatoria in cima ai tetti di grattacieli ormai ridotti a giganti di metallo e cemento disabitati. Stando alle dichiarazioni degli sviluppatori, molta importanza è stata data anche agli interni degli edifici, ma, come sopra, è ancora troppo presto per esprimerci a riguardo. La parte che invece ci ha lasciati maggiormente perplessi, quasi a sorpresa, è quella più action del titolo: le sparatorie offrono molteplici tipologie di approccio, dando al giocatore la possibilità di studiare l’area di scontro muovendosi con accortezza da una copertura all’altra senza farsi scoprire. Ci sarà anche la possibilità di contare sull’aiuto di un’altro giocatore, che tramite una companion app, in questo caso installata su un tablet, può seguirci dall’alto controllando un piccolo drone, esplorando l’area e marcando i nemici sulla mappa. È quando si imbracciano le armi, però, che la formula non sembra funzionare al meglio. Le fasi di shooting non sembrano offrire un’esperienza soddisfacente, con armi troppo leggere e proiettili che si fatica a capire se abbiano colpito o meno il bersaglio ma solo una prova con mano potrà rivelare l’effettivo feeling dell’impatto dei colpi, troppo leggero e poco gratificante. Lodevole il sviluppato appositamente per questo titolo e che permette di creare ambientazioni super dettagliate accompagnate da particellari ed effetti di luce assolutamente realistici.

– Interessante mix tra RPG e TPS

– Level design promettente

– Tecnicamente impressionante

Vedere in prima persona The Division allo stand Ubisoft ha ribadito ulteriormente quanto il nuovo progetto di Massive Entertainment sia ambizioso e tecnicamente pregevole. Il filmato di presentazione e la live demo a cui abbiamo assistito ci hanno dato ulteriori informazioni sull’interessante mix tra sparatutto in terza persona e rpg, evidenziando anche le interessanti scelte di level design che ben si accompagnano alla verticalità di New York. Un titolo sicuramente da tenere d’occhio e che non vediamo l’ora di provare finalmente con mano.